[Forumlucca] Sulle cariche delle forze dell'ordine al presid…

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著者: Massimiliano Piagentini
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To: forumlucca
題目: [Forumlucca] Sulle cariche delle forze dell'ordine al presidio contro Pera all'Università di Pisa
,
ciao

vi invio il comunicato che abbiamo scritto a caldo oggi pomeriggio poco dopo
che la polizia e i carabinieri hanno caricato un presidio pacifico di
studenti che manifestavano contro la venuta di Marcello Pera a Pisa.

Daniele

Agli organi di informazione


Il movimento politico Sinistra Critica esprime tutta la sua *solidarietà
agli studenti e ai precari dell'Università di Pisa* che sono stati colpiti
dalle cariche delle forze dell'ordine mentre manifestavano pacificamente
contro la venuta in Sapienza di Marcello Pera. *E' questo l'ennesimo atto di
un'escalation autoritaria da parte delle forze dell'ordine nel nostro Paese*,
che segue quanto avvenuto di recente in altre realtà ai danni di operai,
immigrati, antifascisti. *E' un altro segnale preoccupante di come si voglia
impedire la manifestazione del dissenso al pensiero dominante*. Che ciò ora
accada anche in una città dalle radici democratiche come Pisa deve portare
tutte le realtà della sinistra ad intraprendere un percorso comune contro la
deriva autoritaria in atto.

Sinistra Critica
Coordinamento provinciale di Pisa


http://lombardia.indymedia.org/node/14748



Inserito da Anonimo il Ven, 06/03/2009 - 22:24

Oggi è andata in scena una delle più tristi giornate che l'Università di
Pisa abbia mai visto. Il presidio era convocato per le 15.00, nessuno
pensava che non solo non si poteva entrare a quello che doveva essere un
dibattito pubblico, ma addirittura trovare la Sapienza blindata con
l'impossibilità di entrare anche solo all'interno della struttura.
Polizia e carabinieri ad ogni entrata, portoni chiusi, tranne uno, quello su
via Curtatone e Montanara.

Il presidio degli studenti era convocato dalle 15.00 in piazza Dante e dopo
poco si è spostato sulla strada.

Tutti increduli nel vedere un dispiegamento di forze dell'ordine tale da
ricordare vagamente il giorno della blindatura del cda per l'approvazione
del bilancio d'Ateneo.

Nonostante la visibile presenza delle forze dell'ordine la tensione era
bassa, aria di scherzosità, perchè in fondo faceva ridere che uno comne Pera
che ormai è lontano dagli schermi e da ruoli di potere richiedesse una
blindatura di quel genere.
Qualcuno porta le pere in piazza e le offre ai poliziotti.

Probabilmente dal rettorato qualcuno si è mosso in maniera determinata per
paura che qualcuno manifestasse ancora una volta un dissenso "troppo
radicale" oppure la questura è stata più apprensiva del solito, volendo
dimostrare (come vedremo in seguito) che è iniziata l'era della "mano
pesante".

C'è anche l'ipotesi che si si siano scomodati dal ministero per difendere
l'onorabilità di un senatore in qouta di maggioranza.

Quello che è successo ha comunque dell'incredibile, anzi dell'inaccettabile.

Poco prima delle 16.00, la questura, nella persona di Pizzimenti e la digos
nella persona di Calabrese ordinano agli studenti di fare tre metri
indietro.

Lo stupore degli studenti balza alle stelle, non solo non possono entrare
nella loro Università, per cui pagano fior fior di tasse, ma addirittura
nemmeno possono sostare di fronte ad una delle entrate, l'unica aperta,
anche se con tutta la Digos al completo e qualche poliziotto a fare la
portineria.

Sostare, si badi bene, non davanti, ma a circa 6-7 metri, lontano
addirittura dal marciapiede, sulla strada insomma.

Di fronte ad un ordine senza motivazione, non essendo gli studenti un
plotone d'esecuzione, l'ovvia risposta è stata il rifiuto. Tanto più che era
ovvio che sia Pera che gli invitati (già perchè di invitati dobbiamo
parlare) sarebbero passati da una delle altre quattro porte controllate
completamente dalla polizia.

