[NuovoLab] Gaza: nuove armi, vecchie atrocità

Nachricht löschen

Nachricht beantworten
Autor: Mgow
Datum:  
To: forumgenova@inventati.org
Betreff: [NuovoLab] Gaza: nuove armi, vecchie atrocità
*Gaza: nuove armi, vecchie atrocità*
*Le conseguenze a lungo termine delle bombe israeliane, comprate dagli Usa*
di Massimo Zucchetti***
http://it.peacereporter.net/articolo/13663/Gaza%3A+nuove+armi%2C+vecchie+atrocit%26agrave%3B

Davanti al massacro di una disgraziata popolazione civile di un milione
e mezzo di abitanti rinchiusa in un lager a cielo aperto, quando il
numero di vittime ha raggiunto (12 gennaio ore 17:00, ormai bisogna
datare queste affermazioni) la cifra di 888 palestinesi, di cui 284
bambini, 100 donne e 4080 feriti, può risultare forse irrilevante
disquisire su quali armi siano state usate da Israele per compiere una
simile strage. Strage che poco ha a che vedere con Hamas: ci sono molte
testimonianze, quale ad esempio quella di Mads Gilbert, un medico
norvegese che lavora all'ospedale Al-Shifa a Gaza, che racconta a Sky
News che il numero di civili feriti e uccisi a Gaza dimostra che Israele
sta attaccando deliberatamente la popolazione. (vedi ad esempio
http://www.tlaxcala.es/detail_artistes.asp?lg=es&reference=259
<http://www.tlaxcala.es/detail_artistes.asp?lg=es&reference=259>). Solo
un lieve moto di vergogna insorge leggendo l'irrilevante blog della
rivista "Panorama", che tacciano di malafede un medico eroe della pace
come Gilbert.

Comunque, a parte l'utilizzo di bombe all'uranio impoverito che pare non
confermato, e di ordigni al fosforo sui quali c'è ancora discussione
tecnica, è invece assodato l'utilizzo da parte dell'esercito israeliano
di bombe DIME (Dense Inert Metal Esplosive). Si tratta di un tipo
innovativo di bomba, con una testata di fibra di carbonio e resina
epossidica integrata con acciaio, e che fa uso di una lega di tungsteno.
Queste armi hanno un enorme potere esplosivo, ma il potere
dell'esplosione si dissipa molto rapidamente e il raggio interessato non
è molto lungo, forse dieci metri: le persone travolte da questa
esplosione, dall'onda d'urto, vengono letteralmente tagliate a pezzi. E'
stata concepita proprio per uno scenario di guerriglia urbana perché
consentirebbe -- nella delirante logica militarista - di colpire
obiettivi mirati.

Quest'arma non è una novità: è stata già usata in Libano e a Gaza nel
2006. Le ferite che si vedono oggi all'ospedale Shifa di Gaza rendono
assodato che sia stato fatto largo uso di armi DIME da parte degli
israeliani in questa guerra. Di DIME avevano già parlato ad esempio
Masella e Torrealta di RaiNews24 nel 2006 (
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=3469
<http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=3469>).

Invito i lettori, con i quali mi scuso per la crudezza delle immagini
(che potrebbero impressionare per il loro contenuto), ad occhieggiare
alcune delle foto allegate
<http://it.peacereporter.net/fotogallery/galleria/264/Gaza%3A+nuove+armi%2C+vecchie+atrocit%E0>
a questo articolo per capire quali effetti producano queste bombe DIME.

Vi è anche la questione, che in questo momento pare secondaria visto
quanto succede, ma che va comunque citata, che a lungo termine queste
armi avranno sui sopravvissuti un effetto cancerogeno. Inglobare schegge
o respirare micropolveri di tungsteno, metallo pesante e notoriamente
cancerogeno, non potrà che provocare nella popolazione sopravvissuta o
che vive nei dintorni un aumento della frequenza di insorgenze tumorali.
Su questo sono state fatte ancora relativamente poche ricerche, ma ce ne
sono alcune, condotte anche negli Stati Uniti, che mostrano che queste
armi hanno una tendenza molto alta a provocare il cancro. Così chi non
resta ucciso sul colpo rischia di ammalarsi di tumore. Ma a chi importa,
in questo drammatico momento?

Comunque, per quello che può valere il diritto internazionale dopo
quanto sta succedendo, queste sono armi sperimentali di tipo chimico,
vietate dalle Nazioni Unite. Di nuovo, Ma a chi importa, in questo
momento? Direi che più importante sia però dire che tutto quanto sta
succedendo a Gaza è contro il diritto internazionale, è contro
l'umanità, è contro tutto ciò che significa essere persone dotate di
senso morale.

Ma porrei ancora, da scienziato responsabile ed attivo contro la guerra,
su un piano separato i soldati israeliani, che fanno in fondo un loro
mestiere, sebbene orribile, da quanti hanno studiato e messo a punto
queste armi: la ricerca è stata condotta dal US Air Force Research
Laboratory in collaborazione con il Lawrence Livermore National
Laboratory (LLNL) americano. Nel 2007, sono stati spesi oltre 40 milioni
di dollari per lo sviluppo di queste bombe dal governo USA. Invito a
vedere anche il sito militare
(http://defense-update.com/products/d/dime.htm) e ad esprimere, con una
posta all'ufficio stampa del LLNL la vostra eventuale disapprovazione.
Educatamente, ve ne prego: non siamo né vogliamo essere come loro. (Ms.
*Lynda Seaver*, LLNL Manager, Media & Communications, seaver1@???).

***/Nato nel 1961, risiede a Torino. E' un ingegnere nucleare.
Attualmente è professore ordinario al Politecnico di Torino, dove
insegna "Protezione dalle Radiazioni". Si occupa di fusione
termonucleare, smantellamento di impianti nucleari, scorie radioattive,
uranio impoverito. E' membro e coordinatore del "Comitato Scienziate e
Scienziati contro la guerra", il suo principale impegno è per la lotta
contro la guerra e gli armamenti, sia nucleari che convenzionali. E'
autore di diversi libri, tra l'altro "Uranio impoverito" edito nel 2006
da CLUT e "L'atomo militare e le sue vittime" edito nel 2008 da UTET./

--
*************************************************************
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
*************************************************************