*Chomsky: Indebolendo Gaza*
/Sameer Dossani di Foreign Policy In Focus, intervista Noam Chomsky
sulla guerra di Gaza/
/Sameer Dossani, un contributore di Foreign Policy In Focus, è il
direttore di 50 Years is Enough e di blog a shirinandsameer.blogspot.com/
Traduzione di Daniele Mennella
http://it.peacereporter.net/articolo/13838/Chomsky%3A+la+mia+idea+di+Gaza
*DOSSANI:* il governo Israeliano e molti ufficiali Israeliani e
Statunitensi sostengono che l'attuale offensiva contro Gaza serve per
porre fine ai continui attacchi contro Israele lanciati da Gaza mediante
razzi Qassam. Ma molti osservatori affermano che se le cose stessero
realmente così Israele avrebbe fatto di tutto per rinnovare il "cessate
il fuoco", scaduto a Dicembre, che aveva quasi del tutto fermato il
lancio di razzi. Nella sua opinione quali sono i veri motivi dietro
l'attuale azione israeliana?
*CHOMSKY:* C'è un tema che si riconduce alle origini del Sionismo. Ed è
un argomento molto razionale: "Ritardiamo il più possibile negoziati e
diplomazia, e nel frattempo costruiamo i fatti sul territorio". In
questo modo Israele vuole creare le basi per qualunque eventuale
trattato verrà ratificato, e più saranno i fatti concreti migliore sarà
l'accordo per i loro scopi. E questi scopi sono essenzialmente di
prendere il controllo di tutto ciò che ha un valore nell'ex Palestina ed
indebolire quel che rimane della popolazione indigena. Io credo che una
delle ragioni per il supporto popolare che questa azione gode negli
Stati Uniti sia che è in risonanza con la storia americana. Come sono
stati gli Stati Uniti di America? I temi sono simili. Ci sono molti
esempi di questo tema in tutta la storia di Israele, e la situazione
attuale è solo un altro esempio. Hanno un programma molto chiaro. Falchi
come Ariel Sharon hanno capito che è da pazzi proteggere con una grossa
parte dell'esercito 8000 coloni in un terzo del territorio con la
maggior parte delle scarse risorse di Gaza a disposizione mentre il
resto della società attorno a loro va in malora. Quindi è meglio
portarli via e mandarli nel West Bank. Quello è veramente il posto che
interessa loro e che vogliono.
Quello che è stato chiamato un "disimpegno" nel Settembre 2005 è stato
di fatto un trasferimento. Sono stati assolutamente chiari su questo.
Infatti hanno aumentato i programmi di insediamento edilizio nel West
Bank e contemporaneamente hanno ritirato alcune migliaia di persone da
Gaza. Quindi Gaza avrebbe dovuto diventare una gabbia, praticamente una
prigione, con la possibilità per Israele di attaccare a piacimento,
mentre nel West Bank avrebbero potuto prendere ciò che volevano. Non
c'era niente di segreto in questo. Ehud Olmert è stato negli Stati Uniti
nel maggio 2006, un paio di mesi dopo il ritiro. In una sessione
congiunta del Congresso Americano, fra calorosi applausi, annunciò
semplicemente che i diritti storici degli Ebrei sull'intero territorio
di Israele è fuori questione. Annunciò quello che ha chiamato il suo
programma di convergenza, che è semplicemente una versione del programma
tradizionale, che si rifà al piano Apollo del 1967. Secondo questo piano
Israele si sarebbe annessa territori e risorse di valore vicino alla
linea verde (il confine del 1967). Quella terra si trova ora al di là
del muro costruito da Israele nel West Bank, un muro di annessione.
