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Autore: slv
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To: incontrotempo
Oggetto: [Incontrotempo] [Fwd: [Pop] Fwd:Re: [Csroma] dalla R.A.M. diritto di manifestare]

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Molte piccole cose, fatte da molta piccola gente, in molti piccoli
luoghi, possono cambiare la faccia della terra.


                  Proverbio cinese



ZONA ROSSA PERMANENTE A ROMA? NO GRAZIE!
IL DIRITTO DI MANIFESTARE NON SI TOCCA

In questi giorni stiamo assistendo ad una forsennata campagna
politico-mediatica contro il diritto a manifestare che vede come
protagonisti il quotidiano Il Messaggero, il prefetto Pecoraro, la
Confcommercio, il sindaco Alemanno, in una sorta di delirio reazionario
e fascistoide. Si imputa ai cortei che attraversano il centro di Roma di
danneggiare il commercio, di limitare la libertà dei "cittadini", di
paralizzare il traffico. La soluzione viene indicata nella creazione di
una sorta di Zona Rossa permanente che limiti drasticamente il diritto
costituzionale alla libera espressione del pensiero, proprio in quelle
zone del centro dove sono presenti i palazzi del potere.

Attacca Pambianchi, presidente dei commercianti romani, dalle pagine de
"Il Menzognero": "Chiediamo al prefetto di stabilire in quali aree di
Roma non si può manifestare, in quali si può." Nel suo discorso
Pambianchi definisce le strade del centro come "centro commerciale
naturale", non più quindi spazi pubblici liberamente fruibili ma aree di
fatto privatizzate, ricondotte alla logica della merce, alla concezione
dello spazio urbano come mero territorio della produzione e del consumo.
Uno spazio "privato" in cui non hanno più cittadinanza le mille forme
della vita pubblica, come per esempio i cortei in cui cittadini e
cittadine criticano lo stato di cose presente. Uno spazio che va
perimetrato, militarizzato, videosorvegliato.

Aggiunge infatti il buon Pambianchi: "Secondo noi le ragioni della
sicurezza vengono prima rispetto a quelle pur legittime della privacy."

Si sarebbe dovuto ricordare al presidente dei bottegai romani che
avrebbe fatto meglio a occuparsi di argomenti che conosce bene come
l'evasione fiscale, il lavoro nero e i saldi taroccati. Invece il
prefetto Pecoraro accoglie e rilancia, sempre sulla pagine de "Il
Menzognero": "Il centro storico va completamente escluso dal percorso
dei cortei. Potrà essere lambito dalle manifestazioni, ma non coinvolto.
E' chiaro che strade come via Nazionale e via Barberini non potranno
essere più percorse." E poi. "Libererò il centro dalle manifestazioni."
E ancora: "Quindi individueremo un paio di percorsi possibili per i
cortei, con l'obiettivo di poterli alternare. Limitando altresì il
numero massimo di cortei al mese." Ma non è tutta farina del suo sacco:
"Lo stesso ministro degli Interni mi aveva chiesto di occuparmi della
questione." Ah, ecco...

Intanto Alemanno affila le armi, intenzionato a vietare tutto il
vietabile. Inutile dire che partiti e sindacati si sono detti subito
favorevoli alla limitazione delle libertà costituzionali, anzi tal Di
Luccio della Cgil esprime l'auspicio che si renda vincolante per tutti
il protocollo anti-cortei che lui si appresta a firmare, in una rincorsa
a destra che non ha più argini.

La volontà bipartisan di limitare il diritto di manifestare si affianca
alle dichiarazioni di Sacconi sulla limitazione del diritto di sciopero,
alla promulgazione del "pacco sicurezza", alla criminalizzazione dei
movimenti, all'impunità e alle coperture godute dagli squadristi della
destra neofascista, alla ricomparsa di Licio Gelli.

Tutto ciò, e purtroppo molto altro ancora, contribuisce a determinare un
clima di deriva securitaria e svolta autoritaria, a definire un modello
di governance fascistizzante adatta a gestire un clima sociale
difficile, in tempi di crisi economica e di precarietà dilagante.

Sindaci con poteri illimitati sull´ordine pubblico, come previsto dagli
articoli in discussione al Senato, dentro il complesso del "pacchetto
sicurezza", trasformeranno il sacrosanto diritto al dissenso, in un
privilegio, a discrezione di amministratori e polizia. Le condizioni di
vita e le espressioni di tutte e tutti noi diventeranno materia di
allarme sociale, e saremo quindi sempre meno legittimati a praticare una
radicale riappropriazione di spazi di libertà e ricchezza.

Questa messa all´opera dello stato d´eccezione, ci vede tutt* potenziali
bersagli, oppure irrimediabilmente chiusi in casa o nei posti di lavoro,
costretti da paure e repressione.

Respingiamo l'attacco al diritto a manifestare, utilizziamo tutte le
armi della fantasia per ribadire che non esistono porzioni della nostra
città in cui non si può esprimere il dissenso, ribadiamo con forza che
manifesteremo OVUNQUE!

Così come sabato 31 gennaio, quando saremo per le strade di Roma per
dire NO al PACCHETTO SICUREZZA* *(DdL 733) in votazione al Senato nei
prossimi giorni,* *con un corteo che partirà alle 14.30 da Porta Maggiore.

Invitiamo tutte e tutti per un confronto aperto sul diritto di
manifestare liberamente


MERCOLEDI´ 28 GENNAIO PRESSO IL CSOA FORTE PRENESTINO.

RETE ANTIFASCISTA METROPOLITANA


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