Insomma inizia la carica, i poliziotti si schierano in due file di fronte
agli studenti e iniziano a spingere, dopo pochi secondi partono le prime
manganellate.
L'aria si fa tesissima, ma ancora la questura non è contenta.
Così il capo della Digos sghignazzando, pensando forse si trattasse di un
gioco, impartiva l'ordine di andare avanti al plotone, dicendo che i tre
metri ancora non erano raggiunti. La seconda carica è stata terribile, le
manganellate sono partite subito e le teste degli studenti in prima fila non
hanno ovviamente retto.
Nessuno aveva il casco, nessuno aveva niente, proprio perchè la circostanza
sembrava non portasse a situzioni di probabile scontro.
Così non è stato. le manganellate hanno colpito duro, 7 i refertati e altri
nemmeno si sono fatti refertare, ma ne avrebbero avuto un gran biosogno.
9 o 10 le teste uscite insanguinate, molte le lesioni e gli ematomi sui
corpi degli studenti nelle prime due file.
Ad uno studente, attualmente ancora in ospedale, stanno ricucendo la parte
dietro della testa, con uno scuarcio degno di nota.

Tutto questo per far capire che l'università ora viene gestita con la forza,
che il dissenso non è più tollerato in tempo di crisi.
Anche la Questura (Digos ovviamente compresa) ha voluto dare un segnale di
svolta comportandosi in una maniera tale da riportarci con la memoria ad
altri tempi, quando a Pisa per un semplice presidio si prendevano gli
schiaffi (sicuramente preferibili alle manganellate).

La rabbia è tanta, la stupore ha laciato spazio ad un sentimento d'odio
intrattenibile, che ti porta comunque a valutare con coscienza il dramma
consumato oggi.

Il 16 marzo scade la seconda rata per il pagamento delle tasse
universitarie, in quel giorno tutti si dovranno ricordare che stiamo pagando
per un università che non è più nostra, perchè non ci è possibile nemmeno
sostarci di fronte pacificamante a le strutture universitarie, aspettando
che qualcuno ti spieghi perchè non puoi entrare a prendere parte ad un
dibattito dichiarato pubblico.
L'università non è pubblica, ma di proprietà, di proprietà di Pera, o delle
gerarchie dell'Ateneo, degna di osservazione, tra l'altro, il comportamento
della professoressa Tongiorgi, prorettrice vicario che, mentre i poliziotti
caricavano stava giungendo dal fondo della strada e appena ha sentito che
veniva menzionata al megafono ha girato l'angolo, proprio mentre si alzava
il primo manganello.

Molte presenze importanti successivamente, sia Zappacosta, che la
Tangheroni, il primo è stato sollecitato pubblicamente a svegliare il suo
partito (PD) che a questo punto si spera prenda posizione su quanto è
accaduto, la seconda invece con fare provocatorio si è avvicinata per poi
subito scappare visto che la situazione era già abbastanza tesa.
Molti anche i giornalisti, speriamo sia scorso abbastanza sangue da farci
guadagnare la prima pagina.

Dove sta l'università che si costruisce sul dialogo e sul confronto, se
nessuno di quelli che vogliono portare domande "scomode" viene più fatto
entrare e si ritrova, con la testa spaccata di fronte alla sua facoltà?

Non ci sta, e sarebbe il momento di riprendersela questa uiniversità,
bisogna che gli studenti incomincino a viverla e se le risposte stanno nei
manganelli, bè... le teste sono tante, circa 50.000, chissà se prima
dell'ultima rotta qualcuno in città griderà che Pisa non è la città
democratica e aperta che vogliono farci credere, ma è solo un'altro posto
dove la democrazia e la legalità si muovono sotto forma di manganelli e
ordinanze repressive, dove il controllo sociale è una realtà quotidiana che
si affianca alla straordinarietà delle teste rotte degli studenti che
facinorosamente volevano avere diritto di parola nel loro Ateneo.

La risposta sia del capo della Digos sia del vice questore, alla semplice
domanda: perchè avete caricato?

"Vi siete impuntati, ma soprattutto non abbiamo trovato nessun interlocutore
con cui arrivare ad una mediazione".
L'onda non ha interlocutori con cui tenere a bada le mobilitazioni, l'onda
non ha referenti e rappresentanti, quindi l'Onda devono reprimerla... è
chiaro no?
Vedremo se ci riusciranno...
Il prossimo apputamento è a breve, alla faccia di chi diceva che l'Onda era
finita.

Martedì sera al Polo Carmignani parleremo anche di questo, all'interno di
un' assemblea pubblica.

una delle teste spaccate

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