[NuovoLab] Bolzaneto, lo Stato rifiuta i risarcimenti

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著者: Mgow
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題目: [NuovoLab] Bolzaneto, lo Stato rifiuta i risarcimenti
/*L'Avvocatura spera in uno sconto sul rimborso di due milioni di euro
stabilito dai giudici*/
/*Sconcerto tra i legali delle parti civili, sono 142 le vittime aventi
diritti al pagamento dei danni*/
*Bolzaneto, lo Stato rifiuta i risarcimenti*
ricorso contro la condanna degli agenti del G8
di Massimo Calandri
http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/cronaca/g8/bolzaneto-risarcimenti/bolzaneto-risarcimenti.html

Dopo aver chiesto ufficialmente scusa per i soprusi e le violenze
commesse dai propri uomini nella caserma di Bolzaneto, lo Stato italiano
si rifiuta di risarcire le vittime. Attraverso la propria Avvocatura ha
infatti appellato la sentenza del luglio scorso, che condannava
funzionari di polizia, agenti e guardie carcerarie a pene minime e ad un
risarcimento - in solido con i Ministeri di appartenenza - di circa due
milioni di euro. Non è un'istanza scontata, quella presentata nei giorni
scorsi alla Corte d'Appello di Genova: c'è la concreta possibilità di
ribaltare il verdetto - è scritto nelle 15 pagine depositate - e allora
perché mettere mano al portafogli col rischio di non vedersi più
restituire il denaro?

Una tesi clamorosa che ha provocato sconcerto e polemica tra i legali
delle parti civili. A quasi otto anni dalle "torture" - parola ribadita
dai giudici motivando la loro decisione - le centinaia di persone
passate per il carcere del G8 attendevano almeno un anticipo sulla somma
loro dovuta. Quella che tecnicamente viene definita provvisionale. Ma lo
Stato, pur riconoscendo che i no-global nel luglio 2001 subirono
"vergognose vessazioni", non ci sta. Penalmente sa bene che la
prescrizione tra qualche giorno cancellerà tutto. Sul piano civile,
confida in un verdetto ancora migliore di quello dell'estate passata:
"Il favorevole esito dell'impugnativa proposta - scrivono gli Avvocati
dello Stato, Matilde Pugliaro e Giuseppe Novaresi - imporrebbe quindi un
recupero di quanto indebitamente versato che, in mancanza di garanzie
reali, e vista la molteplicità dei destinatari - molti dei quali,
oltretutto, residenti in differenti Stati - rischierebbe di non andare a
buon fine".

Vale la pena di ricordare che la provvisionale, suddivisa tra 142 aventi
diritto, ammonta a circa un milione di euro. Nell'appello vengono
denunciate anche la "contraddittorietà intrinseca del dispositivo" e la
"assenza di correlazione tra dispositivo e motivazione".

Sei mesi fa Renato Delucchi, presidente della terza sezione del
tribunale, aveva condannato 15 dei 45 imputati a 23 anni e 9 mesi di
reclusione, meno di un terzo rispetto a quanto simbolicamente chiesto
dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. I giudici
avevano di fatto riconosciuto l'esistenza a Bolzaneto di un "campo",
ammettendo la sconfitta della giustizia italiana: costretti ad applicare
le leggi a disposizione, che non disciplinano il reato di tortura,
avevano escluso il dolo e l'aggravante dei "futili motivi". Alla vigilia
della sentenza l'Avvocatura si era rivolta alle 252 persone passate per
la "prigione temporanea": "Sentiamo il dovere di esprimere le doverose
scuse, che provengono direttamente dallo Stato italiano - avevano
ribadito in aula Matilde Pugliaro e Giuseppe Novaresi -. Nei giorni del
G8 sono state poste le premesse perché in un luogo carcerario si
esasperasse una concezione totalitaria del rapporto tra individui".

Addirittura era stato negato il "nesso organico" tra gli imputati e la
pubblica amministrazione: poliziotti, carabinieri e guardie non potevano
più essere considerati "servitori dello Stato". E lo Stato non si
sentiva dunque più responsabile per gli atti da loro commessi. Una tesi
che però il tribunale non aveva accolto, condannando anche i ministeri
al pagamento dei danni.
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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