Car* tutt*,
altre informazioni molto interessanti dall'associazione Handala
Palestina
Cristina
ciao a tutti,
vi mando un po' di materiale inerente le varia attività che si stanno
svolgendo in qesti gorni: il resoconto della dimosrazione di ieri
fuori alla farnesina (dal forumpalestina), e un articolo della
Morgantini testimode diretta della strage a Gaza (dal manifesto).
ciao , noemi
Resoconto dell'incontro con la Farnesina sulla richiesta dei corridoi
umanitari a Gaza
Martedi pomeriggio nel corso del Sit in davanti alla Farnesina, una
delegazione è stata ricevuta dai responsabili del Ministero per l'area
Mediterraneo e Medio Oriente e del Dipartimento Cooperazione e
Sviluppo. La delegazione era estremamente significativa: due medici,
due infermieri e un attivista del Forum, di questi una donna medico
palestinese e una operatrice aderente alla Rete Ebrei contro
l'Occupazione.
L'incontro ha avuto una premessa politica molto chiara: "Riteniamo
inaccettabile la posizione del governo italiano e della stragrande
maggioranza della politica italiana sull'attacco militare israeliano a
Gaza e pensiamo che il nostro sia l'orientamento della maggioranza
della società italiana. Questo dato verrà dimostrato con la
straordinaria partecipazione popolare alla manifestazione nazionale in
solidarietà con il popolo palestinese che si terrà a Roma sabato 27
gennaio. La posizione italiana non è inaccettabile da oggi ma da
quando ha accettato – insieme all'Unione Europea – di applicare
l'embargo contro i palestinesi della Striscia di Gaza per motivazioni
strettamente politiche. L'emergenza umanitaria a Gaza non è iniziata
con i bombardamenti israeliani ma era già ben visibile e denunciata da
tutte le agenzie umanitarie già da mesi a causa dell'embargo.
Fatta questa premessa , l'incontro è entrato nel merito delle proposte
che abbiamo avanzato e che vi riassumiamo:
1) Apertura immediata di un corridoio umanitario nella Striscia
di Gaza con l'obiettivo di far uscire i palestinesi feriti e far
entrare il personale medico e il materiale sanitario che si sta
concentrando da giorni a El Arish (in Egitto, vicino al valico di
Rafah) e che attende di entrare per portare aiuto e competenze agli
esausti ospedali palestinesi di Gaza.
2) Prevedere e attrezzare la ospedalizzazione nelle strutture
sanitarie in Italia dei palestinesi feriti, in modo particolare di
quei feriti dalle nuove armi letali usate dalle forze armate
israeliane che i medici e gli ospedali palestinesi non sanno e non
possono curare perché di natura sconosciuta e devastante
Rispetto a queste due proposte i dirigenti della Farnesina hanno
elencato i finanziamenti messi a disposizione dal governo italiano per
l'emergenza umanitaria a Gaza: 1milione e 600mila euro attraverso
l'UNRWA, 250.000 euro attraverso il Programma Alimentare Mondiale,
300.00 euro attraverso la Mezza Luna Rossa. La prossima settimana
dovrebbero partire due aerei italiani con gli aiuti per Gaza. L'Enel
ha messo a disposizione due generatori per gli ospedali di Gaza.
Sull'apertura del corridoio umanitario la Farnesina ritiene che sia
impossibile aprirlo con i combattimenti e i bombardamenti in corso non
esistendo le condizioni di sicurezza sul terreno. Per l'afflusso degli
aiuti previsti si prevede di utilizzare la "finestra" delle tre ore al
giorno di tregua.Il governo italiano – secondo la Farnesina – sta
spingendo per una tregua e un cessate il fuoco più duraturo.
Sul ricovero in Italia dei palestinesi feriti, la Farnesina segnala
che la competenza su questo è delle regioni che devono approvare e
approntare i piani di accoglienza e ospedalizzazione. Le valutazioni
su questo aspetto da parte della Farnesina sono più ottimistiche
essendo una possibilità già sperimentata in altre occasioni.
In conclusione, si è aperto un canale di collegamento tra i movimenti
di solidarietà con il popolo palestinese e la Farnesina che dovrà
essere utilizzato nelle prossime settimane per far pressione e cercare
di raggiungere gli obiettivi minimi.
Diventa decisivo aprire il fronte delle Regioni attivando una forte
pressione per rendere disponibile concretamente i posti letto per i
feriti palestinesi. Non è un problema da poco perché in molte regioni
è già in corso un drastico taglio dei posti letto e del personale
dovuto ai piani di rientro finanziario. La proposta che è stata
avanzata alla Farnesina, ma che dovrà essere gestita anche regione per
regione, è quello di sospendere per almeno i tagli di posti letto e
personale. Non sarebbe affatto peregrino – per fare un esempio - far
si che gli ingenti fondi che la Regione Toscana destina – tramite la
fondazione Peres - agli ospedali israeliani per "curare i
palestinesi", vengano invece utilizzati per curare i palestinesi
feriti negli ospedali toscani o per gli ospedali palestinesi di Gaza.
Raccomandiamo a tutte le attiviste e gli attivisti delle varie realtà
locali che riceveranno questo report di prestare molta attenzione e
molta cura a questo aspetto sanitario/umanitario della nostra attività
di solidarietà. Si tratta di salvare e curare persone in carne ed ossa
ed è un aspetto del nostro lavoro che può attivizzare moltissime
persone e produrre risultati concreti. Va quindi gestito con molta
precisione e molta concretezza.
