[Forumlucca] una chiusura Annunziata

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著者: Massimiliano Piagentini
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To: forumlucca
題目: [Forumlucca] una chiusura Annunziata
http://www.youtube.com/watch?v=_TJMPeIDCKU



http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=497&idaut=11
I NUOVI ITALIANI di *Corrado Giustiniani*
La guerra dei bambini in tv: ha ragione Michele
Santoro<http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=497&idaut=11>
pubblicato
il 19-01-2009 alle 14:03 Non credo di uscire dal seminato de "I nuovi
italiani" se dico la mia sulla puntata di *Annozero* intitolata "La Guerra
dei bambini", che tante polemiche ha suscitato nei confronti del conduttore
Michele Santoro. Non esco dal seminato, perché in studio o in collegamento
con Santoro c'erano diversi "nuovi italiani", immigrati palestinesi ma anche
giovani israeliani che vivono nel nostro paese. E poi perché la sfida della
convivenza fra religioni diverse è una delle più complesse che si pongono in
tutti i paesi di immigrazione, Italia compresa, e quella guerra è un letale
controspot alla convivenza.

Intanto, sono convinto che molti giornalisti che hanno scritto di quella
puntata, non l'abbiano vista attentamente. Non c'è da stupirsi che questo
accada. *Annozero* va in onda in diretta, e alla nove di sera i giornalisti
dei quotidiani sono impegnati nella chiusura della prima edizione, difficile
che abbiano due ore di tempo da dedicare tutte a Santoro, a meno che non vi
siano state polemiche politiche preventive, che suscitano una particolare
attesa proprio per quella puntata. Così, a informarli sono per lo più le
agenzie di stampa, che nei loro servizi riportano le battute più salienti
dei personaggi intervenuti. Credo, soltanto per fare un esempio fra i tanti
possibili, che potrebbe non aver visto *Annozero *Giovanni Valentini,
saggista e commentatore di cose televisive, autore su Repubblica di un
fondo, dal titolo "La parabola del tribuno tv", che a me è parso squilibrato
ed esageratamente livoroso nei confronti di Santoro: se l'avesse seguita con
attenzione, avrebbe certamente montato il suo ragionamento in modo diverso.
Visionando la cassetta della trasmissione o la
registrazione<http://www.annozero.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067115,00.html>su
Internet della stessa, vi sarebbe la possibilità di dare il giorno
successivo un giudizio più pertinente e obiettivo. Ma per pigrizia si
tralascia quest'incombenza. Anche perché decidere di fare un passo indietro
sarebbe comunque imbarazzante.

Giovedì 15 gennaio ero libero, e ho potuto vedere a casa mia, dall'inizio
alla fine, la puntata sulla guerra di Gaza. Quasi nessuno ha colto che il
vero valore aggiunto della trasmissione stava in uno straordinario*reportage
*iniziale che mostrava i cadaveri dei bambini uccisi dalle bombe, e il
trasporto in barella dei corpicini dilaniati ma rimasti ancora in vita.
Filmati e interviste da lasciare senza respiro, realizzati da un giornalista
arabo che, ha spiegato Santoro, collabora anche con l'agenzia Ansa. Mi è
rimasto impresso il racconto di un ragazzo rimasto senza famiglia e gli
occhi sbarrati di una bambina sdraiata per terra. Parlava a monosillabi, con
una grande garza in testa, a coprire la ferita profonda causata da una
scheggia. Sembrava il servizio di un grande network internazionale, la Bbc,
o anche la Cbs, qualcosa insomma assolutamente fuori dagli schemi ai quali
la Rai ci ha purtroppo abituato.

Un salutare pugno nello stomaco, perché una cosa è leggere frettolosamente
un titolo di giornale che ti comunica, mentre bevi il caffé, che 450 bambini
sono stati uccisi dagli attacchi in pochi giorni, un'altra è vederli, questi
bambini. La spessa corteccia di indolenza e cinismo che tutto ci fa
accettare, perché in fondo non succede a noi, o addirittura perché "mors tua
vita mea" (pensiamo solo alla richiesta effettuata a Gheddafi di non farci
arrivare più barconi di migranti: decida lui se decimarli a fucilate,
torturarli, o farli morire di sete nel deserto) all'improvviso si squarcia,
perché si mette in atto un processo di immedesimazione: quel bambino che
vedi, e se è ancora in vita senti, potrebbe essere tuo figlio. Non è forse
l'immedesimazione che crea la solidarietà, vera anima di ogni società
democratica? Non è, per chi ci crede, il "non fare agli altri quello che non
vorresti fosse fatto a te" uno dei principi fondanti del cristianesimo, che
quando ci fa comodo siamo orgogliosi di sbandierare come nostra religione? E
non è il documentare senza paura, l'essere testimoni diretti, sul campo, il
vero, profondo valore del giornalismo?

