Nella notte tra il 20 e il 21 marzo è apparsa una enorme scritta in
Via Cantore, sul telo che nasconde alla vista dei monzesi il terreno
dell’ex FOA Boccaccio 003. La scritta recita: «RIQUALIFICAZIONE O
SPECULAZIONE?».
Qui si può trovare il video dell’azione:
http://www.youtube.com/watch?v=N1d-5q5DoCI
Settimana scorsa la proprietà ha effettuato un becero taglio delle
piante che crescevano sulla cinta dell’area, svelando il buco nero di
via Boccaccio, e rivelando a tutti l’attuale desolante stato in cui si
trova una delle circa 60 aree dismesse del tessuto cittadino. Cultura
e socialità hanno lasciato il posto alla speculazione… laddove c’erano
verde e piante secolari, sono in arrivo 36.000 metri cubi di cemento.
Altro che “sistemazione ambientale e recupero funzionale dell’area”:
nell'area di via Boccaccio si sta giocando una partita da oltre 10
milioni di euro tra l'Amministrazione comunale e i proprietari
dell'area. L'ex tintoria De Simoni è stata acquistata nel 2004 dalla
San Gerardo Srl ad un prezzo molto contenuto: l’alto rischio di
esondazione del tratto di Lambro che la costeggia ed i vincoli
regionali restringevano le possibilità edificatorie sul terreno.
L’attuale Amministrazione Comunale ha intenzione di modificare il
piano regolatore vigente, consentendo l’edificabilità dell’area in
questione: in questo modo la San Gerardo Srl potrà decuplicare il
valore della sua proprietà. Lo sgombero della FOA Boccaccio 003 è
stata la prima pietra verso l’ennesima speculazione edilizia, che non
porterà alcun beneficio ai cittadini monzesi.
L’ex tintoria De Simoni ha ospitato per quattro anni le attività del
centro sociale FOA Boccaccio: tanti giovani - convinti della necessità
di uno spazio di libera espressione in grado di raccogliere le
esigenze di aggregazione e di socialità – avevano infatti trasformato
uno spazio industriale degradato in un cuore pulsante di attività
aperte a tutti i cittadini. Autogestione, autoproduzione,
antifascismo, antirazzismo, controinformazione, cultura gratuita, sono
state le parole d’ordine che hanno rianimato le grigie mura dell’ex
fabbrica tessile. Un’esperienza di protagonismo politico, sociale e
culturale, capace di diventare in poco tempo un punto di riferimento
per i giovani di Monza e della Brianza. Nel giugno del 2008 la giunta
Mariani ha deciso, di concerto con la proprietà dell’area, di far
chiudere i battenti ad uno spazio decisamente troppo libero e di
qualità per i gusti e le abitudini di un’amministrazione comunale
dedicata al più bieco affarismo, attenta solo alla tutela
dell’interesse privato e ispirata da modalità e sentimenti chiaramente
fascistoidi. Ecco così spiegato “il via libera” per la sistemazione
ambientale ed il recupero funzionale dell’area di via Boccaccio:
pronti 36.000 metri cubi di cemento a ridosso del Parco, per un affare
complessivo di oltre 10 milioni di euro.
L’ennesima speculazione edilizia sul territorio monzese programmata da
una giunta tenuta insieme solo dal comune desiderio di tutelare i
propri interessi economici.
Ci viene un solo dubbio: ma la stessa proprietà, che rivendica
“insieme ai propri clienti” la regia dello sgombero della FOA
Boccaccio, sarà altrettanto pronta a rivelare ai Monzesi l’ammontare
dei profitti che intascherà grazie a questa speculazione? Oppure come
si fa di solito, a luci spente e a bocca chiusa, penserà a dividersi
il malloppo con gli amici che siedono tra i banchi del comune?
Le centinaia di ragazzi e ragazze che frequentavano la FOA Boccaccio
queste domande se le pongono e per questo, cara proprietà e cara
Giunta,…WE ARE WATCHING YOU!
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