[NuovoLab] FW: I bambini di Gaza - perché i numeri servono!

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Autor: Sergio Casanova
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I bambini di Gaza sulla linea di fuoco

IRIN- Ufficio per la coordinazione degli affari umanitari - ONU


I bambini di Gaza – ossia circa il 56% del milione e mezzo degli abitati della Striscia di Gaza – lottano per sopravvivere all’offensiva israeliana, lanciata dal 27 dicembre 2008.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra il 27 dicembre e l’8 gennaio, 660 palestinesi sono stati uccisi, di cui 176 bambini e 86 donne; 2.950 sono stati feriti, di cui il 40% bambini e il 18% donne.
Interpellato sull’elevato numero di vittime tra i bambini, il maggiore Peter Lerner, portavoce del ministero israeliano della Difesa ha dichiarato all’IRIN: «Hamas approfitta della popolazione civile, di cui serve come scudo».
«Israele fa tutto ciò che è in suo potere per evitare di recare danno ai non-combattenti; ogni danno collaterale che può essere loro causato è responsabilità di Hamas», si poteva leggere in un comunicato pubblicato dal ministero degli Affari Esteri il 6 gennaio.
Ma i bambini sono vulnerabili per altre ragioni: 50.000 tra loro erano affetti da malnutrizione a Gaza prima dell’offensiva e la metà dei bambini in età inferiore ai due anni soffriva di anemia, secondo Save the Children.
Inoltre, nessun servizio di sanitaria pediatrica (compresi i servizi di vaccinazione) è più assicurato alla popolazione, secondo l’OMS, e i bambini sono così esposti al rischio di contrarre malattie come l’epatite e il morbillo.
Circa un milione di persone, di cui 560.000 bambini, vivono senz’acqua ed elettricità, secondo Save the Children. Poiché la popolazione manca di elettricità per scaldarsi durante la notte, i bambini rischiano anche l’ipotermia e in particolare i lattanti e i neonati, sempre secondo questo organismo.

Traumatizzati

«Oggi, i bambini sono traumatizzati e molto ansiosi; sono costantemente in allarme per i bombardamenti continui», ha spiegato Eyad al-Sarraj, psichiatra del Programma comunitario di salute mentale di Gaza, che dirige nove gabinetti psichiatrici a Gaza. «I bambini sono agitati, non riescono a dormire, sono aggressivi e urinano spesso a letto».
«Da casa mia sento i bombardamenti. Tutte le finestre dell’appartamento sono esplose», ha raccontato una ragazzina di 13 anni, che abita a Gaza City. Questo l’ha costretta a restare bloccata a casa per nove giorni, senza elettricità, con sua madre e due fratelli. «Sono terrorizzata, non riesco a dormire, mangiare, né a bere».
La sua famiglia non ha abbastanza acqua potabile per una giornata. In un’altra famiglia di Gaza City, Lana Shaheen, 36 anni, madre di due bambini, ha dichiarato: «siamo terrorizzati; i miei figli hanno crisi di pianto incontrollabile dei colpi aerei e del rumore dei bombardamenti».
I bambini rischiano di subire un danno psicologico a lungo termine, secondo il Dottor al-Sarraj: «i bambini hanno perso la figura del padre in quanto protettore e cercheranno di raggiungere i gruppi militanti per rimpiazzarla».









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