Autor: SILVERIOTOMEO Data: Para: social forum Assunto: [Lecce-sf] memoria anni '70
Quell* del Circolo Lenin
Per ora s'incontrano nelle masserie, meglio, nei ristoranti delle masserie sparse per la Puglia. Lo strumento scelto per comunicare è la rete, naturalmente. Prima un segnale timido, poi suoni più forti e distinguibili, poi un rincorrersi ed un ritrovarsi che va assumendo un ritmo quasi frenetico. Un gruppo di ex che si ritrova a distanza di 40 anni. Ex ventenni, potrebbe essere la definizione più adatta. Ma anche ex rivoluzionari non è male. Per chi ha almeno superato i 50, non dovrebbe essere difficile ricordarli, tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta. Circolo Lenin di Puglia, si chiamavano. Una parte di quella galassia di gruppi che venivano definiti, perché lo erano, extraparlamentari. In Puglia, ebbero un ruolo determinante, agli inizi degli ani '70, nello sviluppo dei movimenti giovanili, la contestazione come si diceva allora. Un gruppo presente in tutte le città e in tanti paesi, scioltosi nel '73 per confluire in esperienze politiche diverse, nel calderone ribollente di quegli anni di piombo, certo, ma anche di creatività e fantasia, di riflessione ed elaborazione teorica. In questo, il Circolo Lenin fu un'esperienza particolare. Senza rinunciare alla corazza dell'arroganza ideologica tipica del tempo, tentò un'elaborazione analitica ed una proposta politica originali, che partissero dalla particolarità delle condizioni dello sviluppo pugliese, regione attraversata in quegli anni dalla contraddizione fra moderno sviluppo industriale ed economia agricola tradizionale. Una faglia destinata ad allargarsi e a caratterizzare spesso drammaticamente la natura e i tratti del nostro sviluppo. Quel gruppo raccolse a migliaia i giovani del tempo, tentando un'elaborazione teorica originale a sinistra, in un'epoca di dogmatismi e rigidità analitiche tragiche. Soprattutto, fu un crogiuolo straordinario di gioventù confuse e ribelli, di ragazzi alla ricerca di sé stessi, per usare sempre un linguaggio datato. In tanti, hanno continuato. A far politica attiva, a ricercare, a praticare un modo diverso dell'essere militante di sinistra. Molti sono oggi nei gangli vitali delle amministrazioni, nei ruoli dirigenti delle professioni, una nomenclatura che sorprenderebbe non poco, se messa in fila e pubblicata. Nessuno di loro è passato a destra. Nessuno ha rubato o concusso, corrotto o grassato. In tanti hanno rinunciato alle grandi opportunità che la politica offriva loro, a questo livello. Alcuni non ci sono più, e la loro assenza è il peso più grande da portare, per i convenuti nelle masserie di Puglia. In estate si ritroveranno tutti, in pubblico, in una grande assemblea per i loro 40 anni. Ci sarà il tempo per le riflessioni teoriche, per la raccolta e pubblicazione di documenti, per i bilanci politici e storici. Per ora, a decine, si vanno ritrovando ragazzi del '70 che ci hanno creduto, che si potesse cambiare il mondo. Le tristezze e le mortificazioni della politica d'oggi sono uno specchio opaco, nel quale brillano le immagini delle foto d'epoca: ragazze bellissime, prima di tutto. E maschietti dallo sguardo truce sotto i capelli lunghi e le barbe. E gli insulti del tempo non riescono a cancellare quei volti, quell'allegria del cambiamento, quell'inutile e perciò indispensabile assalto al cielo. Quando saranno tutte pubbliche, bisognerà guardale con grande attenzione. Non se ne incontrano più, di facce così in per le strade e nelle piazze. Il bianco nero di quelle foto è smagliante di colori, nel grigio del cielo alla diossina nell'inverno del nostro scontento.