[Lecce-sf] R: lettera aperta ai cittadini

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Autor: siempre@virgilio.it
Data:  
A: forumlecce
Assumpte: [Lecce-sf] R: lettera aperta ai cittadini
ADESIONE

Coop. Soc. Commercio Equo e Solidale, ONLUS
Bottega del Mondo
"Made in Dignity", Lecce

----Messaggio originale----
Da: silvtome@tin.
it
Data: 29-gen-2009 9.29 PM
A: "social forum"<forumlecce@inventati.
org>
Ogg: [Lecce-sf] lettera aperta ai cittadini


Lecce come Taranto?



Martedì 3 febbraio il Consiglio Comunale di Lecce è riunito per
decidere se approvare o respingere il progetto presentato dal gruppo
Italgest Energia SpA (targato Confindustria) che chiede
l'autorizzazione per costruire una centrale elettrica alle porte della
città. Appena oltre la tangenziale a Nord Ovest di Lecce, nei pressi
della strada che conduce a Novoli, il gruppo vorrebbe costruire una
centrale propagandata come miracolosa, un regalo per i cittadini. La
chiamano Centrale a Biomasse, un bel nome seducente fatto apposta per
farla piacere, desiderare. Così si nasconde che serve per bruciare olio
e fare soldi, che è cosa volgare e non si dice. Non si dice, anche,
quanto sia pericolosa, molto pericolosa. Gli illusionisti pubblicitari
nascondono una vecchia "sola" in un abito nuovo, cucito su misura per
impressionare buoni creduloni. Chi può credere, infatti, che "Heliantos
1", la prima di due centrali che si vogliono insediare nel Salento,
graziosamente dedicata agli abitanti di Lecce, città d'arte, sarà
l'unica centrale al mondo a non inquinare, a non far male? Chi può
credere che queste centrali, addirittura, produrrebbero vantaggi per
l'economia locale, salvando l'agricoltura da un disastro creato proprio
dagli industriali? Che aggiusterebbe pure il clima, aiutando l'Italia a
rispettare l'impegno nazionale, scritto sull'acqua, di ridurre le
emissioni di CO2 , il gas che provoca il surriscaldamento del pianeta?

Esiste sul pianeta una centrale diesel capace di queste meraviglie?
Ovvio che no. Ma è questo che dicono gli ingegneri che l'hanno
progettata. Basta prendere un motore diesel, alimentarlo ad olio
vegetale, applicare l'etichetta bio e il gioco è fatto. Una panzana
gigantesca che non si potrebbe dare a bere nemmeno al più stupido e
sprovveduto dei normali cittadini. Eppure, potenza della parolina
magica, biomassa, potrebbero riuscirci: in quanti milioni abbiamo
comprato automobili nuove solo perché chiamate ecologiche? Ma questa
non è una macchinetta e non la compriamo noi, anche se ci mettiamo i
soldi. Di sopra ci vendiamo il territorio e la salute. proprio un
bell'affare!! Ma i nostri governanti non l'hanno pensata così e tanti
cortigiani di palazzo continuano a fare finta di credere alle favole.
Chissà per quale calcolo, per quale convenienza? Così hanno provato a
raccontarcela per mesi facendo la commedia. Rappresentanti politici e
delle associazioni di categoria non si preoccupano certo di chiudere le
centrali pericolose già esistenti. Con quale coraggio, allora, osano
parlare a nome dei cittadini che rappresentano? E' chiaro, invece che
tengono ai loro tornaconti personali ma non agli interessi della città.
Eppure è per questo che sono stati eletti, per questo sono stati
delegati.

Ma è giunto il momento di dare voce alla parte davvero
importante della città, ai cittadini traditi. Noi non ci stiamo a
questo gioco, bisogna dire basta. Si deve dire la verità e bisogna
dirla forte e chiara! Tutti devono sapere. Sapere cosa è stato taciuto
e nascosto dei dettagli sgradevoli dell'affare che rivelano l'inganno.

