[NuovoLab] Ateo-bus, scatta la censura

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Ateo-bus, scatta la censura
"Messaggio lesivo delle convinzioni religiose", stop alla pubblicità

Il segretario dell´associazione che ha promosso la campagna "La biancheria intima va bene, ma noi no..."
MICHELA BOMPANI


Nessun ateo-bus, a Genova. Ieri Fabrizio Du Chene, amministratore delegato di Igp Decaux, agenzia concessionaria della pubblicità sui mezzi Amt, ha annunciato di avere rifiutato la campagna pubblicitaria dell´Uaar (l´Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) in base al codice di autodisciplina pubblicitaria e dopo aver consultato i propri legali. «Questa è censura», accusa l´Uaar.
«Riteniamo che il messaggio pubblicitario possa essere lesivo delle convinzioni morali, civili, religiose delle persone», spiegano dall´agenzia milanese Igp, e sottolineano come alla base della decisione ci siano gli articoli 10 e 46 del codice.
«Biancheria intima e villaggi vacanze sì, ma guai a chiedere uno spazio pubblicitario e a usarlo per dire che Dio non esiste - sbotta Raffaele Carcano, segretario generale dell´Uaar - sembra che in questo Paese non ci sia spazio per dichiararsi atei, che sia qualcosa di cui parlare con vergogna, o non parlare affatto, pena la censura. L´Igp direbbe davvero no a uno slogan che sostiene che Dio esiste?».
Campagne analoghe sono già partite, proprio sui bus, a Londra, Washington, Barcellona e ovunque hanno scatenato polemiche, ma solo in Australia la pubblicità atea è stata bloccata prima di partire, come è successo a Genova.
La decisione è arrivata, tempestivamente, ieri: «Abbiamo ricevuto il bozzetto della campagna proposta dall´Uaar giovedì pomeriggio - spiega la portavoce di Igp - fino a quel momento non potevamo esprimere valutazioni, avevamo informazioni soltanto dai media. Giovedì Fabrizio Du Chene ha interpellato i propri legali, mostrando il bozzetto, così come avviene per ogni progetto, è una prassi interna: il responso è quello che conoscete». All´Igp minimizzano la decisione, indicano che per l´agenzia sia pane quotidiano verificare la legittimità, in base al codice pubblicitario, di un messaggio promozionale: «Così accade per la pornografia», citano ad esempio.
La Curia preferisce ancora il basso profilo: «Così come non abbiamo commentato l´annuncio della campagna, non ne commentiamo la fine», sanciscono da via dell´Arcivescovado, in attesa del rientro da un pellegrinaggio Fatima del cardinale Angelo Bagnasco. Anche se un articolo piuttosto critico, sul giornale della Curia, "Il Cittadino" aveva aumentato la tensione.
Monsignor Marco Granara, rettore del Santuario di N. S. della Guardia, che era però intervenuto invitando alla pacatezza, sembra sollevato: «Mi pare che abbia vinto il buon senso. Tutti i problemi di questo tipo, l´ateismo, l´omosessualità non vanno mai affrontati con battaglie, va sempre cercato lo spazio del dialogo. Si può poi discutere sul fatto che una minoranza di quaranta persone tenga sveglio l´intera nazione su un tema che, in fondo, non è loro».
Più allineato con le dichiarazioni della Curia, don Gianfranco Calabrese, direttore dell´Ufficio catechistico della Diocesi di Genova, che aveva esortato ad evitare le contrapposizioni: «Non voglio entrare in polemiche, così come ha scelto di fare la mia Curia - dice - per evitare ogni radicalizzazione».
La scelta di Igp pare irrevocabile: «Noi siamo i concessionari degli spazi pubblicitari dei autobus in tutte le città italiane, l´azienda ha deciso così e questo, anzi, costituirà un precedente, se si dovessero presentare situazioni analoghe». Riflettono pure, da pubblicitari navigati: «L´Uaar ha ottenuto più visibilità con tutte queste polemiche che se avessero cominciato a viaggiare i messaggi sugli autobus».
Aveva immediatamente suscitato polemiche l´annuncio della campagna: "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" dell´Uaar, che avrebbe dovuto comparire sulle fiancate degli autobus genovesi dal prossimo 4 febbraio. Culminate con il coinvolgimento del Garante Antonio Catricalà, che si sarebbe dovuto pronunciare sulla questione. Anche alcuni autisti Amt avevano annunciato di rifiutarsi di guidare i mezzi su cui sarebbe comparso il messaggio pubblicitario dell´Uaar. E ieri la Sinistra europea-Prc ha chiesto al sindaco e all´Amt di revocare il contratto all´Igp, nel caso in cui venga appurato si tratti di censura, mentre An applaude, «Decisione responsabile».
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La reazione/1
Marta Vincenzi scrive ai vertici dell´azienda: ma capisco le ragioni commerciali
Il sindaco vuole chiarimenti "Spiegatemi i motivi della scelta"

"Questa vicenda ha comunque il merito di avere aperto un grande dibattito sulla laicità che non va sottovalutato. Il Comune continuerà a difendere la libertà"



