[NuovoLab] La strada e la città come spazio privato

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Autor: ugo
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Betreff: [NuovoLab] La strada e la città come spazio privato
La strada e la città come spazio privato
Alessandro Dal Lago
Il buon Franceschini ha dichiarato che Berlusconi è contro la costituzione. Forse l'ha fatto per dare un po' di colore al suo pallidissimo partito e togliere un po' di terreno sotto i piedi a Di Pietro. In ogni caso, evviva. Tuttavia, è solo la metà della storia. Berlusconi è l'attore supremo e il simbolo della trasformazione autoritaria in Italia. Ma c'è una parte entusiasta del paese che lo segue ed è questo che inquieta davvero.
Diamo un'occhiata alla mappa delle ronde pubblicata ieri da Repubblica. Pressoché assenti nel sud, tranne che a Napoli, dove peraltro i City Angels pattugliano saggiamente la zona bene di Chiaia, le ronde si infittiscono verso nord, fino a punteggiare la Padania da Cuneo a Trieste. CONTINUA | PAGINA 12
Si tratta di iniziative composite e molteplici. Ci sono quelle della Lega, i City Angels, i Blue Berets, gli ex poliziotti o carabinieri, le pattuglie antiabusivi (Venezia), con cane e pettorina (Torino), i nonni-vigili (Genova) e così via. Si va da una certa truculenza della Lega e della destra all'amabilità dei volontari nei parchi, sino, crediamo di capire, a istanze come «riappropriamoci del territorio». Chi sono gli obiettivi di questa montante volontà di controllare? Pedofili, potenziali stupratori, ladruncoli e scippatori, fastidiosi marginali, ambulanti, lavavetri, clandestini, nomadi, barboni. Dunque, per lo più, quei margini o scarti sociali a cui si attribuisce, nonostante la diminuzione costante dei reati, l'allarme generalizzato sulla sicurezza.
E chi sono i rondisti? I cittadini risoluti, i difensori del territorio, le vedette lombarde. Secondo me, qui c'è proprio il punto chiave dell'intera faccenda. Al di là del fatto che magari possono anche non essere esplicitamente di destra, i rondisti dimostrano che il messaggio della Lega ha fatto breccia nell'immaginario locale. Il territorio con al centro la casa. La via come prosecuzione della quiete domestica (una quiete del tutto fantastica, visto che la stragrande maggioranza delle violenze sulla persona e degli abusi sessuali ha luogo in casa). La strada come estensione della fabbrichetta. Dunque, la privatizzazione dello spazio pubblico. Come è noto, in uno spazio privatizzato non si danno conflitti. Per il momento, se qualcuno si oppone pubblicamente alle ronde, interviene la polizia. Ma giorno verrà in cui saranno i difensori del territorio a stabilire chi ha diritto di manifestare in pubblico.
Apparentemente, la cautela del governo verso le ronde, che per il momento non sono armate e vanno autorizzate, è all'insegna della protezione della legalità e contro gli abusi. A me sembra soprattutto la costituzione di cinghia di trasmissione tra poteri e soggetti. La costituzione di un autogoverno senza contenuti.
I cittadini, non più divisi dal conflitto sociale e tacitati sugli interessi, si coalizzano contro il buio. Una grande famiglia felice, che sbarra porte e finestre al tramonto.
Ma la crisi economica risveglierà il conflitto, si potrebbe obiettare. E se invece il razzismo democratico, la bagarre perpetua contro i clandestini, la xenofobia di stato, la mobilitazione locale delle ronde non fossero esattamente la strategia per governare il conflitto che incombe, e cioè il fondamento di un regime autoritario e consensuale?


fonte "il manifesto" 2502 09


ub




Ugo Beiso











Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal