Dal comunicato del Clea
http://leclea.be/c_appel_bxl/07-01-2009.html
Riuscita la prima mobilitazione per la ripresa del processo DHKC
Bruxelles 07/01/2009
Circa cento persone hanno sfidato il freddo per assistere all'udienza introduttiva del processo DHKP-C che è ripreso presso la Corte d'Appello di Bruxelles.
Una sessantina di dimostranti si sono inizialmente raccolti sui gradini del Palazzo di Giustizia di Bruxelles e circa quaranta simpatizzanti e amici si sono poi uniti a loro alle 9, direttamente nella sala dell'udienza per rimarcare il loro rifiuto a vedere i militanti di origine turca, che il procuratore Delmulle desidererebbe assimilare a dei criminali, ritornare in prigione. Questi cittadini hanno inteso anche affermare la loro volontà di vedere abrogata dal Parlamento la legislazione antiterrorismo belga. È infatti, questa legislazione liberticida del 2003 che permette di assimilare dei militanti ai terroristi per imbavagliare la contestazione sociale.
La seduta introduttiva del nuovo processo DHKP-C ( il quarto relativo al caso) è durato soltanto alcuni minuti; il tempo necessario ai giudici per annunciare le date ufficiali delle udienze del processo.
Il processo DHKP-C riprenderà presso la Corte d'Appello di Bruxelles il 25 maggio 2009 per continuare negli ultimi giorni di maggio.
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Da Bruxelles a Gaza : in lotta contro il terrorismo di Stato
Intervento del portavoce del Clea, Daniel Flinker, in occasione del presidio per la ripresa del processo DHKP-C presso la Corte d'Appello di Bruxelles il 07/01/2009
Questo non è un appuntamento dei fans di Barak Obama!
"Dopo anni di mobilizzazione, affrontiamo il sesto round del processo DHKC e io sono felice di vedervi qui, simili a guerriglieri, fedeli al vostro posto. Grazie a tutti voi.
"Ogni giorno, cari amici, nel furore e nel sangue, la barbarie fascista si rivela al mondo. Ogni notizia flash ci ricorda tragicamente la violenza delle parole "terrorismo di Stato". Per togliere di mezzo coloro che lo mettono in una situazione di imbarazzo, Israele non fa processi: lo Stato sionista terrorizza Gaza e senza appello è il suo giudizio: bombarda, assassina uomini, donne e bambini.
"Forse ne avete sentito parlare, anche Amnesty International se ne è risentita: alcuni mesi fa, in Turchia, in strada, un venditore di riviste militanti è stato assassinato dalla polizia. Uno dei suoi compagni, che protestava contro questo assassinio è stato a sua volta pestato fino alla morte in un commissariato.
Alcuni continuano ad affermare: "Io, signore, ho fiducia nel mio paese. Sono sicuro che il Belgio e l'Unione Europea possono svolgere il ruolo di garanti dei diritti dell'Uomo e della Democrazia nel mondo!".
"Quale è tuttavia l'atteggiamento dello Stato belga rispetto al terrorismo di Stato israeliano o turco?
Questo vi stupisce? Poco prima della guerra contro Gaza, il Belgio ha votato per una ripresa delle relazioni che intrattiene con lo Stato ebreo.
Siete sorpresi? Alcune settimane dopo gli omicidi politici in Turchia, la polizia belga ha firmato nuovi accordi di cooperazione con i suoi omologhi ad Istanbul.
"In realtà, il nostro paese, da lungo tempo, ha deciso da che parte stare: il Belgio si schiera al fianco di stati che opprimono i popoli. Nella guerra mondiale contro il terrorismo, il Belgio ha fatto la sua scelta: su richiesta di paesi come gli Stati Uniti, Israele o la Turchia, il nostro Stato mette sulla sua lista nera coloro che si oppongono, con tutti i mezzi necessari, all'imperialismo e all'oppressione. Non è Israele, ma queste organizzazioni che il Belgio inserisce nel suo elenco dei terroristi.
"E noi, cittadini belgi, di fronte alla collaborazione del nostro paese con regimi belligeranti, di fronte alle ingiustizie che avvengono sotto i nostri occhi in Palestina, in Turchia o in Iraq, non abbiamo forse tutte le ragioni per essere furiosi?
"In questi ultimi tempi in cui ci ritroviamo esasperati dalle atrocità, con i denti stretti, la rabbia in ventre e gli occhi bagnati nel vedere i cadaveri dei bambini ammucchiarsi, alcuni hanno suggerito che è venuto il tempo di smettere di fare cinema, che occorre andare battersi al fianco degli oppressi, come le brigate internazionali hanno fatto nel 1936 contro Franco e il Fascismo.
Vorrei tanto dirvi: "Buona gente, state tranquilli, restate davanti al vostro televisore, il potere giudiziario ha imparato la lezione della storia. Non si è gridato invano No pasarán".
Purtroppo no! Purtroppo, si ha ben ragione di essere preoccupati perché i nostri tribunali hanno condannato recentemente come terroristi molti che intendevano opporsi alle forze di occupazione americane in Irak.
"È vero, avete ragione, in Belgio, i militanti non sono violenti. Quando si pone una firma in calce a una petizione, è la nostra penna che usiamo come arma. È così, sono le nostre voci che hanno l'effetto di una bomba quando scandiamo all'unisono: "Palestina vincerà", e sono i nostri piedi che colpiscono il suolo quando ci raccogliamo per testimoniare il nostro sostegno ai popoli in lotta, per manifestare la nostra ammirazione verso uomini che non si rassegnano e che conservano la loro dignità
"Militare, agire come facciamo sarà un giorno anch'esso vietato?
Posso dirvi che non si tratta di una questione anodina, è anche a causa di questo interrogativo che noi siamo qui, perché proprio in questo sta una delle sfide principali del processo DHKC.
In breve, il suo esito deciderà se il fatto di manifestare ed organizzarsi legalmente per sostenere popoli in lotta costituisce, nel nostro paese, un atto terroristico suscettibile di esser punito con molti anni di prigionia.
"Siamo presenti oggi per vigilare affinché i giudici della Corte d'Appello di Bruxelles non criminalizzino dei militanti qualificandoli come terroristi, con una procedura liberticida che nel contesto di questo caso giudiziario hanno già tentato di giustificare i tribunali di Gand e di Bruges
"Ne siete coscienti, il processo DHKC costituisce una tappa essenziale nella campagna poliziesca che mira a reprimere, in Belgio, tutte le forme di contestazione sociale. La giurisprudenza che deriverà dal verdetto finale del processo DHKC deve, infatti, permettere alla polizia di compiere un passo in avanti nella repressione che essa esercita contro i militanti. Dopo Bahar ed i suoi compagni, verrà il nostro turno. È per questo che è così importante essere numerosi ad ogni tappa di questo processo e in particolare quando esso riprenderà il 25 maggio 2009.
"Perchè, nel contesto del processo DHKC, noi ci troviamo al centro di un campo di battaglia. Ed è troppo tardi, anche se provate a fuggire, presto o tardi, il nemico vi riacciufferà.
È dunque la libertà di tutti che è in gioco ad ogni istante di questo processo ed è responsabilità di ciascuno di noi che questa battaglia giudiziaria verta a favore della libertà dei militanti.
"È la legge antiterrorismo che permette di condannare, nel nostro paese, come criminali gli oppositori politici, coloro che resistono o coloro che intendono solidarizzare con lotte di liberazione. E nella versione del 2009, questa legge intenderà colpire, più direttamente ancora di quanto avviene oggi, la semplice espressione di una solidarietà definita, ormai, come "apologia di terrorismo".
"Di fronte alla violenza di questo sistema mondiale con sempre maggiori disuguaglianze, non si ha forse ogni motivo di essere arrabbiati e voler cambiare tutto? Ma loro non vogliono; loro, vogliono mantenere l'ordine così com'è; loro, hanno paura che le nostre parole d'ordine raggiungano il cuore della gente nello stesso modo in cui le loro pallottole trafiggono i corpi dei nostri fratelli. come in Grecia. O come in Francia dove la polizia stigmatizza degli anarchici, i 9 di Tarnac; con la legge antiterrorismo, lo Stato belga intende mettere a tacere tutti gli oppositori, come sta provando a fare con i comunisti del Soccorso Rosso.
"Cari amici, se desideriamo, oggi come domani, partecipare alla costruzione di un mondo migliore, dobbiamo assolutamente fermare questa spirale repressiva. Certamente, rimarcando la nostra solidarietà con i militanti perseguitati ma anche denunciando le armi legislative di cui dispongono i tribunali per perseguirli.
"E su questo, saremo intransigenti: rifiutiamo di scegliere tra le pallottole reali e le pallottole di gomma, tra il manganello e i lacrimogeni con cui lo Stato bersaglia i suoi oppositori.
I parlamentari belgi che inizieranno il mese prossimo l'esame della legge antiterrorismo non devono accontentarsi di riformare questa legislazione. Nelle prossime settimane, aumenteremo la pressione, ci mobiliteremo ed esigeremo che la legge antiterrorismo belga venga semplicemente abrogata.
"Provate anche voi, la stessa impressione? La voglia di esplodere di fronte a tante ingiustizie?
Cari amici, dobbiamo fare fronte: ciascuno a suo modo, da Bruxelles a Gaza, da Tarnac all' Irak, da Atene ad Ankara, siamo tutti impegnati nella lotta contro il terrorismo di Stato."
Nota: traduzione a cura dell'ASP