[NuovoLab] 347° ora in silenzio per la pace

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per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 21 gennaio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
Genova, 347° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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Mentre riaffermiamo che il nostro pacifismo non è a senso unico, e che
condanniamo con la stessa forza qualunque uccisione, sia palestinese,
sia israeliana, offriamo all’attenzione dei passanti un articolo di
Eduardo Galeano che contiene alcune informazioni fondamentali per capire
ciò che sta accadendo oggi a Gaza, e le cause storiche e politiche che
hanno condotto a questa situazone

Dal Manifesto del 15 gennaio 2009

Per giustificarsi, il terrorismo di stato fabbrica terroristi: semina
odio e raccoglie pretesti. Tutto indica che questa macelleria di Gaza,
che secondo gli autori vuole sconfiggere i terroristi, riuscirà a
moltiplicarli.
Dal 1948 i palestinesi vivono una condanna all'umiliazione perpetua.
Senza permesso non possono nemmeno respirare. Hanno perso la loro
patria, la loro terra, l'acqua, la libertà, tutto. Non hanno nemmeno il
diritto di eleggere i propri governanti. Quando votano chi non devono,
vengono castigati. Gaza viene castigata. Si è trasformata in una
trappola per topi senza uscita da quando Hamas vinse limpidamente le
elezioni nell'anno 2006.
(….) La democrazia è un lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell'impotenza i razzi caserecci che i militanti di Hamas,
rinchiusi a Gaza, sparano con mira pasticciona sopra le terre che erano
state palestinesi e che l'occupazione israeliana ha usurpato. E la
disperazione, al limite della pazzia suicida, è la madre delle
spacconate che negano il diritto all'esistenza di Israele, urla senza
alcuna efficacia, mentre una molto efficace guerra di sterminio sta
negando, da anni, il diritto all'esistenza della Palestina.
Già non ne resta molta, di Palestina. Passo dopo passo Israele la sta
cancellando dalla mappa. I coloni invadono, e dietro di loro i soldati
modificano la frontiera. I proiettili sacralizzano il furto, in
legittima difesa.
Non c'è guerra aggressiva che non dica d'essere guerra difensiva. Hitler
invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush
invase l'Iraq per evitare che l'Iraq invadesse il mondo. In ognuna delle
sue guerre difensive Israele ha inghiottito un altro pezzo di Palestina,
e il pasto continua. Il divorare si giustifica con i titoli di proprietà
che la Bibbia ha assegnato, per i duemila anni di persecuzioni che il
popolo ebreo ha sofferto, e per il panico causato dai palestinesi che
hanno davanti.
Israele è il paese che non adempie mai alle raccomandazioni e nemmeno
alle risoluzioni delle Nazioni unite, che non si adegua mai alle
sentenze dei tribunali internazionali, che si fa beffe delle leggi
internazionali, ed è anche il solo paese che ha legalizzato la tortura
dei prigionieri.
Chi gli ha regalato il diritto di negare tutti i diritti? Da dove viene
l'impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza di Gaza? Il governo
spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per
sconfiggere l'Eta, né il governo britannico avrebbe potuto radere al
suolo l'Irlanda per liquidare l'Ira. Forse la tragedia dell'Olocausto
comprende una polizza di impunità eterna? O quella luce verde proviene
dalla potenza più potente, che ha in Israele il più incondizionato dei
suoi vassalli?
L'esercito israeliano, il più moderno e sofisticato del mondo, sa chi
uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si
chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre
imperiali. A Gaza, su ogni dieci danni collaterali tre sono bambini. E
sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello squartamento
umano che l'industria militare sta saggiando con successo in questa
operazione di pulizia etnica.
E come sempre, è sempre lo stesso: a Gaza, cento a uno. Per ogni cento
palestinesi morti, un israeliano.

Eduardo Galeano