«Questa vicenda ha comunque aperto un grande dibattito sulla laicità che non va sottovalutato. E, anzi, va approfondito»: il sindaco Marta Vincenzi commenta il "no" dell´agenzia Igp agli ateo-bus.
«Ho chiesto al presidente di Amt Bruno Sessarego di verificare immediatamente, così come mi è stato chiesto da alcuni capigruppo in consiglio comunale, quali siano le reali motivazioni per cui Igp ha fatto questa scelta - aggiunge Vincenzi e prosegue - certo posso anche comprendere le ragioni commerciali che potrebbero spingere un´agenzia come Igp, che vive di pubblicità, a rifiutare una campagna di questo tipo».
Il sindaco sottolinea che, proprio per il suo ruolo istituzionale, ha preferito tenersi un passo indietro rispetto alla rovente polemica che era immediatamente divampata, dopo l´annuncio dell´iniziativa.
Ma nei giorni scorsi aveva ribadito che «la linea del Comune di Genova rimane quella di difendere democrazia e laicità, nonché la libertà di espressione», e aveva definito «una provocazione, che però mi sembra non offenda nessuno», l´iniziativa dell´Uaar.
Autobus o no, l´Unione degli atei e agnostici razionalisti genovesi ha avuto una grande visibilità, ammette in sindaco, e le istanze avanzate dall´associazione hanno avuto comunque il pregio di aprire un fronte di dibattito quanto mai necessario in una società libera.
(m. b.)
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reazione/2
Bruno Sessarego: ero tranquillo, non mi aspettavo una decisione del genere
Il presidente di Amt sorpreso "Noi siamo ancora disponibili"

"Avevamo espresso chiaramente la nostra apertura, anche perché questo tipo di espressioni appartengono alla cultura genovese"



«E´ sempre di cattivo gusto censurare»: Bruno Sessarego, presidente di Amt ha appreso soltanto dagli organi d´informazione la notizia dello stop alla campagna Uaar imposto dall´agenzia concessionaria della pubblicità sui mezzi aziendali, Igp. Insomma, nessuno glielo ha detto personalmente.
«Abbiamo già contattato Igp e abbiamo espressamente chiesto che vengano chiarite le motivazioni che li hanno spinti a prendere questa decisione - spiega Sessarego, un po´ amareggiato - l´iter in questi frangenti è il seguente: dapprima l´agenzia concessionaria dà un parere e, in seconda istanza, esprimiamo il nostro. Adesso, però, voglio capire il perché di questo no».
Sessarego spiega: «All´annuncio della campagna sui mezzi Amt sia noi, sia il sindaco Marta Vincenzi avevamo espresso messaggi di assoluta apertura e disponibilità. Ero tranquillo, in verità non mi aspettavo una decisione di questo tipo: avevamo espresso chiaramente che questo tipo di espressioni appartengono alla cultura anche genovese».
Il presidente di Amt ribadisce la disponibilità dell´azienda nei confronti dell´Uaar, anche se esclude di poter offrire altri spazi sui propri mezzi, perché per la maggior parte (quelli commerciali) sono gestiti da Igp, e i restanti sono utilizzati per comunicazioni aziendali e informazioni agli utenti.
(m. b.)
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Il commento
Se la Chiesa attacca la libertà




A Londra, capitale di un paese anglicano, la campagna degli "atheist bus" è scattata il 6 gennaio. Da allora 800 autobus circolano per le cittadine di Inghilterra e Scozia con una scritta dal sapore beffardo: "Probabilmente Dio non esiste. Ora smettete di preoccuparvene e godetevi la vita". Ci sono state proteste che hanno toccato punte di accesa indignazione, ma nessuno si è sognato di bloccare l´iniziativa. Da quelle parti la prima religione è il "free speech", la libertà di espressione. A Barcellona, nella cattolica Spagna, un´analoga iniziativa è stata avviata nei giorni scorsi e anche lì, nonostante la veemente reazione della Chiesa, il gusto della libertà ha prevalso sulle tentazioni della censura. A Genova è accaduto il contrario. Nei giorni scorsi, quando l´iniziativa dell´Unione Atei e Agnostici Razionalisti è diventata pubblica, il sindaco della città e il presidente dell´Amt si sono comportati come i loro colleghi di Londra e Barcellona: nessun giudizio sullo slogan contestato, ma garanzia di libera circolazione delle idee, anche se sgradevoli. La svolta è probabilmente avvenuta martedì, quando la Curia è intervenuta pesantemente con un articolo sul settimanale Il Cittadino. A quel punto la censura si è fatta strada attraverso le opinioni di uno studio legale consulente di una concessionaria pubblicitaria. Così gli azzeccagarbugli si sono sostituiti alla politica. Non vogliamo difendere il messaggio della Uaar, che molti ritengono di dubbio gusto. C´è qualcosa di più importante da tutelare: la libertà di espressione delle minoranze. (E.P.)


