IL SECOLO XIX
Data 20-02-2009
La Gronda di ponente e le opere urgenti
GIANCARLO BONIFAI
ARCANGELO Merella ben conosce i numeri che interessano il nodo autostradale genovese, con ciò intendendo Genova Ovest. Su questo nodo transita quotidianamente un traffico imponente, composto da mezzi leggeri e pesanti, proveniente da tutto il sistema (A 10, A 7, A12) diretto al centro di Genova ed al Porto di Sampier-darena. Non a caso, quindi, Merella sottolinea i transiti che interessano il casello di Genova Ovest più di quelli in entrata a Ventimiglia, spesso diretti alla A6 ed alla A26 prima di interessare il nostro capoluogo.
Se ciò è vero, può allora tentarsi una prima risposta ai numerosi quesiti con i quali si conclude il suo intervento, dopo avere risposto ad un'altra domanda: trattasi prevalentemente di traffico di attraversamento ponente /levante o di transiti di penetrazione urbana in direzione del porto di Sampierdarena e del centro città? La questione è cruciale per le scelte che dovranno essere compiute e per decidere quali siano le infrastrutture prioritarie e quali, tra queste, i lotti da cantie-rare per primi.
In questo senso, l'opzione zero per la Gronda di Ponente, non per il nodo autostradale di Genova, non è un'idea poi cosi peregrina. Ed infatti, solo se si trattasse prevalentemente di traffico di attraversamento, sarebbe evidente la priorità della Gronda di ponente, pur nelle diverse alternative che sono state proposte.
Il problema consisterebbe infatti nell'agevolare il traffico che interessa l'attuale A10 nella tratta ricompresa tra Vol-tri e Genova Ovest ma che non è per nulla diretto in città, dovendo proseguire in direzione nord o levante. Diversamente, ed è ciò che traspare dai dati esposti da Merella, e cioè se il problema da risolvere riguarda il traffico che insite sul nodo di San Benigno perchè diretto in città o al porto commerciale di Sampierdarena, più che della Gronda ci si dovrebbe subito occupare della direttrice Nord/Sud (Genova Bol-zaneto, sistema delle strade di sponda, collegamento con l'A12) e del nodo di San Benigno. I finanziamenti disponibili a seguito degli aumenti tariffari che i genovesi stanno pagando da anni, peraltro, riguardano l'intero nodo di Genova e non la sola Gronda di Ponente che, da sola, ne assorbirebbe la totalità ed oltre. Diversamente, la semplice costruzione di una terza corsia dell'Aio finirebbe soltanto per riversare ancora maggiori volumi di traffico su di un nodo che non è neppure in grado di smaltire gli attuali. Si tratta ora di capire se si intenda finalmente ragionare su questi temi, realizzando al più presto le opere davvero necessarie e indifferibili sotto un profilo trasportistico, o se si voglia invece agire comunque, anche a costo di impiegare oltre quattro miliardi di euro in un investimento di discutibile utilità.