[Badgirlz-list] NOI NON SEGNALIAMO!

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Author: Errata
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To: l38squatter
CC: badgirlz-list
Subject: [Badgirlz-list] NOI NON SEGNALIAMO!

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[ALL'ATTENZIONE SOPRATTUTTO DI CHI LAVORA IN STRUTTURE OSPEDALIERE O NELLE
ASL




NOI NON SEGNALIAMO!





VENERDI' 13 FEBBRAIO, ORE 11-18, PIAZZA RE ENZO

ORE 17: INTERVENTI




"ci sono momenti in cui è professionalmente e umanamente

necessario esprimere in modo chiaro ed esplicito la propria posizione,

in cui non è possibile tacere se non a costo di essere complici".



http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/







NOI NON SEGNALIAMO!





L'emendamento approvato in Senato il 5 febbraio scorso, con il quale si
cancella il divieto di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono
alle strutture sanitarie, è una norma contraria all'etica ed alla
deontologia medica, al vincolo del segreto professionale ed al dettato
costituzionale che tutela la salute individuale e collettiva. I nostri
ospedali ed i nostri ambulatori offrono una garanzia di salute: sono luoghi
di cura, non di discriminazione o delazione.





Se la norma diventerà legge gli immigrati irregolari, temendo di
essere denunciati, non cercheranno più assistenza nei nostri
ambulatori e si cureranno in strutture non riconosciute.



I casi più gravi ricorreranno intempestivamente a cure d'urgenza
presso il Pronto Soccorso, con conseguente peggioramento degli esiti in
salute ed aggravio dei costi per il Sistema Sanitario. Verrà
così di fatto negato ad una categoria di individui il diritto alla
salute, e ci si esporrà al rischio di diffusione di malattie che
tipicamente attecchiscono e proliferano dove c'è emarginazione,
povertà, mancata tutela di diritti fondamentali. Si rischia una
sanità clandestina, addirittura più sanità
clandestine.
Si rischia la perdita del controllo sanitario. Si rischia, soprattutto, una
deriva dello stato di diritto.



Non vogliamo giungere all'obiezione di coscienza, vogliamo che tale
emendamento venga cancellato. A sostegno di ciò si è da tempo
formato un fronte ampio, trasversale alle ideologie, che accomuna
realtà diverse tra loro (Società Italiana di Medicina delle
Migrazioni, Medici Senza Frontiere, Federazione Nazionale Ordini dei
Medici,
Federazione Italiana Collegi Infermieri, Osservatorio Italiano Salute
Globale, Federspecializzandi, associazioni di volontariato ecc.).
Più
di recente, alcune Regioni come Puglia, Umbria e Toscana hanno
pubblicamente
affermato la propria intenzione di adottare misure locali di contrasto al
provvedimento, qualora venisse approvato in via definitiva.



Come associazioni del settore, attive nel territorio di Bologna,
rivolgiamo
il nostro appello:



ai senatori e deputati della Regione Emilia Romagna, affinché in
sede di ulteriore dibattito parlamentare si oppongano con ogni mezzo
all'approvazione definitiva dell'emendamento;



alle istituzioni locali e regionali, affinché si impegnino in
iniziative concrete per prevenire e contrastare, nell'ambito della propria
autonomia e competenza, gli effetti ingiusti e dannosi della norma.



Invitiamo inoltre gli operatori sanitari, le associazioni di volontariato
e
di migranti, e tutti i cittadini a manifestare la propria opposizione al
provvedimento








VENERDÌ 13 FEBBRAIO 2009, dalle ore 11 alle ore 18, in Piazza Re
Enzo



Ci sono momenti in cui è professionalmente e umanamente necessario

esprimere in modo chiaro ed esplicito la propria posizione, in cui non

è possibile tacere se non a costo di essere complici.