Questo vuol dire terra coltivabile, le principali risorse idriche, le
piacevoli periferie attorno a Gerusalemme e Tel Aviv, le colline e così
via. Si sarebbe presa la valle del Giordano, dove ha di fatto costruito
insediamenti fino dalla fine degli anni '60. Poi avrebbero costruito un
paio di super autostrade attraverso l'intero territorio - ce n'è una ad
est di Gerusalemme verso la città di Ma'aleh Adumim che fu costruita per
la maggior parte negli anni '90, durante gli anni di Oslo,
essenzialmente per tagliare in due il West Bank, ed altre due a nord
(includendo Ariel, Kedumim ed altre città) che tagliano in due ciò che
rimane. Avrebbero costituito posti di blocco ed altri sistemi di
vessazione nelle altre aree in modo da isolare la popolazione rimanente
senza mezzi per vivere una vita decente, e se se ne vogliono andare,
bene! Altrimenti potrebbero servire da attrazione turistica - magari la
silhouette di un pastore che conduce una capra su una collina - mentre
nel frattempo gli israeliani, inclusi i coloni, avrebbero guidato sulle
super autostrade per "soli Ebrei". I Palestinesi possono benissimo
arrangiarsi con piccole stradine qua e là dove puoi cascare dentro una
buca quando piove. Questo è l'obiettivo. Ed è esplicito. Non si può
accusarli di inganno perché è esplicito. Ed è un obiettivo che da queste
parti è acclamato.
*DOSSANI:* Riguardo al supporto degli Stati Uniti, la settimana scorsa
il consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato una risoluzione per
richiedere un cessate il fuoco. E' indice di un cambiamento, in modo
particolare alla luce del fatto che gli Stati Uniti si sono astenuti e
non hanno esercitato il diritto di veto, permettendo così alla
risoluzione di essere approvata?
*CHOMSKY:* Appena dopo la guerra del 1967 il Consiglio di Sicurezza
approvò delle risoluzioni molto forti, che condannavano le azioni di
Israele per espandersi e prendere il controllo di Gerusalemme. Israele
semplicemente le ignorò. Perché gli Stati Uniti accarezzano la loro
testa e dicono "andate avanti per la vostra strada e violate le
risoluzioni dell'ONU". C'è un'intera serie di risoluzioni da allora fino
ad oggi che condannano gli insediamenti che, come Israele e tutti sanno,
violano le convenzioni di Ginevra. Gli Stati Uniti o pongono il veto
alle risoluzioni o qualche volta le votano pure, ma ammiccando dicono
"andate comunque avanti, e noi pagheremo e vi daremo il supporto
militare necessario". E' il solito schema. Durante gli anni di Oslo, per
esempio, la costruzione di insediamenti aumentò costantemente, violando
gli obiettivi stessi degli accordi di Oslo. Ed infatti l'anno di massima
espansione degli insediamenti fu l'ultimo anno di Clinton, il 2000. E
continuò anche dopo. Apertamente ed esplicitamente. Per tornare alla
questione della motivazione, Israele ha abbastanza controllo militare
sul West Bank per poter terrorizzare la popolazione e ridurla alla
passività. Ora il controllo è accresciuto grazie alle forze
collaborazioniste addestrate dagli U.S.A. Dalla Giordania e dall'Egitto
per sottomettere la popolazione. Infatti se si leggono i giornali delle
ultime due settimane, se c'è una dimostrazione nel West Bank a supporto
di Gaza, viene annientata dalle forze di sicurezza di Fatah, che ora
funziona più o meno come la forza di polizia israeliana nel West Bank.
Ma il West Bank è solo una parte dei territori palestinesi occupati.
L'altra parte è Gaza, e nessuno dubita che formino un'unità. Ed inoltre
a Gaza c'è resistenza, quei razzi. Quindi sì, vogliono eliminarli, così
non ci sarà più resistenza del tutto e loro potranno continuare a fare
quello che vogliono senza interferenze, mentre nel frattempo ritardano
la diplomazia quanto più possibile per "costruire i fatti" a modo loro.
Ancora una volta questo schema è da ricondursi alle origini del
Sionismo. Naturalmente varia a seconda delle circostanze, ma
fondamentalmente la politica è la stessa e perfettamente comprensibile.
Se vuoi assumere il controllo di una nazione dove la popolazione non ti
vuole, in che altro modo puoi farlo? In che modo è stata conquistata
questa nazione?
*DOSSANI:* Quello che lei descrive è una tragedia.
