CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO
SABATO 21 MARZO DA PIAZZA
MAZZINI ALLE 15,30 CORTEO
È da tempo che si cerca di imporre alla popolazione dei Castelli
Romani la costruzione di un mega impianto di gassificazione dei
rifiuti, ovvero un inceneritore che produrrà diossine, nano polveri e
altri veleni inquinanti per la salute e il territorio. Un impianto da
costruire nel comune di Albano nell’area della discarica di
Roncigliano, che non risolverà il problema dei rifiuti ma brucerà
quelli più riciclabili ostacolandone la differenziazione e la
riduzione, ma che ci regalerà il collasso definitivo delle falde
idriche. I responsabili di questo attacco sono ben noti:
l’avv.Cerroni, ras della gestione dei rifiuti nel Lazio; il suo
interlocutore principale in regione l’assessore Di Carlo; il
presidente Marrazzo e suoi scudieri, le aziende AMA e ACEA fortemente
partecipate dal Comune di Roma, dall’ing. Caltagirone uomo di
Berlusconi, oltre che da multinazionali come Suez-Gaz de France. I
recenti clamorosi arresti di decine di dirigenti dell’inceneritore di
Colleferro chiariscono bene come vengono gestiti questi impianti.
Pneumatici, rifiuti tossici e speciali garantiscono più facilmente il
raggiungimento delle alte temperature necessarie al funzionamento di
queste “meraviglie” della tecnica; se poi vengono scaricate sugli
abitanti, più o meno vicini, le schifezze più orrende, non c’è
problema , basta taroccare i dati; tanto controlli e software sono
nelle mani di chi brucia. I controlli pubblici arriveranno solo dopo e
solo se il diavolo ci mette la coda: più spesso non arriveranno
mai. La lotta contro l’inceneritore di Albano,
come quella contro tutti gli altri impianti del genere, non è solo
lotta contro la mala gestione dei rifiuti che potrebbero essere
trattati “a freddo” in impianti TMB come ce ne sono in Italia, ma è da
subito lotta contro l’autoritarismo politico ed economico che massacra
la natura e le persone che la vivono. Le popolazioni hanno messo in
campo i più diversi tentativi di bloccare l’impianto: manifestazioni e
presidi informativi in tutta l’area provinciale, controvalutazioni
alla VIA, esposti al tribunale e alla ASL sulla discarica e la
situazione delle falde, poi anche il ricorso al TAR. Infatti la prima
VIA del marzo 2008 era stata negativa; poi però quasi per magia
Cerroni, Di Carlo, Marrazzo sono riusciti a torcere quel provvedimento
fino a farlo diventare positivo. L’ultimo passaggio
autorizzativo ci sarà il prossimo 19 marzo quando si riunirà la
conferenza dei servizi, composta da Regione, Provincia, ASL RMH,
Comune di Albano, Comune di Ardea. Le poche persone che siederanno a
quel tavolo decideranno su di noi e il nostro territorio. La ASL e i
comuni di Albano e Ardea si sono espressi ultimamente contro
l’inceneritore. Ma le altalene di questi organi sono note ai più:
manterranno la posizione o prevarranno ricatti o privati
interessi? Intanto lungo il sito già sorge una recinzione senza
che si sia aspettato l’esito del ricorso al TAR e della stessa
conferenza dei servizi. Se non saremo in grado di respingere il
pericolo, ci toccherà certamente la stessa sorte di Colleferro.
COORDINAMENTO CONTRO L’INCENERITORE DI ALBANO