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From: Lista Campo
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Thursday, January 15, 2009 5:22 PM
Subject: Boicottaggio e pacifismo
Da Nadia Ferro questa lettera inviata ad Infopal
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Cari compagni,
leggo sempre con molto interesse gli articoli di Infopal.
In particolare mi hanno colpito le testimonianze di Vittorio Arrigoni, padre Musallam e di quanti condividono la sorte dei martiri di Gaza con grande generosità e umanità.
Mi è piaciuto moltissimo, poi, l'articolo di Angela Lano che denuncia l'enorme responsabilità dei "contractors" dell'informazione che inquinano le menti e le coscienze, rendendo possibile l'accettazione di ogni orrore.
Thomas Mann sosteneva che nei momenti più difficili gli uomini sono confusi.
E' esperienza comune che in questo terribile momento storico anche i più intellettualmente onesti e impegnati arrancano quando tentano di elaborare parole d'ordine chiare e convincenti.
Due esempi su tutti: BOICOTTAGGIO e PACIFISMO.
Nonostante le migliori intenzioni, il boicottaggio, se attuato da singoli individui e non da stati, è, per un verso, praticamente irrilevante e, per l'altro, impraticabile.
E' vero, si possono non acquistare il pompelmi Jaffa ma bisogna tener presente che i brevetti delle sementi, persino quelli dei sicilianissimi pomodori di Pachino, sono in mani israeliane.
Non mangiamo più nemmeno quelli?
In un mondo dominato dalle multinazionali non c'è spazio per fughe personali.
Se si ha la febbre non si può rinunciare agli antibiotici solo per boicottare una corporation.
Infine questa posizione rischia di costituire un comodo alibi.
Ho fatto la mia parte, posso essere soddisfatto: d'ora in poi solo pompelmi spagnoli.
Pacifismo - Ho letto la lettera aperta di Elvio Arancio, scoprendo così che è redattore per il tema "Resistenza non violenta".
Tralascio per brevità l'analisi teorico-politica del pacifismo.
Una semplice osservazione terra terra.
Se si prova a interrogare un convinto pacifista sul che fare in questa o quella situazione concreta si riceve in risposta un confuso balbettio.
Gaza, l'Iraq, l'Afghanistan, la Somalia, ecc. ecc. ecc. dovrebbero resistere alle aggressioni con metodi non violenti? QUALI?
Schierarsi a mani nude davanti ai carri armati? Sventolare bandiere della pace ben visibili da aerei e elicotteri da combattimento? DIALOGARE facendo appello all'umanità di chi dimostra di non possederne?
Non capisco ma, se mi verrà spiegato chiaramente come si concretizza sul terreno il pacifismo, sono disposta a capire.
Un caloroso buon lavoro!
Nadia Ferro
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