[NuovoLab] BELEM DOCUMENTI

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Auteur: Sergio Casanova
Date:  
À: forumgenova
Sujet: [NuovoLab] BELEM DOCUMENTI

INOLTRO I DOCUMENTI APPROVATI A BELEM CONTRO LA GUERRA E PER UN NUOVO MODELLO ECONOMICO E SOCIALE:





Belém, 2009

IL FORUM SOCIALE MONDIALE



Assemblea contro la guerra, le basi militari e gli armamenti nucleari
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Noi, movimenti per la pace e contro la guerra, riuniti durante il FSM
di Belém, dichiariamo:

che il capitalismo vive una crisi globale, economica, ambientale,
energetica ed alimentare;
ma la crisi più grande è quella vincolata alla guerra permanente
portata avanti in tutto il mondo e sostenuta dagli Stati Uniti;

che una delle cause della crisi economica mondiale è stata la guerra
permanente e la sua preparazione;

che respingiamo qualsiasi intenzione di scatenare nuove guerre come
via d'uscita dall'attuale crisi;

che la NATO è un organismo militare il cui obiettivo è la dominazione
militare, politica ed economica degli Usa nel mondo; in tal senso
respingiamo la celebrazione del 60esimo anniversario della NATO che si
terrà il 4 Aprile 2009 nella sede del Parlamento europeo nella città
di Strasburgo in Francia. Per questo motivo lanciamo un appello alla
mobilitazione mondiale per l'abolizione della NATO con manifestazioni
in tutto il mondo in quella giornata, e in particolare per l'Europa a
Strasburgo.

Esigiamo lo smantellamento di tutte le basi militari straniere nel
mondo. Appoggiamo la lotta del paese ecuadoriano per la chiusura della
base di Manta ed esigiamo che non venga trasferita in nessun altro
paese dell'America Latina. Allo stesso modo esigiamo la chiusura della
base di Guantanamo e la sua restituzione al governo di Cuba, così come
ci opponiamo alla costruzione di nuove basi come quella di Vicenza in
Italia e di altre basi NATO in Europa. Condanniamo la riattivazione
della Quarta Flotta della marina di guerra degli Usa nei mari e fiumi
dell'America latina. Le sue obiettivo attività hanno come intimidire i
governi ed ostacolare le trasformazioni politiche e sociali degli
attuali processi latinoamericani. Condanniamo anche la creazione di
Africom come strumento di controllo militare del continente africano.

Esigiamo lo smantellamento unilaterale di tutti gli armamenti nucleari
nel mondo e lanciamo un appello a mobilitarsi in occasione della
conferenza sulle armi nucleari. Condanniamo inoltre tutte le azioni
che mirano alla costruzione di nuove armi nucleari in qualsiasi
continente.

Chiamiamo alla mobilitazione contro il vertice del G8 che si
realizzerà in Italia dall'8 al 10 di Luglio 2009 nell'isola della
Maddalena in Sardegna.

Chiediamo l'abbattimento di tutti i muri che ostacolano la libera
circolazione delle persone specialmente del muro che divide la
Cisgiordania, di quello che separa il Messico dagli Stati Uniti, di
tutte le barriere militari e di polizia nel Mediterraneo.

Solidarizziamo con la lotta del popolo vietnamita per la pace e
giustizia nella campagna internazionale di appoggio alle vittime del
Napalm.

Condanniamo lo stato di Israele per le politiche di aggressione ed
occupazione nei territori palestinesi. Condanniamo i massacri commessi
a Gaza e chiamiamo ad una giornata d'azione in solidarietà col popolo
palestinese e per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni
(BDS) contro Israele programmato per il 30 marzo 2009, giornata della
Terra palestinese. Facciamo appello affinché in tutto il mondo vengano
realizzate azioni di BDS. Per fare di questa giornata una giornata
storica per il movimento antiapartheid vogliamo concentrare
l'attenzione su:
1) azioni contro le multinazionali israeliane e internazionali che
appoggiano l'occupazione e l'apartheid portati avanti da Israele;
contro il libero commercio e gli accordi preferenziali con Israele e
contro il commercio di armi con Israele;
2) azioni legali per mettere fine all'impunità di Israele e perseguire
i suoi crimini di guerra attraverso Tribunali Internazionali e
Nazionali."





