[NuovoLab] Prima che sia troppo tardi

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_Prima che sia troppo tardi_


    di Sandro Mezzadra*


Sulle misure discriminatorie (/razziste/) nei confronti dei migranti
contenute nel "pacchetto sicurezza" hanno scritto l'essenziale, su
queste colonne, Alessandro Dal Lago
<http://www.meltingpot.org/articolo14012.html> (venerdì) e Annamaria
Rivera (sabato). Altri elementi li ha aggiunti Gad Lerner, su
"Repubblica" di domenica.
Non ripeto le cose già dette egregiamente da loro e da quanti (tanti,
troppo pochi), animati dall'indignazione hanno cominciato a mobilitarsi
in questi giorni. Sottolineo solo la drammaticità, il carattere
spaventoso, di queste misure nel contesto di crisi generale che stiamo
vivendo (e che continueremo a vivere a lungo).

Si pensi alla decretazione d'urgenza invocata da Berlusconi come una
delle poste in gioco fondamentali nella partita che, con rivoltante
cinismo, ha aperto sul corpo di Eluana Englaro e sulle vite straziate
dal dolore dei suoi genitori. Scrive Annamaria Rivera, con la poca
ironia residua in questi giorni cupi, che vi è "qualche vaga analogia"
con gli anni '30. Aggiungiamoci Tremonti, che con il suo sorriso
rassicurante e con linguaggio chiaro a "massaie" e "gente semplice" ci
spiega la crisi: il lavoro, la produzione, quelli sì sono buoni;
"cattiva" è la finanza. Dicevano qualcosa di diverso i nazisti? No,
specificavano solo che lavoro e produzione erano buoni in quanto
tedeschi, la finanza cattiva in quanto ebraica.

Intendiamoci. Non credo che di fronte a noi ci sia il "fascismo". Ma può
esserci perfino qualcosa di peggio, di radicalmente nuovo e al tempo
stesso terribilmente antico. Vecchio come il razzismo, nuovo come è il
tempo che viviamo, un tempo in cui pericoli immani convivono accanto
alla possibilità di reinventare l'uguaglianza e la libertà. /Razzismo/:
una cosa diversa dalla "xenofobia". Xenofoba è la signora che dichiara
al TG1 che "non ne può più", che bisogna cacciare a calci in culo questi
"zozzi", i rumeni e gli albanesi. Razzista è quello che Alessandro Dal
Lago chiama lo "stigma ufficiale"
<http://www.meltingpot.org/articolo14012.html>, impresso sui corpi dei
migranti dalla /legge/, dallo Stato.

/Vogelfrei/, "liberi come uccelli", venivano definiti nel basso medioevo
germanico i soggetti, poveri e malati, mendicanti e vagabondi, che erano
talmente liberi (privi di protezione) da poter essere trattati come
uccellagione nella stagione della caccia. Quando oggi incontrerete un o
una migrante, nelle vostre città e nei vostri paesi, davanti a voi ci
sarà un uomo o una donna "libero/a come un uccello".
Non sono bastati i pogrom di Napoli, la scorsa primavera, a scuotere le
nostre coscienze? Perfetto, oggi ci sono i linciaggi, i corpi cosparsi
di benzina e incendiati, le fucilate. E tutto questo, per tacere delle
italiche peculiarità, /dentro una crisi devastante del capitalismo
globale/. Che ricorda il '29. Non basta ancora?

Una grande mobilitazione generale, una rivolta civile dei giovani
dell'onda e dei pensionati, delle associazioni cattoliche e dei
"democratici", dei centri sociali e dei boy scout, della CGIL e del
sindacalismo di base, del giornalismo indipendente e pure di quello
dipendente, se ha una coscienza: di questo c'è bisogno, a partire da
ieri. O è più importante la soglia del 4% alle europee o l'accordo con
la Lega sul federalismo e sulla giustizia?

Il 7 ottobre del 1989, dopo l'assassinio a Villa Literno di un ragazzo
sudafricano, Jerry Essan Masslo, vi fu a Roma una grande manifestazione.
Quella manifestazione ha aperto una straordinaria stagione di
mobilitazioni anti-razziste e di lotte dei migranti. La paura e il
delirio sicuritario sono cresciuti negli anni successivi, oculatamente
incoraggiati in un autentico spirito bipartisan, fino a condurci dove
siamo oggi. Ma li abbiamo contrastati, tenacemente, duramente,
conquistando anche vittorie grandi e piccole. Possiamo tornare allo
spirito del 7 ottobre del 1989, ben sapendo che tutto è cambiato da allora?

*Possiamo costruire una grande manifestazione unitaria contro il
razzismo, magari in una delle cittadelle della Lega, a Treviso o a
Verona, a Brescia o a Bergamo?** Costruiamola insieme. Subito, prima
appunto che sia troppo tardi. Ne va delle vite di centinaia di migliaia
di donne e di uomini in questo Paese, ed è questo l'essenziale. Ma ne va
anche della possibilità di costruire un'uscita in avanti dalla crisi che
stiamo vivendo.*

*** Docente presso la facoltà di Scienze Politiche all'Università di
Bologna, autore di "Diritto di fuga" e promotore della rete Uninomade

*Vedi anche:*

Pacchetto sicurezza - Il controllo sulla vita. La vera emergenza è il
razzismo. <http://www.meltingpot.org/articolo13974.html>
Intervista al Prof. Sandro Mezzadra
Pacchetto sicurezza: la società nell'ombra del sospetto.
<http://www.meltingpot.org/articolo13971.html>
Interviste e approfondimenti a cura del Progetto Melting Pot Europa
Prolungamento dei tempi di detenzione - La forma campo come governo
flessibile dell'esubero <http://www.meltingpot.org/articolo13985.html>
a cura di Sandro Mezzadra

Articolo pubblicato sul quotidiano Il Manifesto giovedì 12 febbraio.

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Le pulci sognano di comprarsi un cane,
e i nessuno di smarrire la miseria:
sognano un giorno magico
che piova d'improvviso la fortuna,
che la fortuna piova a catinelle.
Ma la fortuna non piove mai,
né ieri, né oggi, né domani,
nemmeno a goccioline,
per tanto che la invochino i nessuno,
o gli pruda la mano sinistra,
o scendano il letto col piede destro,
o comincino l'anno nuovo rinnovando la scopa.
I nulla: figlio di nulla , padroni di nulla.
I nessuno: i niente, gli annientati, i senza fiato,
morti di vita, fottuti, fottutissimi.
Quelli che ci sono senza essere.
Che non parlano lingue, ma dialetti.
Che non professano religioni, ma superstizioni.
Che non fanno arte, ma artigianato.
Che non fanno cultura, ma un folklore.
Che non sono esseri umani, ma espedienti umani.
Braccia senza volto.
Numeri senza nome,
che non figurano nella storia universale,
ma nella cronaca nera della stampa locale.
I nessuno,
che costano meno della pallottola che li uccide.

Eduardo Galeano
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