[Lecce-sf] Sulla centrale a biomasse a Lecce ( Maria Ingross…

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Aihe: [Lecce-sf] Sulla centrale a biomasse a Lecce ( Maria Ingrosso- Sergio Starace)
LA MOBILITAZIONE POPOLARE BLOCCA LA CENTRALE A LECCE



         Da alcuni anni a questa parte la classe padrona italiana ha trovato un'altra gallina dalle uova d'oro da sfruttare per realizzare profitti comodi e sicuri a spese della collettività. Ci riferiamo alla produzione selvaggia di energia proveniente da fonti alternative e/o spacciate per tali; infatti moltissimi imprenditori d'assalto si sono letteralmente tuffati nel mare magnum delle opportunità offerte dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) varato dalla giunta guidata da Nichi Vendola per proporre alle varie realtà locali decine e decine di progetti di realizzazione di centrali per la produzione di energia elettrica, derivante dalle più svariate fonti. Nonostante la Puglia produca oltre il 60% in più del proprio fabbisogno energetico a costo di pesantissime ricadute ambientali che colpiscono in particolare tutto il Salento, la sconsiderata politica filocapitalistica del governo regionale sta trasformando il nostro territorio in una colonia interna che serve il resto del Paese senza alcuna conseguenza negativa , per  questo,  sul piano ambientale e sanitario, mentre devasta il territorio pugliese e moltiplica per i suoi abitanti le occasioni di malattia e di morte. Il PEAR  infatti contempla la triplicazione della già sovrabbondante quantità di energia prodotta in questa terra in cui le neoplasie e le malattie respiratorie sono considerevolmente aumentate, come  attestato da oncologi di fama e da specialisti nelle malattie respiratorie. Il nostro territorio, che prima poteva vantare, rispetto alle zone più industrializzate del Paese, una certa scarsa incidenza di queste terribili patologie, ora ha raggiunto, purtroppo, le percentuali di province come Milano o Torino, che peraltro stanno conoscendo un'inversione di tendenza grazie ai "dispositivi" e alle tecnologie adottate per ridurre sensibilmente le conseguenze perniciose dell'inquinamento ambientale. Tutto questo in nome di un volutamente malinteso solidarismo tra regioni a cui si appella il governatore Vendola, violentando la vocazione naturale della nostra regione, la cui economia potrebbe reggersi benissimo solo sui settori dell'agricoltura e del turismo, i quali invece così rischiano di essere completamente e irrimediabilmente compromessi. La corsa degli "imprenditori" (anche forestieri, attirati qui dal "filone d'oro" ) all'insediamento di  complessi energetici spessissimo propagandati come "puliti" quando non lo sono affatto, ha creato nel Leccese una situazione schizofrenica che vede il proliferare incontrollato e privo di qualunque argine di centrali di ogni sorta. I movimenti ambientalisti sorti spontaneamente nelle diverse realtà locali sono costretti ad intervenire affannosamente nei più svariati "teatrini" della politica locale, sempre pronta ad accontentare le brame dei vecchi, nuovi e/o improvvisati avventurieri del lucro facile. Per innalzare baluardi contro la scellerata svendita del territorio di volta in volta giustificata sull'altare della necessità di posti di lavoro, dello sviluppo e della modernità, di misere "royalties", che occultano quasi certamente meschini illeciti accordi tra imprese e politici. In questo scenario si è mosso prontamente il Collettivo Iqbal Masih di Lecce, che, avendo ripreso la lotta contro l'ecomostro della centrale a carbone di Cerano, ha dovuto poi dedicare i massimi sforzi al contrasto dei piani di insediamento di centrali a biomasse, che si andavano ad aggiungere ai veleni già da vent'anni vomitati sia dal polo energetico brindisino che dall'Ilva di Taranto su tutto il Salento. Tali centrali vengono capziosamente presentate come ecocompatibili per la presenza del prefisso "bio", ma in realtà ( almeno quelle di prima generazione ), bruciando olii vegetali, risultano fortemente inquinanti; ne sono previste ben dodici nella sola provincia di Lecce, per complessivi 300 mgw, quanto basta per asfissiare l'intero territorio. Nonostante la situazione estremamente critica e le mistificazioni di cui sopra amplificate sistematicamente dagli organi di informazione asserviti agli interessi del capitale, i compagni del Collettivo hanno dato vita ad una lotta senza quartiere alle lobbies dei massacratori dell'ambiente, creando il Forum Ambiente e Salute Salentino e cercando nello stesso tempo un coordinamento con tutte le altre realtà che si battevano su questo terreno. Le iniziative realizzate  hanno puntato alla massima efficacia possibile e non hanno lasciato nulla di intentato, praticando sia l'informazione capillare della popolazione, per mezzo anche di sit-in, sia percorrendo la via giudiziaria e denunciando tutte le scorrettezze formali ( sostanziali! ) dei vari iter seguiti dai soggetti ( imprenditori e amministratori comunali ) interessati agli "affari". In poco tempo il Forum, grazie all'entusiastica risposta dei cittadini salentini, ha raccolto migliaia di firme contro la centrale ad olio di girasoli (girasoldi ) che doveva sorgere alle porte della città di Lecce , ha bloccato con una diffida l'approvazione della delibera che avrebbe dato il via alla costruzione della centrale e costretto l'amministrazione a indire un'istruttoria pubblica per la discussione  del progetto aperta alle associazioni di base, così come previsto dallo Statuto comunale  prima completamente bypassato. Anche i giornali locali e le tv hanno dovuto riservarci degli spazi e la nostra battaglia ha aperto i primi varchi e creato delle forti contraddizioni negli schieramenti politici sia della maggioranza che dell'opposizione; all'interno del Forum il Collettivo Iqbal Masih non ha trascurato mai di legare la lotta popolare ambientalista con una visione più globale che non facesse perdere di vista lo stretto rapporto tra salvaguardia dell'ambiente e necessità di abbattere il sistema capitalistico e imperialistico mondiale. Il 6 febbraio scorso abbiamo raccolto il primo risultato dei nostri sforzi: il Consiglio comunale di Lecce, riunito per deliberare definitivamente in merito alla questione della centrale, anche sull'onda del grande clamore creato dalla protesta popolare, non ha di fatto preso nessuna decisione, facendo decadere il progetto dell'imprenditore De Masi, per decorrenza dei termini previsti dalla normativa. Non possiamo non dirci parzialmente soddisfatti di ciò, anche perché questo significa che la centrale non si fa. Certo, bisognerà seguire gli sviluppi della vicenda, non abbassare mai la guardia e puntare soprattutto ad intervenire massicciamente sul governo regionale per imporre una totale ripianificazione energetica che rispetti le esigenze dei cittadini e la volontà popolare. In questi obiettivi di risanamento del territorio pugliese rientra la chiusura o quantomeno la totale riconversione a gas metano dell'ecomostro di Cerano; sentiamo che la popolazione  è con noi e questa consapevolezza ci dà la forza di perseverare nella nostra lotta.




           Maria Ingrosso e Sergio Starace