Autor: ANDREA AGOSTINI Datum: To: forumgenova Betreff: [NuovoLab] legambiente: storia d'amore e di abuso ( edilizio )
da repubblica.it
mercoledi 4 marzo 2009
Due cuori e una capanna sull'albero
Originale ma abusiva
Un signore quarantenne del levante cittadino ha preso molto alla lettera la canzona di Gino Paoli 'Il cielo in una stanza', costruendo su un pino del Monte Moro una deliziosa casetta, abusiva, per ospitare gli incontri clandestini con la sua amante
di Michela Bompani
Sarà che il cantautore Gino Paoli abita, in linea d'aria, a cinquecento metri da lì. Sarà che quando scoppia la passione "questa stanza non ha più pareti ma alberi infiniti". Così un signore quarantenne del levante cittadino ha preso molto alla lettera Il cielo in una stanza, costruendo su un pino del Monte Moro una deliziosa casetta. Abusiva. Come l´amore che dentro di essa crepitava.
Colto da coup de foudre per una coetanea, l´uomo si è trovato davanti al dilemma di come e dove dare libero sfogo a tanta passione. La coppia, ovviamente, è clandestina e la città, si sa, è piccola e occhiuta. Così si è lanciato nella donchisciottesca impresa di dare una casa a questo amore segreto e per la sua Dulcinea, nel 2005, ha deciso di realizzare, asse dopo asse, palo dopo palo, putrella dopo putrella, cavo dopo cavo, un nido tutto per loro. Con un delizioso pozzo (finto), ai piedi del pino, forse per rinfrescare gli ardori prima di tornare in città.
Una ventina di metri quadrati, una vetrata sul mare, acqua corrente e riscaldamento. Un po´ acrobatico l´accesso, ma i due innamorati avevano certamente altro a cui pensare mentre s´inerpicavano verso il loro nido. Nel 2008, però, tutto finisce. L´incanto si rompe, ognuno per la sua strada. O forse hanno trovato un letto più comodo. La casetta sull´albero, però, rimane a Monte Moro, abbandonata, ben ancorata al suo pino. Avevano cominciato a notarla i boscaioli, gli appassionati di trekking, le guardie della protezione civile, gli ambientalisti: il mistero sul proprietario non si dissolveva, nonostante gli appostamenti per smascherare quell´amore. Di cui però, insieme ai cocci, rimane un eclatante abuso edilizio, come aveva già accertato, durante l´amministrazione Pericu, l´assessore all´Urbanistica Bruno Gabrielli. Inoltre è costruita con cavi e putrelle di acciaio, con soluzioni invasive della pianta. E Legambiente, oggi, lancia la proposta al Comune, che subito raccoglie.
«Essendo quella casa un abuso, l´ufficio edilizia privata di Tursi potrebbe deliberarne l´abbattimento, che dovrebbe avvenire entro 90 giorni dalla disposizione - spiega Andrea Agostini, presidente del circolo Nuova ecologia di Legambiente - ovviamente il proprietario non procederà ad alcuna distruzione, e allora il Comune ne diventerà proprietario. Quella potrebbe essere un´efficace piattaforma di controllo e sosta per la protezione civile e soprattutto per i vigili del fuoco, fondamentale sul Monte Moro, dilaniato ogni estate dai roghi». Risponde immediatamente Roberta Morgano, oggi assessore ai parchi, ma che nel Pericu bis aveva la delega all´edilizia privata e si era occupata del caso: «È un´ottima proposta - dice - che potrebbe essere presa seriamente in considerazione. Dopo aver realizzato i necessari adeguamenti di sicurezza, credo che avrebbe una funzione utilissima». E se è vero che un colpevole torna sempre sul luogo del delitto, chissà che non ci sia qualche nuovo arruolamento tra i vigili del fuoco.