[NuovoLab] nomi dei palestinesi uccisi/ 351° ora in sielnzio

Borrar esta mensaxe

Responder a esta mensaxe
Autor: norma
Data:  
Para: forumgenova@inventati.org, controg8
Asunto: [NuovoLab] nomi dei palestinesi uccisi/ 351° ora in sielnzio





  Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti
Genova pro Palestina

Mercoledì 18 febbraio dalle 17.30 alle 19 sui gradini del palazzo
ducale di Genova, 351° ora in sielnzio per la pace. procederemo
alla lettura ad alta voce dei nomi dei bambini, bambine, ragazzi e
ragazze uccisi a Gaza dall'esercito israeliano.
Ecco di seguito il volantino che verrà distribuito


 STIAMO PROCEDENDO ALLA LETTURA DEI NOMI DELLE VITTIME CHE
L’ESERCITO  ISRAELIANO HA PROVOCATO NEI 22 GIORNI DI GUERRA CONTRO GAZA

 I palestinesi uccisi sono 1414 fra cui 125 donne e 418 bambini.

 I feriti sono 5500: la maggior parte resterà disabile .

 La Striscia di Gaza è la zona più densamente popolata del mondo, (in
370  Km2 sono ammassati 1milione e500 mila abitanti) perché vi si
trovano dei

 campi profughi dove vive parte dei palestinesi che Israele, con la 
politica di pulizia etnica, ha cacciato dale città e villaggi della 
Palestina.

 La Striscia di Gaza è una grande prigione . il blocco decretato da 
Israele, impedisce agli abitanti di entravi e di uscirne: c’è una
grande

 miseria e la fame .

 Il 27 Dicembre 2008 l’esercito israeliano da via al massacro, che
durerà  22 giorni e che ha dichiarato di voler distruggere il partito
di Hamas che  governa la Striscia di Gaza dopo aver vinto elezioni
democratiche senza  alcun broglio come hanno testimoniato gli
osservatori internazionali  presenti.

 Case , Ospedali , Sedi delle Organizzazioni Umanitarie dell’ONU,
Scuole  , Autoambulanze, Civili in Fuga NULLA È RISPARMIATO.

 Nei bombardamenti viene fatto uso anche di FOSFORO BIANCO .

 Mauro della Torre, medico chirurgo italiano a Gaza, dichiara: « 
L’esercito israeliano viola ogni regola, con o senza armi proibite fa 
letteralmente a pezzi donne e bambini»(1)

 E’ molto triste per noi Italiani sapere che le nostre industrie
belliche 
collaborino, con ottimo profitto, con lo stato di Israele per la messa
a  punto delle tecnologie più avanzate in fatto di armamenti

 (1) Dal giornale L’Unità del 15/1/2009 articolo di Umberto Di
Giovannangeli