Autore: caloges\@libero\.it Data: To: intergas Oggetto: [Intergas] produttori e pubblicità
Condivido quel che dicono Ileana e Ilic, ma comunque credo ci sia un lato pericoloso (e senza ritorno) nella delicata questione della "pagina descrittiva dei produttori".
Il problema serio non credo sia la gelosia; in parte è l'indotta pigrizia (al posto di cercarne altri vado sul paginone e mi aggrego ai produttori noti che già vendono, con comodità: bel fallimento del progetto GAS!).
Il problema più grave a mio avviso è il rischio che questa pagina informativa, che negli intenti è sicuramente trasparente e aperta a tutti, nei fatti, dato lo squilibrio di forze fra i gasisti che cercano di "farsi da sè" con correttezza un piccolo circuito di economia alternativa, e i volponi che imperversano sempre più con le loro "reti" prefabbricate, DES impacchettati e informazioni ad arte, finiscano per prendere il dominio dell'informazione, così come avviene con i liberi e democratici giornali italiani.
Faccio un esempio concreto: qual discrepanza fra i toni trionfali che si leggono in rete sulla questione Tomasoni, e i malumori che singoli gasisti esprimono negli incontri informali! Quando entrano in gioco i più grandi, fisiologicamente si azzittiscono quelli che non han voglia di esporsi, o di polemizzare, o di intraprendere cammini di scontro. E tutto finisce nelle mani di chi ha più risorse.
Un ignoto potrà scrivere sul sito "informativo" che il tal produttore l ha fregato, e parlare bene del suo; la potenza di fuoco di una grossa rete organizzata farà una bella homepage con foto a colori, consegne domicilio, sconti sui prodotti mentre la contadina della valle Stura riuscirà si e no in sei mesi a contattare l amico della nipote per fargli sapere che il tal gas di Milano le ha chiesto due righe di "descrizione dell'azienda", che lei non sa preparare..
Questi rischi sono credo molto concreti; non tutti sono come Licalzi che si può fare un baffo delle insinuazioni di anonimi contro di lui ed ha risorse culturali abbondanti per difendersi.
Io temo che per far meglio finiremmo per far peggio di come è ora. Riparliamone?
ciao sabina