Giorno della Memoria anche gli arabi dicono sì

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Giorno della Memoria anche gli arabi dicono sì



«SI´, la Comunità islamica oggi pomeriggio sarà rappresentata alla celebrazione del giorno della memoria in sinagoga. Non è stata una scelta facile, perché la comunità è un gruppo eterogeneo, con opinioni e provenienze diverse. Ma qui a Genova che colpa ha il rabbino per le scelte dello stato di Israele? O un musulmano per quello che, a distanza di 7000 km, fa un terrorista che dice di riferirsi all´Islam?». Alfredo Maiolese, portavoce della Comunità, conferma che anche i musulmani parteciperanno a "Voci delle religioni per la Memoria», che oggi alle 15.30 porterà alla Sinagoga di via Bertora i rappresentanti della consulta per le religioni di Genova. Il ricordo dell´Olocausto assume un valore particolare nel momento in cui, con la tensione altissima in medio oriente per l´attacco israeliano a Gaza, all´interno del luogo di culto ebraico entrano i rappresentanti musulmani.
E Maiolese non nasconde che la discussione sia stata complessa. «Chi vuole dare una certa interpretazione, la dia. Ma questo evento non ha nulla a che vedere con quanto sta accadendo nel mondo, e in particolare tra Israele e Palestina - spiega - Sarebbe stato poco corretto non andare dove si è invitati, considerando tutto il lavoro comune che si è fatto con la Consulta delle religioni. Vorrà dire che, se un giorno ci sarà da commemorare dei martiri islamici, spero che tutti quanti verranno da noi per farlo...». Intanto la Co.re.is (Comunità religiosa islamica) italiana, con una lettera al rabbino Giuseppe Momigliano, «esprime tutta la vicinanza alla comunità ebraica, nell´auspicio della realizzazione di una vera pace e convivenza tra i popoli, quali espressioni della sacralità religiosa, unico vero antidoto alla strumentalizzazione della religione, allo spirito di sopraffazione e alle follie di sterminio» scrive il rappresentante ligure della Coreis, Abu Bakr Moretta.
Il giorno della memoria è stato celebrato ieri solennemente in consiglio regionale alla presenza del rabbino Giuseppe Momigliano, del presidente della comunità ebraica Maurizio Ortona e di quello dell´associazione nazionale ex deportati (Aned) Giovanni Maris. In apertura, il presidente Giacomo Ronzitti ha ricordato:»Avere coscienza del nostro passato è la condizione per costruire un futuro che non faccia rivivere quei fantasmi». Maris, ex deportato al campo di Mauthausen: «E´ sul terreno della storia che dobbiamo avviarci perchè dopo l´ultimo testimone la via dell´emozione non sarà più sufficiente a creare anticorpi culturali che impediscano la rinascita del revisionismo costantantemente all´agguato».
(d. al.)

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