[NuovoLab] *SPAM* UNA VITTORIA PER L'UMANITA'

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Auteur: Mgow
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À: forumgenova@inventati.org
Sujet: [NuovoLab] *SPAM* UNA VITTORIA PER L'UMANITA'
/(...)Forse varrebbe la pena per una volta avere un atteggiamento più
rispettoso dei popoli del sud del mondo ed immaginare che questa volta
siamo noi a poter imparare da loro.(...)/
*LA COSTITUZIONE BOLIVIANA: UNA VITTORIA PER L'UMANITA'*
Giuseppe De Marzo
(27 gennaio 2009)

Una vittoria per tutta l'Umanità, una vittoria di tutti i movimenti, un
passo in avanti per quanti si battono per i diritti umani, la giustizia
sociale, la difesa dell'ambiente, un'economia solidale e la pace. La
nuova Costituzione boliviana approvata ieri con un referendum (i dati
precisi saranno diffusi solo il 20 febbraio), rappresenta una giornata
storica per la Bolivia che vede attraverso la partecipazione democratica
ed il protagonismo della società civile e dei movimenti compiere un
passo sostanziale in avanti per l'affermazioni di nuovi e vecchi
diritti. *Plurinazionalità, riconoscimento (finalmente..) dopo 500 anni
dei diritti dei popoli originari, diritto all'acqua, rifiuto della
guerra e di basi militari straniere sul proprio territorio,
riconoscimento dell'economia comunitaria, difesa dei beni comuni, sono
alcune delle conquiste previste dalla nuova Costituzione.*

Una Costituzione che è il frutto di un percorso di partecipazione e di
mediazione tra tutte le componenti della società boliviana iniziato
circa due anni fa con l'istituzione e l'elezione dell'Assemblea
Costituente e conclusosi lo scorso 25 gennaio.

Nel mezzo della crisi globale provocata da un modello economico
incentrato esclusivamente sulla crescita, sulla devastazione ambientale,
sullo strapotere degli organismi finanziari internazionale e di poche
decine di multinazionali e sullo svuotamento dei valori e delle regole
del diritto internazionale, la risposta della società boliviana è nel
segno della speranza e dell'inclusione, della partecipazione e
dell'affermazione di nuovi e vecchi diritti troppo spesso calpestati in
tutto il mondo. Un segnale di grande civiltà e di speranza per tutti e
tutte.

Ci appare dunque incomprensibile l'atteggiamente delle agenzie di stampa
italiane impegnate a battere note che sembrano uscite dai consigli di
amministrazione di qualche grande multinazionale o dall'ufficio stampa
della BM o del FMI. Dalle note emerge ancora una volta come il diritto
all'informazione sia sempre più una chimera per noi italiani, travolti e
stravolti da una informazione gestita o dal presidente del consiglio o
da gruppi economici legati a doppio filo con il modello che ha
trascinato l'umanità nel baratro di una crisi globale e che invece di
fare autocritica continua a tenersi stretti i propri privilegi.

E' davvero curioso ed inquietante allo stesso tempo verificare dalle
agenzie di stampa come la preoccupazione principale sia quella legata al
punto di vista dei latifondisti boliviani preoccupati di perdere
privilegi costati la vita e la dignità di milioni di altri esseri umani.
Come spesso ultimamente accade, il punto di vista degli esclusi, degli
emarginati, della maggioranza della popolazione che vive con difficoltà
o con stenti la propria esistenza, lascia il posto alle preoccupazione
di qualche decina di multimilionari che non potranno più continuare a
fare affari d'oro ma dovranno "accontentarsi" di fare profitti normali.

Ci appare davvero grottesca l'interpretazione che emerge dalla stampa
italiana preoccupata più della possibile rielezione del presidente Evo
Morales, il primo indigeno presidente del sudamerica (così come
prevedono anche le nostre costituzione), che delle conquiste fatte dai
boliviani in materia di diritti umani fondamentali!
Uno stravolgimento della realtà spiegabile solo attraverso il
rovesciamento di valori e realtà in cui si esercitano giornalmente la
maggior parte di coloro che gestiscono l'informazione italiana,
completamente identificata (più che asservita) in un modello di società
fondato sull'esclusione, il razzismo e la violazione sistematica dei
diritti.