*CHOMSKY:* E' una tragedia che si consuma proprio qui. La stampa non ne
parla ed anche il mondo culturale non ne parla, per la maggior parte, ma
il fatto è che c'è un accordo politico in agenda da 30 anni. Un accordo
bilaterale sui confini internazionali con possibili mutui cambiamenti di
questi confini. L'accordo è lì ufficialmente dal 1976 con una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza proposta dai maggiori stati arabi
e appoggiata dall'OLP (Organizzazione per la Liberazione della
Palestina) che la pone essenzialmente in questi termini. Gli Stati Uniti
posero il veto mettendo la risoluzione fuori dalla storia, e da allora
si è andati avanti così, senza cambiamenti. A parte una modifica
sostanziale. Durante l'ultimo mese della presidenza Clinton, nel gennaio
2001, ci furono dei negoziati, autorizzati dagli Stati Uniti ma ai quali
non parteciparono, fra Israele e i Palestinesi, negoziati durante i
quali arrivarono molto vicino ad un accordo.
*DOSSANI:* I negoziati di Taba?
*CHOMSKY:* Sì, i negoziati di Taba. Le due parti arrivarono molto vicine
ad un accordo. Furono interrotti da Israele. Ma quella fu l'unica
settimana in oltre 30 anni in cui gli Stati Uniti ed Israele
abbandonarono la loro posizione di rifiuto. E' un vero tributo ai media
e ad altri commentatori che tutto questo sia sotto silenzio. Gli Stati
Uniti e Israele sono isolati. Il consenso internazionale include
praticamente tutti. Include la Lega Araba, che ha superato le sue
posizioni e ha richiesto la normalizzazione delle relazioni, include
Hamas. Ogni volta che si legge di Hamas nei giornali c'è scritto:
"Hamas, supportato dall'Iran, vuole distruggere Israele". Prova a
trovare una frase che dica "il partito di Hamas, democraticamente
eletto, che chiede un accordo bilaterale". Bé, certo, è un buon sistema
di propaganda. Anche nella stampa americana hanno occasionalmente
permesso lettere di dirigenti di Hamas, Ismail Haniya ed altri, che
hanno dichiarato "sì, vogliamo un accordo bilaterale sui confini
internazionali, come chiunque altro".
*DOSSANI:* Quando Hamas ha adottato questa posizione?
*CHOMSKY:* Questa è la loro posizione ufficiale presa da Haniya, il
leader eletto, e Khalid Mesh'al, il loro leader politico in esilio in
Siria, ha scritto la stessa cosa. E' sempre così. Non c'è dubbio che
l'occidente non voglia sentire queste cose. E quindi Hamas ha
l'obiettivo di distruggere Israele. E in un certo senso è vero. Ma
andando in una riserva di Indiani Americani sono sicuri che molti
vorrebbero vedere la distruzione degli Stati Uniti. Se in Messico si
facesse un sondaggio sono certo che molti non riconoscerebbero il
diritto degli Stati Uniti di esistere su metà del Messico, terra
conquistata in guerra. Ed è così in tutto il mondo. Ma loro hanno la
volontà di accettare un accordo politico. Mentre Israele e gli Stati
Uniti no. E sono gli unici, ma siccome sono gli Stati Uniti che di fatto
hanno il controllo della politica nel mondo, non si fa. Qui si presenta
sempre la cosa come se gli Stati Uniti avessero il dovere di
coinvolgersi di più; che sono mediatori onesti; che il problema di Bush
è stato di aver ignorato il problema. Non è questo il problema, bensì
l'opposto. Gli Stati Uniti sono stati molto coinvolti, coinvolti nel
bloccare un accordo politico e fornire il supporto materiale, ideologico
e diplomatico per i programmi di espansione, che sono nient'altro che
programmi criminali. Le corti mondiali, incluse quelle americane, hanno
sancito che ogni trasferimento di popolazione nei territori occupati è
una violazione di una legge internazionale fondamentale: la convenzione
di Ginevra. E pure Israele è d'accordo. Infatti anche le loro corti sono
d'accordo, ma in qualche modo riescono ad aggirarla. Non c'è dubbio su
questo. In qualche modo è accettato negli Stati Uniti che Israele sia
uno stato fuorilegge. La legge non si applica a noi. Ecco perché non se
ne parla mai.
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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