Autor: FAI Torino Data: Para: cerchio Assunto: [Cerchio] Torino. Lavoro e caporalato: presidio solidale e punto
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Torino. Lavoro e caporalato: presidio solidale e punto info
Martedì 17 marzo i lavoratori ex CGS faranno un presidio per il lavoro e per il salario davanti alla sede di HDL.
Appuntamento alle 10,30 in largo Vittorio Emanuele 87.
Diamo appoggio a questi lavoratori in lotta contro il caporalato!
Giovedì 19 marzo ore 18 in via Po 16.
Punto info su lavoro, caporalato, resistenza e mutuo appoggio.
Usa e getta
I lavoratori ex CGS sono tra i tanti operai "usa e getta" della nostra città: CGS, Punto Lavoro e Gesconet hanno lucrato sulla loro pelle ed ora si rimpallano le responsabilità. Molti sono immigrati sottoposti al ricatto del lavoro che rende "liberi", grazie all'equiparazione tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Tutti conoscono le Pagine Bianche e le Pagine Gialle. Queste due guide sono prodotte dalla Edigraf, una consociata della Ilte.
Sino a dicembre la parte finale della lavorazione era affidata alla cooperativa Gesconet, che a sua volta affittava lavoratori da Punto Lavoro, che ne prendeva altri da CGS.
A dicembre Gesconet perde l'appalto, vinto da HDL che, dopo un accordo negoziato da CGIL, assorbe i lavoratori alle dipendenze di Gesconet e quelli affittati a Gesconet da Punto Lavoro. Gli operai di CGS, che svolgevano le stesse mansioni di tutti gli altri, vengono lasciati a casa. Non sono stati neppure licenziati quindi per loro niente liquidazione e niente indennità di disoccupazione.
Da dicembre gli ex CGS sono in lotta. Per il lavoro, perché chiedono di essere a loro volta assunti da HDL, per i salari non versati e per il riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte che implicavano una ben diversa retribuzione. Assunti con un contratto di facchinaggio, in realtà lavoravano come operai.
In dicembre avevano già fatto un presidio di fronte al solarium di proprietà della padrona di CGS, il due marzo si sono ritrovati di fronte a Gesconet.
Questi lavoratori sono torinesi di oggi: ivoriani, marocchini, nigeriani, tunisini. C'è anche una donna, una ragazza marocchina, che stringe in mano una cartelletta con i documenti della loro vicenda.
Ci raccontano di essere stati pagati a ore, senza mai vedere nemmeno una busta paga, in mezzo alla strada, come "spacciatori che passano una dose". La CGS, esaurito il compito, si scioglie nel vento.
Il responsabile di Gesconet è tra i trenta e i quaranta, corpulento, pizzetto, auricolare, completo beige, eloquenza da piazzista. Un piazzista di braccia. Sostiene che il suo è un lavoro pulito, legale, che quello non è il posto giusto dove rivolgersi, perché loro non c'entrano nulla. I lavoratori con quieta rabbia smontano l'infernale matrioska di cooperative che dipendono da altre cooperative che prendono subappalti da chi ha preso appalti. Il caporale sorride del sorriso dei venditori di niente e si sottrae ma i lavoratori incalzano: ricordano circostanze, mansioni, ruoli che riconducono al nudo fatto: affittati da Punto Lavoro a CGS, in realtà dipendevano in tutto da Gesconet.
Il caporale sorride ancora e dice che loro hanno guadagnato dei soldi grazie a Gesconet. A volte è difficile contenere l'indignazione. A più voci viene chiesto rispetto perchè i soldi - pochi e nemmeno tutti - loro li hanno guadagnati con il loro lavoro.
Ma cosa può saperne di rispetto un piazzista di braccia?
La lotta continua. I lavoratori sono ben decisi a non mollare.