Autor: FAI Torino Data: A: cerchio Assumpte: [Cerchio] Torino. Uomini e non caporali. Due presidi in centro
Torino. Uomini e non caporali. Due presidi in centro
Armati di cartelli e bandiere una trentina di lavoratori e lavoratrici ex CGS e una ventina di solidali si sono dati appuntamento alle 10,30 di martedì 17 marzo davanti alla sede di HDL, in largo Vittorio Emanuele 87.
Da dicembre sono in lotta per il salario e per il lavoro. La loro è una vicenda comune a tanti altri: sono stati incastrati nell'infernale matrioska di cooperative che dipendono da altre cooperative che prendono subappalti da chi ha preso appalti.
Lavoratori "usa e getta", quando la Gesconet che li aveva affittati da CGS perde l'appalto, vengono lasciati a casa invece di passare ad HDL.
Facciamo un passo indietro.
HDL è la cooperativa che ha vinto l'appalto per la parte finale della lavorazione di due prodotti che tutti conoscono, le Pagine Bianche e le Pagine Gialle. Queste due guide sono prodotte dalla Edigraf, una consociata della Ilte.
Sino a dicembre l'appalto era di Gesconet, che impiegava operai forniti da Punto Lavoro, una sigla di copertura poiché Punto Lavoro ha sede assieme a Gesconet e nessun altra funzione che quella di "affittare" lavoratori. Punto Lavoro a sua volta affittava altri lavoratori da CGS, una cooperativa che è nata e morta per l'occasione.
Quando HDL subentra a Gesconet, CGIL negozia il passaggio dei lavoratori di Punto Lavoro/Gesconet ad HDL. Gli operai di CGS, che svolgevano le stesse mansioni di tutti gli altri, vengono lasciati a casa. Non sono stati neppure licenziati quindi per loro niente liquidazione e niente indennità di disoccupazione. Sono tra i tanti operai "usa e getta" della nostra città: CGS, Punto Lavoro e Gesconet hanno lucrato sulla loro pelle ed ora si rimpallano le responsabilità. Molti sono immigrati sottoposti al ricatto del lavoro che rende "liberi", grazie all'equiparazione tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Questi lavoratori sono torinesi di oggi: ivoriani, marocchini, nigeriani, tunisini. Sono stati pagati a ore, senza mai vedere nemmeno una busta paga, in mezzo alla strada, come "spacciatori che passano una dose".
Da dicembre gli ex CGS sono in lotta. Per il lavoro, perché chiedono di essere a loro volta assunti da HDL, per i salari non versati e per il riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte che implicavano una ben diversa retribuzione. Assunti con un contratto di facchinaggio, in realtà lavoravano come operai.
A dicembre hanno fatto un presidio di fronte al solarium di proprietà della padrona di CGS, il due marzo hanno fatto un presidio di fronte a Gesconet.
Il responsabile di Gesconet ha il sorriso gelido dei venditori di niente e un'eloquenza da piazzista. Un piazzista di braccia. Sostiene che il suo è un lavoro pulito, legale, che quello non è il posto giusto dove rivolgersi, perché loro non c'entrano nulla.
Stessa scena martedì 17 marzo di fronte ad HDL. Il responsabile delle "risorse umane" ha uno stile più affabile, sebbene parli spalleggiato da un tipo robusto che sgomita pur di restargli attaccato. Sorride con ipocrita cortesia e recita il ruolo del Pilato di turno, quello di chi si lava le mani dei pasticci fatti da altri. Con un "io, di voi, non sapevo nulla" si defila. Incalzato dai lavoratori e dal sindacalista della Flaica, sostiene che non c'è lavoro e che non può assumere nessuno.
Quelli di HDL se ne vanno ma la giornata di lotta non è certo finita. A due passi da lì c'è il solarium di proprietà della padrona di CGS. Si forma un corteo spontaneo che raggiunge il negozio in via Arsenale 36. Divani di plastica rossa a cuore e luci soffuse color confetto: la padrona vede arrivare i manifestanti, serra la porta e si rintana nel retro. La padrona non si fa vedere, non apre neppure ai clienti che suonano. Chiama al telefono e dichiara di aver portato le buste paga in sindacato. Ma è una menzogna, una delle tante con le quali ha cercato di tenere buoni i lavoratori.
Fuori si leva un solo grido "vergogna, vergogna!".
La lotta continua. I lavoratori sono ben decisi a non mollare.
Giovedì 19 marzo ore 18 in via Po 16, in solidarietà con la lotta dei lavoratori e lavoratrici ex CGS, punto info su lavoro, caporalato, resistenza e mutuo appoggio.