Di quel *reportage* che valeva, da solo, l'intera trasmissione, si sono
dette cose pazzesche. Che "strumentalizzava le emozioni" e che
trasformava "il dramma in drammaturgia". Ma andiamo avanti. Finito il
filmato, si apre il dibattito. Ci sono in studio, oltre a Santoro e a Marco
Travaglio, Lucia Annunziata, una scrittrice israeliana, un esperto di
guerra, una giornalista palestinese che da molti anni vive in Italia, un
giornalista di Al Jazira. Un *parterre*, come si vede, composito e
sufficientemente equilibrato. Proprio all'Annunziata viene data per prima la
parola. E ha il tempo di dire tutto quello che pensa: un contributo così
lungo che a un certo punto sente quasi il bisogno di scusarsi ("sto per
finire"). Dura per l'esattezza 5 minuti e 30 secondi, un'eternità per la
televisione, e sarà il primo di ben tre interventi. Osserva tra l'altro, la
giornalista ex-presidente della Rai, che «è molto difficile parlare come
terzi, mi scuso se dipano l'emozione dalla razionalità, Israele dimostra di
non saper far bene la guerra, non ci possiamo dividere dicendo chi ha torto
e chi ha ragione...»

Il confronto si apre agli altri interlocutori, e poi si allarga a giovani
palestinesi che vivono in Italia, attraverso un collegamento esterno con
Corrado Formigli, ma ci sono anche giovani ebrei in studio, a cominciare da
Tobia Zevi. Margherita Granbassi introduce una ragazza israeliana, che entra
in vivace polemica con una palestinese. A questo punto Lucia Annunziata
interviene per la seconda volta, per tre minuti: «Michele non sono
d'accordo su come stai conducendo il dibattito, non si possono far parlare
così due ragazze» e sostiene che dalla trasmissione dovrebbe venir fuori «un
punto di vista italiano».

Un punto di vista italiano? Non hanno diritto a dire la loro dei giovani che
vivono le loro reciproche cause, israeliana e palestinese, non per sentito
dire, ma come stimmate su cui è impressa tutta la loro esistenza? E perché
mai? E il punto di vista italiano, non viene forse arricchito da "nuovi
italiani" come quei giovani? L'obiettivo di quella trasmissione non era fare
la storia della questione palestinese a partire dal 1948, e la Annunziata
aveva comunque avuto ampio spazio per esprimere il suo pensiero, attaccando,
giustamente, i terroristi di Hamas e il loro rifiuto di riconoscere lo Stato
di Israele. C'erano, è vero, più ragazzi palestinesi che ebrei. Ma a nessuno
è stata tolta la parola. La proposta più bella e innovativa è venuta fra
l'altro da una ragazza religiosamente meticcia, se così possiamo dire, in
quanto figlia di padre palestinese e madre ebrea: ha proposto uno scambio di
famiglie, per un'estate, fra ragazzi delle due diverse religioni.

Ma il bello deve ancora venire. Lucia Annunziata interviene per la terza
volta: «Michele ti disturbo...Non mi piace come hai condotto finora la
trasmissione al 99,9 per cento». Dunque, non salvava niente. Ma come può,
ragiono io, un collega contestare professionalmente un altro, in diretta,
davanti a milioni di persone? Un atteggiamento eticamente e
deontologicamente sbagliato. Se voleva, glielo diceva dopo, a riflettori
spenti. E se la ferita era così grave da non sanarsi, a mente fredda poteva
chiedere a Giulio Anselmi, il direttore de "La Stampa" di cui Lucia è
editorialista, di poter scrivere una riflessione sul tema.

Il conduttore ha fatto male a perdere le staffe. Ma attenzione, rivediamo la
sua frase-chiave, quella che ha causato il plateale abbandono del posto da
parte di Lucia Annunziata. «Sei venuta a fare l'ospite? E allora dì quello
che pensi. Stai acquisendo dei meriti nei confronti di qualcuno? No, e
allora fai il tuo lavoro e dì quello che vuoi». I giornali hanno riportato
questa domanda, con successiva negazione e invito a parlare, come una
gravissima offesa senza punti interrogativi, e non hanno tenuto conto di
quella professionale che Santoro aveva ricevuto. Se l'avessi subita io,
incassare mi sarebbe stato difficile, lo confesso. Il conduttore, in realtà,
è uscito fuori dai gangheri soprattutto dopo che l'Annunziata se n'è andata,
e ha commesso degli errori, mettendosi contro tutti.

