Se vi fosse sfuggito, ripropongo l' articolo di Eduardo Galeano che è
stato pubblicato in Italia da /*Il Manifesto*/ il 15 Gennaio scorso.
*Piombo impunito *
*di Eduardo Galeano *
Per giustificarsi, il terrorismo di stato fabbrica terroristi: semina
odio e raccoglie pretesti. Tutto indica che questa macelleria di Gaza,
che secondo gli autori vuole sconfiggere i terroristi, riuscirà a
moltiplicarli.
Dal 1948 i palestinesi vivono una condanna all'umiliazione perpetua.
Senza permesso non possono nemmeno respirare. Hanno perso la loro
patria, la loro terra, l'acqua, la libertà, tutto. Non hanno nemmeno il
diritto di eleggere i propri governanti. Quando votano chi non devono,
vengono castigati. Gaza viene castigata. Si è trasformata in una
trappola per topi senza uscita da quando Hamas vinse limpidamente le
elezioni nell'anno 2006. Qualcosa di simile era accaduto nel 1932,
quando il Partito Comunista aveva trionfato nelle elezioni in Salvador.
Inzuppati nel sangue, i salvadoregni espiarono la loro cattiva condotta
e da allora vivono sottomessi a dittature militari. La democrazia è un
lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell'impotenza i razzi caserecci che i militanti di Hamas,
rinchiusi a Gaza, sparano con mira pasticciona sopra le terre che erano
state palestinesi e che l'occupazione israeliana ha usurpato. E la
disperazione, al limite della pazzia suicida, è la madre delle
spacconate che negano il diritto all'esistenza di Israele, urla senza
alcuna efficacia, mentre una molto efficace guerra di sterminio sta
negando, da anni, il diritto all'esistenza della Palestina.
Già non ne resta molta, di Palestina. Passo dopo passo Israele la sta
cancellando dalla mappa. I coloni invadono, e dietro di loro i soldati
modificano la frontiera. I proiettili sacralizzano il furto, in
legittima difesa.
Non c'è guerra aggressiva che non dica d'essere guerra difensiva. Hitler
invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush
invase l'Iraq per evitare che l'Iraq invadesse il mondo. In ognuna delle
sue guerre difensive Israele ha inghiottito un altro pezzo di Palestina,
e il pasto continua. Il divorare si giustifica con i titoli di proprietà
che la Bibbia ha assegnato, per i duemila anni di persecuzioni che il
popolo ebreo ha sofferto, e per il panico causato dai palestinesi che
hanno davanti.
Israele è il paese che non adempie mai alle raccomandazioni e nemmeno
alle risoluzioni delle Nazioni unite, che non si adegua mai alle
sentenze dei tribunali internazionali, che si fa beffe delle leggi
internazionali, ed è anche il solo paese che ha legalizzato la tortura
dei prigionieri.
Chi gli ha regalato il diritto di negare tutti i diritti? Da dove viene
l'impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza di Gaza? Il governo
spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per
sconfiggere l'Eta, né il governo britannico avrebbe potuto radere al
suolo l'Irlanda per liquidare l'Ira. Forse la tragedia dell'Olocausto
comprende una polizza di impunità eterna? O quella luce verde proviene
dalla potenza più potente, che ha in Israele il più incondizionato dei
suoi vassalli?
L'esercito israeliano, il più moderno e sofisticato del mondo, sa chi
uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si
chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre
imperiali. A Gaza, su ogni dieci danni collaterali tre sono bambini. E
sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello squartamento
umano che l'industria militare sta saggiando con successo in questa
operazione di pulizia etnica.
E come sempre, è sempre lo stesso: a Gaza, cento a uno. Per ogni cento
palestinesi morti, un israeliano.
Gente pericolosa, avverte l'altro bombardamento, quello a carico dei
mezzi di manipolazione di massa, che ci invitano a credere che una vita
israeliana vale quanto cento vite palestinesi. Questi media ci invitano
a credere che sono umanitarie anche le duecento bombe atomiche di
Israele, e che una potenza nucleare chiamata Iran è stata quella che ha
annichilito Hiroshima e Nagasaki.
È la cosiddetta comunità internazionale, ma esiste?
È qualcosa di più di un club di mercanti, banchieri e guerrieri? È
qualcosa di più di un nome d'arte che gli Stati uniti si mettono quando
fanno teatro?
Davanti alla tragedia di Gaza l'ipocrisia mondiale brilla una volta di
più. Come sempre l'indifferenza, i discorsi inutili, le dichiarazioni
vuote, le declamazioni altisonanti, i comportamenti ambigui rendono
omaggio alla sacra impunità.
Davanti alla tragedia di Gaza i paesi arabi si lavano le mani. Come
sempre. E come sempre i paesi europei se le fregano.
La vecchia Europa, tanto capace di bellezza e di perversione, sparge una
lacrima o due mentre segretamente celebra questo colpo maestro. Perché
la caccia agli ebrei è sempre stata un'abitudine europea, ma da mezzo
secolo questo debito storico viene fatto pagare ai palestinesi, che pure
sono semiti e non sono mai stati, e non sono, antisemiti. Essi stanno
pagando, in sangue contante e sonante, un conto altrui.
*(Questo articolo è dedicato ai miei amici ebrei assassinati dalle
dittature latinoamericane sostenute da Israele)*
--
*************************************************************
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
*************************************************************