Re: [Lecce-sf] appello tavola per la pace

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著者: Ruggero Aghilar
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To: la mailing-list del Lecce social forum
題目: Re: [Lecce-sf] appello tavola per la pace
anche questo appello a fare una scelta mi sembra retorico, vuoto e inconcludente;

quanto contenuto nel testo è tutto vero, ma l'auspicato cambio di mentalità potrà avvenire solo se le persone comprenderanno che la famigerata globalizzazione deve produrre effetti anche sul senso di sicurezza dei cittadini del mondo che si autodefinisce libero e democratico;

non vale, come invece accadeva in passato, solo la legge del più forte che ha consentito agli spagnoli ed agli anglosassoni di distruggere i nativi americani;

la storia moderna deve insegnare che grazie al traffico di armi, alla velocità di diffondere idee e alla libera circolazione di denaro è sempre più facile che, anche a distanza di anni, ci possa essere la ritorsione; ai massacri in Libano ha fatto seguito, dopo 19 anni, il massacro alle Twin Towers, ci sarà la risposta anche a quanto sta accadendo a Gaza; siamo tutti coinvolti e nessuno può chiamarsi fuori, come recita l'appello

purtroppo la maggioranza delle persone non vive più di nobili ideali; giustizia, rispetto, benevolenza, tolleranza sono valori di pochi (forse a causa dello strapotere mediatico del capitalismo gretto, ma questo è un altro discorso) e allora è bene che chi non si pone il problema dei diritti umani e civili percepisca almeno la paura che un giorno il peggio possa capitare anche a sè stesso
----- Original Message -----
From: SILVERIOTOMEO
To: social forum
Sent: Wednesday, January 07, 2009 1:36 PM
Subject: [Lecce-sf] appello tavola per la pace


Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.

Dobbiamo fare la nostra scelta.

Complici della guerra o costruttori di pace?





Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?



Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell'Italia e del mondo. Vergognosa è l'inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!



Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell'autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.



Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l'assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l'inazione irresponsabile dell'Onu, dell'Europa e dell'Italia.



La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.


Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.



Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell'equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.



Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E' vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c'è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l'uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant'anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.



Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l'intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.



Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l'immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L'Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.



La guerra deve essere fermata ora. Non c'è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E' venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell'Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.



Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: "a ciascuno di fare qualcosa!"



Perugia, 6 gennaio 2009



Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli (prime adesioni, 6 gennaio 2009)





Le adesioni vanno indirizzate alla Tavola della pace

via della viola, 1 (06100) Perugia 075.5736890 - Fax 075.5739337 segreteria@??? - www.perlapace.it







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