Associazione Sokos

Salute Senza Margini

AsSpeBo (Associazione Specializzandi Bologna)

Federspecializzandi

Gruppo Prometeo (Facoltà di Medicina e Chirurgia)

Fisioterapisti Senza Frontiere

Associazione Fisioterapisti Italiani - Emilia Romagna

AMISS (Associazione Mediatrici Interculturali Socio-Sanitarie)

Avvocato di Strada ONLUS

Associazione Amici di Piazza Grande ONLUS










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L'APPELLO CONTRO UNA LEGGE PERSECUTORIA









Per chi ne fosse ancora all'oscuro, questi sono i contenuti della legge e
l'appello fatto

girare qualche giorno prima dell'approvazione, nel tentativo di fermarla:











http://www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it/appello.asp







Dal giuramento d’Ippocrate:


Giuro di osservare il segreto su tutto ciò che mi è
confidato,
che vedo o che

ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in
ragione

del mio stato








APPELLO “DIVIETO DI SEGNALAZIONE”





Siamo medici ed infermieri, non siamo spie




Le organizzazioni firmatarie esprimono preoccupazione ed allarme per le

conseguenze della possibile approvazione dell’emendamento 39.306
presentato in

sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato, volto a sopprimere
il comma

5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico

sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione
alle autorità”.


Il suddetto comma 5 attualmente prevede che “l’accesso alle
strutture sanitarie

(sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in

regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di
segnalazione

all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a
parità di

condizioni con il cittadino italiano”.


Questa disposizione normativa è presente nell’ordina mento
italiano già dal

1995, attraverso l’art. 13, proposto da una vasta area della
società civile,

del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed
approvato
dal

centro destra anche con i voti della Lega. La “logica” della
norma non è solo

quella di “aiutare/curare l’immigrato irregolare”, ma
anche quella di dare

piena attuazione all’art. 32 della Costituzione, in base al quale la
salute è

tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed

incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna
natura,

comprese – nello specifico – quelle derivanti dalla cittadinanza
o dalla

condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione
e/o

denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe
nell’immigrato privo

di permesso di soggiorno e bisognoso di cure medi che una reazione di
paura
e

diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie.
Tutto

ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione
sanitaria” di una

fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando
i

fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non

segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di


garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute. Appare pertanto


priva di significato l’ipotesi di affidare alla libera scelta del
personale

sanitario se procedere o meno alla segnalazione dello straniero
poiché ciò, in

contrasto con il principio della certezza della norma, lascerebbe al mero

arbitrio dei singoli l’applicazione di principi normativi di portata

fondamentale.


La cancellazione di questo comma vanificherebbe inoltre
un’impostazione che nei

13 anni di applicazione ha prodotto importanti successi nella tutela
sanitaria

degli stranieri testimoniato, ad esempio, dalla riduzione dei tassi di
Aids,

dalla stabilizzazione di quelli relativi alla Tubercolosi, dalla riduzione


degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso
alla


nascita, mortalità perinatale e neonatale ...). E tutto questo con
evidente

effetto sul contenimento dei costi, in quanto l’utilizzo tempestivo e


appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di
accessibilità)

si dimostra non solo più efficace, ma anche più
“efficiente” in termini di

economia sanitaria.


Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:

- spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione
straniera che in tal

modo sfuggir&ag rave; ad ogni tutela sanitaria;

- incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed
organizzazioni

sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di
verifica della

sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti
clandestini, minori

non assistiti, ...);

- creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché
gli
stranieri non

accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;

- avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di
diffusione di

eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli

interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di
interventi di

prevenzione;

- produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le


prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei

mancati interventi precedenti di terapi a e di profilassi, le condizioni
di


arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e
necessiteranno

di interventi più complessi e prolungati.


Hanno espresso posizioni analoghe gli Ordini ed i Collegi che
rappresentano, su

base nazionale, le principali categorie di operatori impegnati
nell’assistenza

socio-sanitaria alle persone immigrate: Federazione Nazionale degli Ordini
dei

Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FnOMCEO), Federazione Nazionale Collegi

Infermieri (IPASVI), Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche
(FNCO),

Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).


Per le ragioni sopraesposte rivolgiamo un sentito appello affinché i
senatori

di qualunque schieramento respingano la citata proposta emendativa all'art.
35

del Dlgs.286/98 e comunque, nell’incertezza di una eventuale
riformulazione di

emendamenti specifici, chiediamo che l’articolo 35 del Dlgs.286/98
rimanga per

intero nella sua attuale formulazione.


Si prega di comunicare l’adesione all’appello
all’indirizzo mail:

ombretta.scattoni@???

Per informazioni: 06/4486921 – 329/9636533

Primi firmatari

Medici senza Frontiere (MSF)

Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM)

Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI)