[NuovoLab] Caro Bagnasco...

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Autore: Comunità di S. Benedetto al Porto
Data:  
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: [NuovoLab] Caro Bagnasco...
*Lettera di don Andrea Gallo *al quotidiano /La Repubblica Genova/, in
merito all'evento del Gay Pride che *si svolgerà a Genova il 27 giugno*.
Nonostante il comitato promotore abbia deciso di posticipare la data del
13 giugno, perchè in concomitanza con il /Corpus Domini/, l'arcivescovo
di Genova Bagnasco dichiara che non vede "gli argomenti per un incontro"
con gli organizzatori del pride.



CARO BAGNASCO IL GAY PRIDE E' UN OCCASIONE PER DIALOGARE!

Non è mio compito sviluppare qui un discorso sia teologico, sia
soprattutto pastorale.
La nostra Comunità da quarant’anni è sempre aperta a donne e uomini
omosessuali, di diverso ceto sociale e formazione culturale.
Abbiamo ascoltato testimonianze sofferte,
meditate,oneste,complesse,assolutamente non polemiche in costante
ricerca di dialogo per uscire da una pesante emarginazione e con le
ferite gravi del disprezzo.
Qualche volta però stupite, se non deluse e pieni di desiderio di
trovare amore evangelico nella Chiesa.
La Comunità San Benedetto ha cercato di non sostituire il cliché diffuso
che presenta l’omosessuale tutto in negativo, con quello che lo presenta
tutto in positivo, e meno ancora si vorrebbe lasciare pensare che esista
un tipo Unico e riconoscibile di omosessuale e di omosessualità.
Non si è mai voluto fare l’apologia della omosessualità. Ma si affermava
che esistono diritti inalienabili dove il “positivo” è palese, per
metterlo in giusto risalto, come necessario ed urgente, trattandosi di
una scelta che ha ancora bisogno di essere riscattata da uno stigma
vergognosamente
negativo.

Il “Genova Pride” sta decollando e si svolgerà il 27 Giugno.
La scelta della data ha significati simbolici, ma ne ha uno politico e
si rivolge anche alla Chiesa Cattolica.
Il “Corpus Domini” è rispettato.
Il “Genova Pride” vuole essere una grande assemblea festosa per lanciare
il progetto dei diritti civili e sociali collegati, per un mutamento
radicale delle condizioni precarie delle Persone.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) afferma: “un numero non
trascurabile di uomini e donne presenta tendenze omosessuali innate.
Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale. (n.2358).
Sgomberato il campo da tanti pregiudizi, desidero rivolgere un appello
al Vescovo,alla Chiesa che è in Genova, sintetizzato su tre obiettivi:
accoglienza, riflessione, dialogo per gaji, trans, lesbiche.
Non è facile né scontato per chi è abituato a difendersi e deve fare i
conti con suscettibilità e risentimenti patiti, in situazioni di rifiuto
totale.
Nel variegato mondo della omosessualità c’è una sincera disponibilità a
confrontarsi su regole etiche e stili di vita.

leggi tutto su http://www.sanbenedetto.org