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secolo xix

bus degli atei restano ai box
La concessionaria di pubblicità dice no dopo le polemiche. Record di commenti sul sito del Secolo


GENOVA. Alla fine gli atei non saliranno sul bus. Il verdetto della concessionaria Igp Decaux, che per Amt gestisce gli spazi pubblicitari sui bus, è arrivato ieri mattina. Non è il classico fulmine a ciel sereno, perché un pronunciamento era atteso con ansia all'indomani della presentazione all'agenzia dei bozzetti della campagna pensata dall'Uaar. Ma è ugualmente capace di aggiungere benzina sul fuoco di una discussione divampata - ed è questo un caso eccezionale - ancor prima della partenza della campagna. Un dibattito vivo, in grado di catalizzare oltre duemila voti (è il record assoluto) nel sondaggio in materia proposto dal sito web del Secolo XIX.
Resterà quindi a terra il messaggio che avrebbe dovuto trovare posto sulla carrozzeria di due autobus genovesi, come già accade sui mezzi di Londra e a Barcellona. La scritta «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno», circondata da nuvole in omaggio a Fabrizio De Andrè e a Gino Paoli, non circolerà sui mezzi genovesi per un mese a partire dal 4 febbraio, come invece richiesto dall'Unione atei agnostici razionalisti, che con ottomila euro avevano finanziato la campagna. Le motivazioni, rese note da Igp Decaux nel tardo pomeriggio, fanno esplicito riferimento al Codice di autodisciplina pubblicitaria. In poche parole, il messaggio dell'Unione atei, agnostici e razionalisti è stato considerato dall'agenzia milanese «lesivo delle convinzioni religiose delle persone». Le spiegazioni sono affidate a Benedetta Arlati, responsabile delle relazioni esterne di Igp Decaux: «Abbiamo ricevuto il bozzetto definitivo ieri (l'altro ieri, ndr) e, sentito il parere del nostro legale, l'amministratore delegato della società Fabrizio du Chene De Vere ha preso questa decisione». Scendendo nel dettaglio, il messaggio dell'Uaar non è stato considerato in linea con due articoli del codice che le aziende di comunicazione si sono auto imposte: l'articolo 10, che riguarda le "convinzioni morali, civili e religiose e la dignità delle persone" e che afferma: "La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini". Il secondo articolo citato, è il 46: intitolato "Appelli al pubblico" contiene norme che riguardano in particolare i messaggi di interesse sociale ed è citato come rafforzativo. «Abbiamo usato la procedura che seguiamo di solito per casi di questo genere - dice ancora Benedetta Arlati - Il messaggio era troppo forte e non ce la siamo sentita. Dobbiamo avere la massima attenzione, visto che poi gestiamo spazi altrui».
Dura la reazione dell'Uaar, che per prima si è fatta carico di comunicare la decisione di Igp Decaux. Parole decise, senza mezzi termini, giungono da Silvano Vergoli, coordinatore del circolo di Genova e componente del comitato di coordinamento a livello nazionale: «Questa è censura - sbotta - Provo stupore e amarezza nel constatare che in Italia la libertà di opinione non esiste. Ci sentiamo esclusi dal dibattito filosofico sull'esistenza o la non esistenza di un'entità soprannaturale». «Dicono che siamo contro il codice di autodisciplina pubblicitaria - aggiunge - Mi domando se la stessa cosa valga per la campagna con la quale la chiesa chiede l'otto per mille». Il senso di esclusione attizza la voglia di rivalsa: «Abbiamo passato la pratica al nostro ufficio legale, verificheremo se ci sono i termini per avviare un'azione - aggiunge Vergoli - Intanto, constatiamo che le donazioni sono praticamente triplicate negli ultimi giorni, arrivando a quota 13 mila euro. Penseremo a come utilizzare quei fondi per un'altra iniziativa». Che potrebbe riguardare, ad esempio, una delle battaglie care all'Uaar, come l'abolizione dei simboli religiosi dai luoghi pubblici.
«Abbiamo toccato un nervo scoperto» conclude Vergoli. Non si può dargli torto, visto il successo che ha avuto il sondaggio proposto sul sito Internet del Secolo XIX, e considerato che il voto di 2.042 persone si è spaccato in due parti quasi uguali. Alla domanda «"Bus atei": se dipendesse da te, li faresti circolare?"» il 51,47% si è espresso a favore, il 48,53% contro. Il sondaggio, che non ha nessuna pretesa di rappresentatività, dà però l'idea di come la questione abbia suscitato il dibattito. Elemento rilevato anche dal sindaco di Genova, Marta Vincenzi: «Sono contenta di non aver avuto alcun atteggiamento di censura - ha detto - La cosa che più importa è che questa vicenda ha aperto un dibattito di grande interesse sulla laicità». La Vincenzi rende noto di aver chiesto ad Amt le motivazioni ufficiali di questa decisione, che «possono essere di tipo commerciale». Secondo il primo cittadino, all'Uaar spetta il merito di aver sfruttato al massimo la potenza mediatica del messaggio, lanciando l'iniziativa ancor prima che partisse. E la stessa organizzazione non esclude nuovi colpi di scena.
ELENA NIEDDU
nieddu@???


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