Costruire una centrale alle porte di Lecce significa condannarla allo
stesso destino che ha avuto Taranto. Lecce non è Taranto e la centrale
non sarebbe l'Ilva, ma in proporzione di grandezza, per la vicinanza
della centrale alla città, l'effetto dei suoi fumi sui cittadini e
monumenti sarebbe il medesimo. Gli interessati non vi dicono e
nascondono che ogni ora la centrale in funzione produrrebbe 12 kg di
polveri sottili che inesorabilmente giorno dopo giorno, ora dopo ora,
senza mai sosta, si depositerebbero sulle nostre case e campagne, sulle
nostre chiese e monumenti, riempirebbero i nostri polmoni. Pensateci:
12 kg ora di polveri microscopiche emesse: indistruttibili, minuscole,
capaci di penetrare in ogni poro, ogni interstizio del vostro corpo,
della nostra pietra leccese. Un veleno invisibile e micidiale che
colpisce dopo molti anni, come è già accaduto e continua ad accadere a
Taranto, Manfredonia, Bari e già accade anche qui a causa della nostra
vicinanza ai poli chimici e industriali di Taranto e Brindisi.
Basterebbe sapere questo, quest'unico dato, e riflettere, per capire
quale trappola mortale i signori vogliono apparecchiare a nostro danno.

Pensare di installare una centrale, come quella proposta, alle porte
di Lecce è una pura follia e non risolve nessuno dei problemi che
pretende di sanare, al contrario, li crea.

Convertire estese aree del
nostro territorio agricolo alla coltura di oleaginose per ricavare olio
combustibile sarebbe, questo sì, un colpo mortale per la nostra
agricoltura, il nostro territorio, il nostro paesaggio.

Il patrimonio
culturale e storico non è fatto solo di monumenti, ma anche di prodotti
della terra, sapori, profumi, colori, tradizioni, uno stile di vita
tramandato da secoli che rispetta la natura e la genuinità della vita e
dell'ambiente. E tutto questo non servirebbe a niente, meno che meno ad
abbassare il surriscaldamento del pianeta, patetico pretesto, ignobile
scusa, che maschera di buone intenzioni un atto che definire vandalico
è poco. Criminale, come sostiene la FAO. Questa è la parola giusta e
non temiamo di pronunciarla anche noi. Abbiamo il dovere di dire la
verità, anche se è difficile da capire, voi ragionerete meglio dei
vostri rappresentanti politici. La verità è che l'olio da bruciare
nella centrale verrebbe importato dall'estero, da piantagioni ricavate
a spese dell'abbattimento di foreste. Questo provocherebbe il danno
peggiore, l'aumento della produzione globale di gas serra e non la sua
diminuzione. Non c'è protocollo o accordo internazionale che
giustifichi questa politica e queste pseudo soluzioni tecniche del
problema del surriscaldamento globale. Gli impostori e bugiardi possono
indignarsi e strepitare offesi quanto vogliono ma lo diremo egualmente,
non possiamo tacere: imporre la produzione di queste piantagioni alle
popolazioni dei paesi in via di sviluppo significa sfruttarle e
affamarle, ridurle in povertà e schiavitù, condannarle alla fame e allo
sterminio. Non è alla loro coscienza che parliamo, hanno dimostrato di
non averne.

E' a voi che ci rivolgiamo, a voi, nostri concittadini
leccesi, che lanciamo l'appello. Voi che avete la fortuna di abitare in
una terra bellissima non lasciate che le persone avide la distruggano
per un ottuso capriccio. Difendete il vostro bene più prezioso, la
sopravvivenza di questa meravigliosa terra che vi sfama e vi accoglie
senza chiedere in cambio altro che rispetto. Siate degni della vostra
sorte e protestate il vostro dissenso alla costruzione di questa
centrale. Partecipate in silenzio con noi alla riunione del consiglio
comunale del 3 febbraio, ricordando con la vostra dignità, ai
consiglieri, cosa vuol dire essere degni del mandato a loro conferito.
Essi sono lì riuniti per decidere in nome dei vostri interessi, non per
tornaconto personale o di un privato.





Lettera aperta ai leccesi
firmata dalle associazioni e dai cittadini in lotta contro le centrali
a biomasse alimentate da oli vegetali



Primi firmatari:

Associazioni A.I.Res

                    Italia Nostra


                    Lecce Città Plurale


                    Grande 
Salento


                    Forum Ambiente e Salute




Privati
cittadini

Giovanni Moschettini

Sondra Pranzo

Cristina Caiulo

Stefano Pallata

Rosanna Lerede

Mauro Pascariello

Fabio Congedo

Teresa Grasso

Santa De Siena

Margherita Reho

Francesca Romana
Melodia

Alessandra Mariano Mariano

Paolo De Lorenzo




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