Una cosa che abbiamo tenuto a precisare nel resoconto fatto a tutti
coloro che erano al presidio sotto alla Farnesinaed anche a chi
riceverà questo report, è che questa attività di sostegno umanitario
al popolo palestinese non deve mai far perdere di priorità il fatto
che la questione palestinese resta un nodo tutto politico e non
umanitario.
Ci sono voluti decenni di lotta per impedire che la questione
palestinese venisse affrontata e liquidata come un problema umanitario
di gestione dei profughi e non come problema politico dovuto alla
pulizia etnica israeliana iniziata nel 1948. Questa priorità non è e
non sarà mai un dettaglio nella nostra azione politica di solidarietà.
In questo senso ricordiamo a tutte e a tutti l'importanza della
partecipazione di massa e della riuscita della manifestazione di
sabato 17 gennaio a Roma.
Un buon lavoro a tutte e a tutti
Il Forum Palestina
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ILMANIFESTO 14 GENNAIO 2009
PALESTINA
Due ore all'inferno
Luisa Morgantini *
Poco più di due ore ma sono bastate per vedere la distruzione e la
desolazione della gente di Gaza. Con 8 parlamentari europei e un
senatore del Pd, siamo stati gli unici rappresentanti politici ad
essere entrati nella Striscia da quando è iniziato l'attacco israeliano.
Siamo entrati attraverso il valico di Rafah grazie alla indispensabile
collaborazione dell'Unrwa e delle autorità egiziane e forzando la
volontà di quelle israeliane che hanno respinto la nostra richiesta.
Colpi di cannone e bombe sono cadute vicino la sede dell'Onu in cui ci
trovavamo, malgrado ci fosse una tregua di tre ore. Non rispettata.
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Così come la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite, respinto da Israele e da Hamas.
«Tutti e due si dichiareranno vincitori ma siamo noi a morire»: è un
uomo accasciato nel centro di raccolta degli sfollati dell'Onu, che ci
parla. Responsabilità di Hamas, ma l'asimmetria, è innegabile. Israele
continua da più di 40 anni ad occupare e colonizzare terra e popolo
palestinese, con la forza militare e la violazione del diritto
umanitario e internazionale: a Rafah ho visto esseri umani logorati
dal terrore sfiniti dall'insonnia per due settimane di duri
bombardamenti, di ricerche disperate di cadaveri tra le macerie e una
fame antica quanto l'embargo che anche prima dell'operazione «Piombo
fuso» soffocava e costringeva in una punizione collettiva i civili di
Gaza. Sono attaccati dal cielo, dalla terra, dal mare, nessuno e
niente può dirsi al sicuro.
Ed è la prima volta che persone bombardate non hanno dove fuggire, le
frontiere sono chiuse, aspettano di morire. È ciò che mi ha detto
Raed: «Ogni volta prima di cercare di dormire, bacio mia moglie
sperando di ritrovarla il giorno dopo e di non morire sotto le bombe».
Orrore e impunità: la scuola dell'Unrwa di Jabalia è stata centrata in
pieno da un missile da dove non sparavano i miliziani di Hamas e lì
sono morti 45 civili. Gli obitori sono stracolmi di cadaveri come le
corsie di feriti con ustioni gravi provocate dal fosforo bianco e
dalle armi Dime (sperimentali), usate in Libano - l'ammissione è di
parte israeliana. Un medico ci dice che i malati cronici non vengono
più curati: non ci sono medicine. A Gaza le madri assiepate a decine
con i loro bambini in una piccola stanza ci guardavano disperate, con
gli occhi persi nel vuoto, ci mostravano i figli ancora feriti e ci
chiedevano «Perché?». L'Unrwa denuncia la mancanza di beni base
necessari.
Israele non permette il flusso necessario di aiuti. Ma nulla e nessuno
è al riparo dalla scelta di Israele di continuare nell'illegalità.
Mentre si bombarda Gaza aumentano i coloni illegali in Cisgiordania e
cresce il Muro che confisca terre e divide palestinesi da palestinesi.
Continuare a tenere viva la speranza per il diritto ad uno Stato, sui
confini del '67 con Gerusalemme capitale condivisa, è sempre più
difficile. Come far assumere alla Comunità Internazionale le proprie
responsabilità? Come far cessar il fuoco subito? Come convincere
Israele che non può continuare a violare la legalità internazionale ma
che deve iniziare ad ascoltare al suo interno le voci che chiedono
pace, diritti e dignità per il popolo palestinese, unica via per la
propria sicurezza? L'Unione Europea deve avere il coraggio e la
coerenza di fermare il potenziamento delle relazioni e cooperazione
con Israele, sopratutto quella militare.
Noi parlamentari europei lo chiederemo ancora una volta, insieme al
cessate il fuoco da tutte e due le parti e a forze internazionali per
proteggere i civili non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania. E mi
auguro che in Italia i movimenti sappiano capire che essere uniti è
importante e che non si è per Israele o per la Palestina, ma per il
diritto e la giustizia. Io continuo a stare con quei palestinesi ed
israeliani che dicono «ci rifiutiamo di essere nemici - fermate il
massacro - basta con l'occupazione».
*Vice Presidente del Parlamento Europeo