Autor: tibi Data: A: Lista del coordinamento dei GAS milanesi Assumpte: Re: [Intergas] Bio alla portata di tutti
In data 21/1/2009, "Ileana" <ileana.faidutti@???> ha scritto: > per poi proporre quale alternativa?
Io credo ci sia un problema di fondo. In molti possiamo condividere i
concetti espressi da Olindo: prezzi bassi, cibo sano per tutti, il bio
controllato. Se un presidente neo eletto (vedi Obama) infilasse questo
tipo di discorsi nella sua relazione formale, non ci troverei nulla di
strano. Tutti ma proprio tutti possono essere d'accordo.
La differenza tra (alcuni di) noi e altri però non è solo la ricerca di
cibo sano, prodotto da piccole realtà, buono e a buon prezzo. Credo che
molti gas esprimano anche la necessità dell'autodetrminazione
nell'ambito del procurasi tutto ciò che gli serve.
Autodeterminazione significa, appunto, assenza di mediatori, sia
culturali che commerciali. Autodeterminazione significa anche la
possibilità di sbagliare, chiedere consigli, confrontarsi e cambiare.
per questo motivo le reti distributive alternative, èer quanto etiche,
buone, economiche possano essere, non interessano a molti gas.
E neppure chi spiega cosa si fa e non si fa.
L'arcipelago gas è enorme e molto differenziato. Ma direi che in
generale, pur esprimendo scelte diverse, è sempre molto sensibile alla
questione intermediazione. Molti gas infatti, si diceva, sono perfino
troppo chiusi in se stessi. Ma in fondo, se lo fanno per proteggersi,
forse non hanno neppure tutti i torti.
L'economista Ha-Joon Chang, autore del volume Cattivi samaritani: Il
mito del libero mercato e l'economia mondiale, dice che quando un Paese
vuole creare un'economia sostenibile deve necessariamente proteggersi e
non incorrere nell'errore del liberismo.
Anche l'economia dei gas è ancora debole, ed è simile a quella di un
Paese in via di sviluppo. Un'apertura eccessiva, che non sia
circolazione di idee, ma adozione di nuove pratiche commerciali, può
denaturare l'esperimento.
Ciao