Per un nuovo modello economico e sociale mettiamo la finanza al suo posto!
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Appello alle ONG, ai sindacati e ai movimenti sociali
Belém, primo febbraio 2009

La crisi finanziaria ha natura sistemica ed emerge in un contesto di
crisi globali (clima, cibo, energia, sociale, ecc.) e di nuovi
equilibri di potere. Tutto ciò rappresenta il risultato di 30 anni di
trasferimenti di reddito dalla forza lavoro al capitale. Questa
tendenza deve essere invertita. Questa crisi è la conseguenza di un
sistema di produzione capitalista basato sul laissez-faire e nutrito
dall'accumulazione a breve termine di profitti da parte di una
minoranza, da una iniqua ridistribuzione della ricchezza, da un
ingiusto sistema commerciale, dalla creazione e dell'accrescimento del
debito ecologico e illegittimo, dall'esaurimento delle risorse
naturali e dalla privatizzazione dei servizi pubblici. Questa crisi ha
impatti sull'intera umanità, prima di tutto sui più vulnerabili
(operai, disoccupati, contadini, migranti, donne) e sui Paesi del Sud
del mondo, che sono le vittime di una crisi di cui non sono
responsabili.
Le risorse per uscire dalla crisi sono a carico della sfera pubblica,
che quindi deve far fronte alle perdite, senza che ne ricavi dei
benefici, per salvare un sistema finanziario che sta alla radice
dell'attuale cataclisma. Ma dove sono le risorse per le popolazioni,
vere vittime di questa crisi? Il mondo non solo ha bisogno di regole,
ma di un nuovo paradigma che metta il sistema finanziario al servizio
di un nuovo sistema democratico internazionale basato sul rispetto dei
diritti umani, su un posto di lavoro decente, sulla sovranità
alimentare, sul rispetto dell'ambiente, sulla diversità culturale,
sulla solidarietà sociale ed economica e su un nuovo concetto di
benessere. Per questo chiediamo di:

- Porre delle Nazioni Unite democratizzate e riformate al cuore della
riforma del sistema finanziario, dal momento che il G20 non è il forum
legittimo per risolvere tale crisi sistemica;
- Creare dei meccanismi permanenti e vincolanti per il controllo dei
flussi di capitali;
- Attuare un sistema monetario internazionale basato su un nuovo
sistema di riserve, includendo la creazione di riserve regionali di
valute per porre fine alla supremazia attuale del dollaro e assicurare
la stabilità finanziaria internazionale;
- Attuare un meccanismo globale di controllo da parte degli Stati e
dei cittadini sulle banche e le istituzioni finanziarie. Le
intermediazioni finanziarie devono essere riconosciute come un
servizio pubblico garantito a tutti i cittadini del mondo e devono
essere portate fuori dagli accordi di libero commercio;
- Proibire gli hedge found e i mercati over the counter, dove vengono
contrattati senza alcun controllo pubblico i derivati e altri prodotti
"tossici";
- Mettere fine alle speculazioni sulle commodities, prime fra tutti il
cibo e il petrolio, implementando dei meccanismi pubblici di
stabilizzazione dei prezzi;
- Smantellare i paradisi fiscali, sanzionare coloro che li utilizzano
(singoli, compagnie, banche e società di intermediazione finanziaria)
e istituire un'organizzazione internazionale sulle tasse per
combattere l'elusione e l'evasione fiscale;
- Cancellare il debito illegittimo e insostenibile dei Paesi più
poveri e creare un sistema democratico, equo e vincolante per regolare
i prestiti che sia al servizio di uno sviluppo equo e sostenibile;
- Creare un nuovo sistema internazionale per un'equa redistribuzione
delle risorse e del benessere attuando un sistema di tassazione
progressivo a livello nazionale e istituendo delle tasse
internazionali (sulle transazioni finanziarie, sulle attività
inquinanti e sui redditi elevati) per finanziare i beni pubblici
globali.
Chiediamo alle ONG, ai sindacati e ai movimento sociali di convergere
in modo di creare una lotta per il raggiungimento di questo nuovo
modello. Li invitiamo a mobilitarsi in tutto il mondo, in particolare
nei confronti del G20, a partire dal prossimo 20 marzo in poi.

Per sottoscrivere l'appello e vedere l'elenco aggiornato dei
firmatari: www.choike.org/gcrisis
E' anche possibile sottoscrivere l'appello inviando una e-mail a:
finance@??? (specificando il nome dell'organizzazione, il
Paese e un contatto e-mail)

Questo appello è il risultato di una serie di seminari che si sono
tenuti nel corso del World Social Forum di Belém del 2009, e che
hanno coinvolto, tra gli altri: Action Aid, Attac, BankTrack, CADTM,
CCFD, CEDLA, CNCD, CRID, Eurodad, Global alternatives Forum, IBON,
International WG on Trade-Finance Linkages, LATINDADD, Networkers
South-North, NIGD, SOMO, Tax Justice Network, Transform!, OWINFS, War
on Want, World Council of Churches.

DA IL GRANELLO DI SABBIA (n°188)
Bollettino elettronico quindicinale di ATTAC
Venerdì 13 febbraio 2009
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