Repubblica GenovaLa manifestazione nel gelo sulla scalinata del Ducale. L´organizzatore: "I partiti sono ingessati e temono insuccessi" In silenzio per invocare la pace In trecento in piazza Matteotti convocati da Facebook La comunità islamica: "Israele fermi questo massacro", un cartello inneggia ai soldati renitenti e agli obiettori Roberta Pinotti: "In Libano siamo intervenuti fermando la carneficina, perché ora non fare nulla?" DONATELLA ALFONSO IL SILENZIO, quello vero che parla al cuore, dura cinque minuti, e nel vento gelido che sferza piazza Matteotti sventolano le - poche - bandiere della pace trovate nelle case e qualche vessillo palestinese, insieme ai cartelli che, tenuti da mani intirizzite, chiedono la fine della strage a Gaza e invocano la pace. Cinque minuti senza parole, rotte soltanto dalle grida dei bambini, italiani e arabi, che si inseguono sulle rampe del Ducale. Poi, un applauso a chiudere il momento corale; ma le parole che si intrecciano sono tante. Non è un sit-in, è un incontro di due-trecento persone sotto la scalinata del ducale, con berretti e sciarpe che si confondono con le kefiah degli uomini e i veli di un gruppetto di donne. «Non possiamo che essere contenti, in una giornata festiva e con questo freddo i genovesi sono venuti - dice Assia, studentessa marocchina, impegnata in un´associazione di solidarietà con il popolo palestinese - E´ una buona iniziativa e significa che nessuno è contento di quanto sta accadendo a Gaza. Perché la vita è cara a Dio, e non va tolta a nessuno». Gira da un gruppetto all´altro, la bandiera della pace sulle spalle, Roberto Bonfiglio, il genovese che con l´appello su Facebook ha dato il via al raduno, a cui via via sono arrivate le adesioni: soprattutto di singoli. «E´ stata una scommessa sull´efficacia di un mezzo attraverso il quale si discute. I partiti sembrano troppo ingessati sul rischio di un insuccesso delle loro manifestazioni». La politica si fa solo chiamandosi con un clic, allora? Riparata alla meglio sotto un piumino nero Roberta Pinotti, ministro ombra della Difesa per il Pd, spiega: «Sono venuta perché, da come è stata lanciata su Fb, mi è parsa una presa di posizione preoccupata su una situazione tragica, che da più parti si chiede di fermare,. Questa è una preoccupazione civile, in un´Italia che non può chiamarsi fuori e stare solo ad osservare. Se in Libano siamo intervenuti fermando un massacro, perché non in fare nulla, ora? Insisto: dobbiamo fare qualcosa, e Genova può avere un ruolo strategico per questo colloquio». Ma, feste e freddo a parte, i partiti che fanno? Ci si incontra solo con la chiamata diretta, il tam tam degli amici e dei conoscenti? «Sono cambiati i meccanismi, i partiti non ti danno più la linea ma prendono i suggerimenti e le indicazioni che valgono. Come in questo caso. E´ un segno di vita, di interesse...». Mario Tullo, segretario regionale e deputato Pd, arriva che il presidio è quasi alla fine. ma c´è «Il partito prenderà sue iniziative, nei prossimi giorni, Ma la gente non ha intenzione di stare a guardare i massacri, è giusto essere qui, ribadendo che ci devono essere due popoli e due terre, senza più stragi». «Siamo qui per la pace e non contro qualcuno» precisa dal canto suo Walter Massa, segretario dell´Arci. «Un reticolato dal basso che copre un vuoto» aggiunge Simone Leoncini, della Costituente per la Sinistra.«Israele deve fermare questo massacro» ripete Mohammed, marocchino uno degli animatori della Comunità islamica (l´imam Salah Husein è rimasto bloccato dalla neve), a chiunque incontra a Matteotti. Non ci sono slogan, ma gli arabi mostrano foto sconvolgenti delle vittime dei bombardamenti. E un signore elegante mostra un cartello che inneggia ai renitenti e agli obiettori israeliani: a chi non vuole uccidere, insomma. "Stop alla pulizia etnica in Palestina", "Stop al terrorismo israeliano", "Uccidere bambini rende Israele più sicura?" si legge sui cartelli. Luca Borzani, presidente della Fondazione Cultura, avverte: «consideriamo però anche il diritto di un paese a esistere». Arriva Bruno Pastorino, assessore comunale: «L´importante è che da qualche parte si inizi a muoversi, e in ogni caso c´è un´indignazione forte, e la voglia di esserci e farsi sentire» commenta. Molti cittadini, un gruppetto di docenti universitari - Giuliano Carlini, Antonio Gibelli, Marco Doria, Diego Rodriguez - la consigliera comunale Pd Michela Tassistro, Valerio Gennaro di Scienziate e scienziati contro la guerra che sollecita un polemico gemellaggio tra Genova e Gaza: «Ogni italiano spende, suo malgrado, 500 euro l´anno per spese militari. perché non utilizzarle per adottare amministratori?».--
Carlo
Forum Per La Sinistra Europea - Genova
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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità
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