Autore: ANDREA AGOSTINI Data: To: forumgenova Oggetto: [NuovoLab] *SPAM* GENOVA E IL DIBATTITO SULLA GRONDA ( AUTOSTRADA )
DI PONENTE
GENOVA E IL DIBATTITO SULLA GRONDA ( AUTOSTRADA ) DI PONENTE
Il dibattito pubblico sulla gronda di ponente si sta facendo prevedibilmente caldo. Purtroppo pero' di tutto si discute meno che della cosa piu' importante. Serve questa imponente struttura logistica? E a chi serve ? Ecco qui sta il punto nodale della situazione.
La differenza tra una operazione di marketing a favore di una grande impresa e un pubblico dibattito partecipato deve nutrirsi di trasparenza e tempi per il confronto e gli approfondimenti.
Da notizie di stampa leggiamo che la prima riunione è prevista per il 13 febbraio.
Orbene se si vuole fare una discussione trasparente, chiara e vera, quella data è pura fantascienza.
Sin dalla prima proposta fatta dalla sindaco in comune abbiamo espresso le nostre perplessita' fugate da altre dichiarazioni e da promesse che non sono state mantenute.
La richiesta che noi abbiamo fatto e' di avere a disposizione i dati dei flussi di traffico, le origini e i punti di arrivo e la tipologia. Questo perchè per valutare correttamente una opera cosi' costosa ed impattante bisogna comprendere bene di cosa stiamo parlando e anche se è possibile intervenire per risolvere il problema con costi ambientali e finanziari minori.
I dati che abbiamo ci indicano che la prevalenza del traffico dei tir in uscita ed entrata nel porto e' per la linea nord sud e cioe' da Voltri verso Alessandria e da Sampierdarena verso Milano, quindi nessuna passaggio significativo sulla direttrice Voltri Sampierdarena , stesso discorso per il traffico generato dai traghetti. Sappiamo anche che molte aziende di logistica - una per tutte quella all'altezza del ponte di cornigliano - influiscono pesantemente sul traffico urbano - parliamo di cetinaia di camion al giorno - per una collocazione folle al centro della citta' e con interferenze continue con il traffico cittadino e autostradale, anche in questo caso la risposta non puo' essere la gronda di ponente, deve essere la ricollocazione dei centri logistici in aree non confliggenti col tessuto urbano e quindi non impattanti ambientalmente, socialmente, economicamente.
La logistica vive anche di servizi alla rete commerciale e anche qui la politica di ognuno per se dio per tutti ha impatti devastanti. Basterebbe che i civ si occupassero di gestire i loro rifornimenti in maniera programmata e a basso impatto energetico che si toglierebbero centinaia di camion e furgoni che a tutte le ore intasano le strade e i polmoni dei cittadini.
Le ipotesi di cui si accenna sono a costo zero per l'amministrazione, si tratta solo di recuperare efficenza e razionalità nel sistema della distribuzione, cosa che puo' essere fatta con l'applicazione di un piano della mobilità delle persone e delle merci fatto su scala metropolitana. Niente di pu' niente di meno di cio' che in Europa si fa e si predica da tempo, migliore qualità minor impatto gratis per le esauste finaze pubbliche e dei cittadini.
Ma il nodo è sempre quello: i dati. Senza i dati che Autostrade non hanno mai fornito nei due decenni in cui mi sono occupato della questione il dibattito è fasullo, serve da sfogatoio, i dati servono disaggregati, non confezionati - se mai li vedremo - dalla azienda. Serve anche il tempo per poterli valutare, dicano gli amministratori quanto ci vuole per esaminare i dati in maniera scientifica e formulare delle proposte per il pubblico dibattito, noi ci atterremo ai tempi previsti.
Ma al momento nonostante le richieste e le promesse i dati non ci sono e le dichiarazioni di tutti - amministratori, cittadini, aziende, associazioni - non hanno alcun valore perchè basati sulle fantasticherie di ognuno, legittime ma prive di qualunque validita' scientifica e quel che è peggio giuridica.
Facciamo questo dibattito, facciamolo bene, la città non chiede altro, cogliamo l'irripetibile occasione per verificare chi si oppone a che cosa. Fino ad ora sono gli imprenditori che hanno sempre giocato la partita con le carte nascoste e dicono no.
Gli ambientalisti dicono si facciamo il dibattito, risolviamo i problemi, nell'interesse pubblico ovviamente.