[Lecce-sf] (senza oggetto)

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Szerző: Antonella Mangia
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Tárgy: [Lecce-sf] (senza oggetto)
Denuncia on line il campo rom

                 Nella
ormai guerra aperta a migranti e nomadi, dopo i medici, a essere
chiamati in causa sono i cittadini romani. L’assessora alle Politiche
sociali del comune di Roma, Sveva Belviso, ha aperto un gruppo su
Facebook con il quale invita a segnalare i “micro insediamenti abusivi”.


    
12.02.2009:



    Si è cominciato con i medici e la “possibilità” di denunciare gli immigrati privi
di permesso di soggiorno che si presentano per curarsi nelle strutture
sanitarie italiane. Ora si passa ai cittadini che, tramite Facebook,
“possono” segnalare “i micro insediamenti abusivi” che si trovano nella
capitale. E’ questa l’ultima trovata di chi oramai ha deciso di
dichiarare guerra aperta a migranti e nomadi: utilizzare la gente, dar
vita a contrapposizioni, esasperare gli animi. 



    L’iniziativa via web
parte dall’assessora alle Politiche sociali del comune di Roma, Sveva
Belviso che, fondando un gruppo su Facebook, fa passare la segnalazione
come azione di riordino. “L'Amministrazione comunale sta ultimando le
operazioni relative al piano cittadino sui nomadi e a tal proposito,
affinché questa operazione sia più efficace, vi invito a segnalarmi
l'eventuale presenza di micro insediamenti abusivi così da poterli
includere nel più ampio piano di riordino” - scrive.



    In pochi giorni i membri
iscritti salgono a 352 e le segnalazioni cominciano ad arrivare. Da
martedì ad oggi sono 14 le soffiate on line di chi riesce ad affermare:
“una cosa che continuo a trovare sono quei poveretti ai semafori, uno
schifo, un'offesa per l'essere umano e per la città che permette tutto
questo” e incita a far qualcosa. 



    Non è la prima volta che
sul web nascono gruppi di questo tipo. Da tempo Facebook, questo grande
social network senza controllo, è diventato la piazza dove sfogare
razzismo e xenofobia. Ma c’è anche chi si oppone (sono oltre 10mila gli
utenti iscritti a “Cacciamoli da Facebook”) e riesce a ottenere che
gruppi di questo tipo vengano cancellati (è successo con “Brucia la
roulotte di quartiere” e “Uno di meno”, il gruppo “dedicato” a Carlo
Giuliani, il ragazzo ucciso durante il G8 di Genova).
http://www.combonifem.it/articolo.aspx?a=1102&t=N




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