CROCEFISSI E LIBERTÀ DI
INSEGNAMENTO
Il professor Franco Coppoli di Terni, esponente dei Cobas scuola, è stato convocato per l'11 febbraio dal Consiglio di disciplina del Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione (CNPI) per aver rimosso il crocifisso in classe all'inizio delle proprie lezioni, riappendendolo alla parete alla fine dell'ora.
Coppoli rivendica la libertà docente di non fare lezione sotto un simbolo, appeso dietro la cattedra, di una specifica confessione religiosa, invocando la libertà di insegnamento, la libertà religiosa e la laicità dello Stato e della scuola pubblica previste dagli articoli costituzionali.
L'ordine del dirigente scolastico dell' Istituto "Casagrande" di Terni di non rimuovere il crocifisso e la minaccia di provvedimenti disciplinari si configurano come atti discriminatori sul luogo di lavoro: costringere un docente ad insegnare sotto un crocifisso impone infatti una posizione di inferiorità del docente non cristiano o non credente - che si trova obbligato a fare lezione sotto un simbolo che non può essere costretto ad accettare come proprio - rispetto agli insegnanti cattolici o cristiani, i quali vedono la loro autorità simbolicamente valorizzata dalla scuola.
Per giunta va ricordato che non esiste alcuna norma che preveda l'obbligo del crocifisso in aula, essendo abrogate le norme fasciste che inserivano il crocifisso tra gli arredi scolastici nelle scuole elementari e medie, in base alla sentenza della Cassazione del 1 marzo 2000 ("esse...trovano fondamento nel principio della religione cattolica come sola religione dello Stato, contenuto nell'art. 1 dello statuto albertino: principio che proprio il punto 1 del protocollo addizionale degli accordi di revisione del 1984 considera espressamente - se pur ve ne fosse stato bisogno dopo l'entrata in vigore della Costituzione - non più in vigore, con conseguenti ricadute implicite sulla normativa secondaria derivata").
L'attacco discriminatorio a Coppoli si inserisce in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nelle vita politica italiana, di cui abbiamo avuto eclatanti dimostrazioni in questi giorni con la presentazione da parte del governo prima di un decreto legge e poi di un ddl, scritti sotto la dettatura del Vaticano, che puntavano a invalidare una sentenza della Corte di Cassazione e a violare pesantemente la tutela delle libertà personale di una donna da 17 anni in stato vegetativo irreversibile. E' significativa anche la coincidenza con l'80° anniversario della firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), il cui art. 1 indicava la religione cattolica come "la sola religione di Stato". Nonostante l'esplicita abrogazione di quel principio le vicende degli ultimi anni caratterizzano l'Italia come uno Stato ancora confessionale (e finanche teocratico), in aperta violazione del principio di laicità previsto dalla Costituzione.
Il modo decisamente migliore per "festeggiare" questa ricorrenza è affiancare il sostegno a Franco Coppoli con la PARTECIPAZIONE IN MASSA DEL "POPOLO DELLA SCUOLA PUBBLICA" ALLA MANIFESTAZIONE "NO VAT" INDETTA PER SABATO 14 FEBBRAIO A ROMA (P.DELLA REPUBBLICA ORE 15)
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas della scuola