Genova, 31 gennaio 2009
Moschea al Lagaccio: l'Arci, come sempre, è pronta a dare il supporto della
sua rete associativa
Secondo alcuni studiosi, tra cui il francese Emile Boirac che coniò
quest'espressione, l'esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso
di familiarità, ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde
realmente ad una esperienza vissuta.
Purtroppo questo non vale per la vicenda della moschea a Genova. Puntuale,
infatti, la grettezza leghista si è immediatamente espressa con la
vergognosa farsa dei salumi portati nell'aula consiliare, non potendo
probabilmente portare a palazzo Tursi direttamente i suini.
Se dietro questi politicanti da avanspettacolo non ci fossero, purtroppo,
migliaia e migliaia di cittadini in buona fede non varrebbe forse la pena di
prenderli in considerazione. Anche se la sintonia con i neo-fascisti di
Forza Nuova deve fare riflettere seriamente.
Proviamo quindi ad esporre alcune pacate considerazioni, così come abbiamo
già fatto in questi anni in cui ci si è trovati ad occuparsi di una
questione, quella della costruzione di un luogo di culto, che in un "paese
normale" dovrebbe essere giust'appunto una mera questione urbanistica.
E bene ha fatto la sindaco Vincenzi ha sottolineare che proprio questa è la
natura del problema. Perchè il precetto costituzionale del diritto al culto
è per noi laici cosa acquisita ed assimilata. Come il fatto che la legge è
uguale per tutti, anche se forse non ha torto chi dice che da qualche tempo
è più corretto dire che la legge è uguale per tutti.... quelli che possono
farsela su misura. Come l'attuale presidente del consiglio che pochi anni
orsono era, per i dirigenti leghisti e per il loro quotidiano, "il mafioso
di Arcore".
Quando venne individuata in Cornigliano la zona in cui costruire il luogo di
culto della comunità islamica, dicemmo con chiarezza che "La nostra
associazione in quel territorio ha un forte e solido radicamento; tutti i
giorni i nostri presidenti di circolo e molti nostri soci sono impegnati in
un logorante lavoro di mediazione in quello che viene definito il
"laboratorio sociale" della nostra città. I servizi che offriamo ci dicono
che la situazione può migliorare ma che occorre uno sforzo davvero grande.
Vogliamo provare a parlare di questo? Vogliamo parlare di sviluppo di
servizi e dei bisogni dei più anziani o dei più piccoli ad esempio? Ci pare
più utile e concreto di una delirante disputa di pochi, ammaliati più dai
riflettori dei media che dai problemi reali del quartiere. "
Adesso la zona individuata è un'altra, ma resta ferma la disponibilità della
nostra associazione a fare la propria parte per arrivare ad una soluzione
che consenta, come crediamo sia possibile e doveroso, una civile convivenza
tra i cittadini genovesi, di qualunque nazionalità e fede.
Walter Massa
Gabriele Taddeo
Presidente di Arci Liguria
Presidente di Arci Genova
arci liguria 2008
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