Autore: ca_favale_mlist Data: To: ca_favale_mlist Oggetto: [inquieto] [Fwd: Di seguito il testo del volantino dell'iniziativa contro il nucleare a Genovavenerdì 13 febbraio]
Di seguito il testo del volantino dell'iniziativa contro il nucleare a
Genova venerdì 13 febbraio.
L’unico sentimento realmente condiviso nell’odierno disastro sociale è
la paura. Paura della “crisi”, paura del ritrovarsi “con le pezze al
culo”, paura del domani. In sintesi: paura della fine di un mondo che -
per quanto marcio- sembrava l’unico possibile.
Ed è proprio attraverso questo terrore diffuso che ci accomuna che i
padroni, nella loro inesauribile follia ed ingordigia, riescono a far
passare sotto i nostri occhi i progetti più devastanti come
ineluttabilità.
La crisi delle risorse energetiche è legata a filo continuo con quella
della produzione, i disastri ambientali e le malattie che si abbattono
sull’umanità come un flagello biblico sono la diretta
conseguenza del delirante progresso tecnologico e scientifico che da
diversi lustri la società ha sviluppato.
Non sazi, e non sapendo come correre ai ripari, i padroni ed i
governanti ci ripresentano oggi come unica soluzione possibile per
tamponare il disastro il ritorno al nucleare.
Riattivare ed ammodernare i vecchi siti chiusi dopo il referendum del
1986, aprirne di nuovi,
essere energeticamente indipendenti...
Questo il progetto dei politici che di qui a poco tenteranno di attuare.
L’uomo ha la memoria corta, oltre a questo è evidentemente piuttosto
miope.
In pochi decenni di sviluppo dell’industria del nucleare questa ha
causato milioni di morti: uomini e donne travolti negli “incidenti”,
fughe radioattive che hanno portato e porteranno ancora per anni
malattie d’ogni genere, interi territori (specie nei Paesi poveri) usati
come discarica per le scorie in cui è in atto un vero e proprio
genocidio.
Eppure tutte queste tragedie non sono bastate. In Italia, come un po’
dappertutto nel mondo (dalla Cina al Cile passando per l’Arabia
Saudita), il rilancio del nucleare pare ormai scontato.
Non è bastato Tchernobyl, non è bastato nemmeno l’incidente avvenuto la
scorsa estate a Tricastin, in Francia, dove - per una volta è stato reso
pubblico - chilogrammi e chilogrammi di materiale radioattivo, scorie
accumulate come in una qualunque discarica, hanno contaminato l’acqua ed
il territorio circostante, e questo non si risolverà che fra milioni di
anni.
Ora, mentre l’Italia parla di seguire il “fulgido” esempio francese,
oltralpe dopo quarant’anni in cui l’intero territorio è stato
disseminato di centrali, si sta sperimentando un nuovo reattore “di
terza
generazione” (Flamanville, Normandia) con le annesse linee ad alta
tensione ed è in costruzione un laboratorio nucleare sperimentale
internazionale per la ricerca militare e civile.
È urgente ricominciare a riflettere sul come opporsi alla follia
padronale e politica dilagante. È il caso si rispolverare le battaglie
contro il nucleare che negli anni ottanta - in tanti Paesi d’Europa -
hanno dato non poche preoccupazioni ai padroni.
Per questo invitiamo ad un incontro ed un dibattito che possa portarci a
riflettere ed agire contro l’orrore “progressista”, di cui il nucleare è
un tassello importante oltre che fra i più nocivi. Pensiamo che sia
importante che la lotta rinasca subito ovunque, in Italia ed altrove.
Proponiamo oggi uno scambio ed una riflessione sulla pericolosità
quotidiana del nucleare - attraverso l’esperienza di un compagno
francese che per anni ha lavorato all’interno delle centrali come
operaio interinale - e sull’esperienza dei movimenti e delle lotte
radicali, in particolare Plogoff (Bretagna) fine anni ‘70,
anti-nucleari.
Per fermare il nucleare ora, ovunque.
Per il rovesciamento di un mondo fatto di sfruttamento, veleni, paura e
autoritarismo.
Individualità denuclearizzate
Venerdì 13
febbraio, ore 17:00
Facoltà di Lettere e Filosofia, Aula M
Via Balbi 4, Genova