La stessa stampa infatti omette notizie legate alle violazioni dei
diritti umani compiuti dalle imprese italiane o europee, da molti nostri
governi ed appare stranamente ceca davanti a crimini aberranti commessi
da "alleati" mentre esalta il ruolo di presidenti eletti con la frode,
la violenza e la corruzione, purchè allineati con le posizioni di quei
paesi che pensano ancora di poter "guidare" il mondo a loro immagine e
somiglianza, con buona pace di chi pensa che ci debba essere un mondo
capace di accogliere tutti i mondi.

La stampa italiana ha scelto di stare dalla parte dei latifondisti di
Santa Cruz, quelli che esaltano apertamente il nazisimo ed il fascismo,
che parlano sfacciatamente (come Hitler) di superiorità della razza, che
armano paramilitari per andare a massacrare poveri ed inermi indigeni,
che fanno inginocchiare in piazza contadini e donne indigene per
umiliarli pubblicamente trattandoli da animali da soma, che chiamano il
presidente Morales "scimmia" e "indios di merda", che incitano alla
violenza ed alla secessione della Bolivia, che chiedevano a Bush un
intervento militare per fare con le armi quello che non possono fare con
i voti e la democrazia, gli stessi che preparavano un colpo di stato.
Questa stampa e questi politici hanno scientificamente scelto da che
parte stare e sanno bene che per difendere i loro privilegi la maggior
parte della popolazione deve pagare un prezzo altissimo, fatto di
povertà, precarietà, disoccupazione, privazione di diritti e
criminalizzazione della protesta sociale.

Del resto l'idea di utilizzare lo Stato per dare centinaia di miliardi
alle banche e tagliare i fondi per la scuola, la formazione, la sanità,
sottolineano più di ogni altra parola la scelta di campo fatta da chi ci
governa e da chi gestisce la gran parte dell'informazione. I vantaggi di
pochi li pagano i molti. La crisi da loro provocata la dovremmo pagare
noi e continuare a fare sacrifici per mantenere i privilegi di pochi
all'interno di un modello che professava attraverso il liberismo lo
sviluppo ed il progresso e che ha invece non solo clamorosamente fallito
ma esportato bombe per difendersi e lasciato indietro la maggioranza dei
cittadini per andare avanti, trattando il pianeta ed i suoi beni comuni
come una discarica o semplici merci da utilizzare per fare profitto. La
società boliviana approvando la Costituzione ha deciso che in Bolivia
non sarà più così. Questa è la direzione giusta per uscire dalla crisi.
Solo attraverso il rispetto dei diritti umani fondamentali, della
giustizia sociale e dei diritti della natura è possibile costruire
democrazia e lasciare un mondo vivibile alle future generazioni.

La società civile italiana ed i molti movimenti impegnati nel nostro
paese a difendere ormai i più elementari diritti calpestati dal governo
e dalle imprese che con esso fanno affari, tutti quelli che vengono
criminalizzati solo per essersi battuti per la difesa del diritto
all'acqua, al territorio, alla partecipazione, alla salute, alla casa,
alla pace e ad una vita degna, guardano invece con profonda ammirazione
quanto il popolo boliviano è riuscito a fare in questi anni e vedono
nell'approvazione della Nuova Costituzione un passo avanti enorme per la
democrazia.
Forse varrebbe la pena per una volta avere un atteggiamento più
rispettoso dei popoli del sud del mondo ed immaginare che questa volta
siamo noi a poter imparare da loro.

A Sud dal Forum Sociale Mondiale
www.asud.net

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Le pulci sognano di comprarsi un cane,
e i nessuno di smarrire la miseria:
sognano un giorno magico
che piova d'improvviso la fortuna,
che la fortuna piova a catinelle.
Ma la fortuna non piove mai,
né ieri, né oggi, né domani,
nemmeno a goccioline,
per tanto che la invochino i nessuno,
o gli pruda la mano sinistra,
o scendano il letto col piede destro,
o comincino l'anno nuovo rinnovando la scopa.
I nulla: figlio di nulla , padroni di nulla.
I nessuno: i niente, gli annientati, i senza fiato,
morti di vita, fottuti, fottutissimi.
Quelli che ci sono senza essere.
Che non parlano lingue, ma dialetti.
Che non professano religioni, ma superstizioni.
Che non fanno arte, ma artigianato.
Che non fanno cultura, ma un folklore.
Che non sono esseri umani, ma espedienti umani.
Braccia senza volto.
Numeri senza nome,
che non figurano nella storia universale,
ma nella cronaca nera della stampa locale.
I nessuno,
che costano meno della pallottola che li uccide.

Eduardo Galeano
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