E' una cronaca diversa, cari amici, da quella che avete letto su altri media
e che ha fornito assist per interventi pro-Annunziata all'universo mondo,
dall'ambasciatore israeliano a Pippo Baudo. Magari anche io, per dare il
succo, avrò forzato alcuni passaggi. Ma la democrazia di Internet sta nel
fatto che potete rivedervi la
trasmissione<http://www.annozero.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067115,00.html>e
giudicare con la vostra testa. Un'ultima cosa. Quello stesso giovedì
15
gennaio, all'ora di pranzo, ero in macchina e sentivo alla radio, sul
secondo programma Rai, Barbara Palombelli che aveva in studio due esperti,
il professor Israeli e un altro. Entrambi di parte israeliana, senza
contraddittorio. Uno dei due diceva che i bambini muoiono unicamente perché
Hamas li usa come scudi umani, a protezione dei terroristi. Questa
trasmissione, però, non ha fatto scandalo.   140 commenti *ultimo
commento*<http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=497&idaut=11#UCO>
    *Scrivi un commento*<http://www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=497&idaut=11#IDX>


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caro
corrado, grazie per la tua puntuale ricostruzione di quanto è avvenuto. in
questo paese di orecchianti e improvvisatori, che parlano di cose che non
conoscono e giudicano tramissioni che non hanno visto, la tua è - mi pare -
l'unica analisi scientifica della trasmissione: hai fatto quello che ogni
critico televisivo dovrebbe fare prima di sputare sentenze. e che infatti
nessuno aveva fatto prima di te. oltre ad hamas, c'è qualcun altro che usa i
bambini di gaza come scudi umani: i censori, sempre in cerca di pretesti per
chiudere annozero, e i loro scribacchini da riporto.

postato il 19-01-2009 alle 16:29 da *marco travaglio*



*Il Consiglio d'amministrazione RAI*


Roma, 21 GEN (Velino) – 17:28. "Il Consiglio di Amministrazione della Rai
nella seduta di oggi ha ascoltato una comunicazione del presidente Claudio
Petruccioli sulle polemiche suscitate dalla puntata della trasmissione
'Annozero' sulla guerra di Gaza. Il Consiglio ha preso atto condividendola
della lettera inviata da Petruccioli al presidente della Camera dei
Deputati. Il Consiglio sottolinea che nel suo complesso l'informazione della
Rai sul conflitto e' completa ed equilibrata; rileva che di fronte al
racconto e all'approfondimento delle ragioni di crisi internazionali così
drammatiche, agli autori, ai giornalisti e ai conduttori del servizio
pubblico e' richiesto un più alto senso di responsabilità e di attenzione.
La trasmissione di 'Annozero' del 15 gennaio u.s. si e' sottratta a questo
obbligo e ha peccato di intolleranza e faziosità. A nessuno, tanto più a chi
opera nel servizio pubblico, può essere negato di esprimere il proprio punto
di vista, ma questo deve tener conto e rispettare anche il punto di vista
degli altri per evitare di diffondere un messaggio unilaterale e parziale.
In particolare quando si informa su un conflitto come quello fra Israele e i
palestinesi, e' sbagliato assumere come ragioni assolute le ragioni di una
delle parti in campo ma bisogna sempre raccontare i fatti e le vicende nella
loro complessità con rispetto delle diverse convinzioni e posizioni. Il
Consiglio di Amministrazione impegna il direttore generale affinché questi
principi abbiano sempre attuazione nella programmazione della Rai". Il
suddetto ordine del giorno e' stato approvato all'unanimità dal Consiglio di
Amministrazione della Rai. Lo rende noto un comunicato stampa di Viale
Mazzini.

*La replica di Michele Santoro*


Il Presidente Petruccioli e il Consiglio di amministrazione della Rai mi
attaccano pubblicamente senza motivare i loro pesanti giudizi e senza
muovermi precisi addebiti sui contenuti della trasmissione. Annozero ha
fotografato la tragedia dei bambini di Gaza, definiti da Benedetto XVI
"vittime innocenti di una inaudita violenza", senza però mancare di dar
conto delle ragioni degli israeliani.

Di conseguenza un Consiglio in scadenza non decide alcuna sanzione nei miei
confronti, togliendomi di fatto il diritto a difendermi nelle sedi
competenti, ma redige una scomunica a futura memoria. E' come se il
Presidente Petruccioli e il Consiglio di amministrazione avessero caricato
un'arma per lasciarla in eredità ai loro successori, senza avere il coraggio
di tirare il grilletto.

In queste condizioni un dipendente viene contemporaneamente delegittimato e
mandato in onda per raccogliere i proventi pubblicitari. Un vero editore non
potrebbe mai comportarsi in questa maniera.
Da questo momento chiunque può sentirsi autorizzato a comportarsi nel nostro
studio come hanno fatto Lucia Annunziata, Clemente Mastella e Vittorio
Sgarbi. Di conseguenza, non ci sarebbero le condizioni per andare avanti. Ma
per le responsabilità che sento nei confronti della mia redazione e del
pubblico, Annozero andrà in onda fino a quando i partiti troveranno chi avrà
il coraggio di tirare il grilletto.

*Michele Santoro*