[NuovoLab] *SPAM* Re: *SPAM* BOMBE AL FOSFORO: Gaza come Fal…

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Autor: Mgow
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Betreff: [NuovoLab] *SPAM* Re: *SPAM* BOMBE AL FOSFORO: Gaza come Falluja?
*Times: israeliani usano bombe al fosforo bianco
L'ipotesi avanzata da un ufficiale israeliano
*http://it.peacereporter.net/articolo/13491/Times%3A+israeliani+usano+bombe+al+fosforo+bianco*
*
Nell'offensiva di terra nella Striscia di Gaza l'esercito israeliano
starebbe usando i controversi proiettili al fosforo bianco che creano
spesse cortine fumogene, ma che possono anche causare terribili ustioni.
Lo rivela il quotidiano britannico Times nell'apertura del suo sito
internet.
*Come a Falluja e in Libano.*
Il giornale riporta le dichiarazioni di un esperto di intelligence
israeliano. Si tratta delle stesse munizioni impiegate dagli Usa in Iraq
nel novembre del 2004 a Falluja e nella guerra del Libano contro
Hezbollah nel 2006. In base al Trattato di Ginevra del 1980 - precisa il
Times - il fosforo bianco "non puo' essere usato come arma di guerra
nelle aree popolate da civili, anche se non ne è vietato li''impiego
appunto come cortina fumogena o come bengala per illuminare le aree"
dove operano le truppe. In realtà, secondo il Times, vengono usate nelle
aree urbane "per snidare i cecchini o quanti restano appostati tra le
macerie per far esplodere gli ordigni improvvisati" al passaggio delle
truppe. Israele ha riconosciuto di aver usato il fosforo bianco nel
Libano meridionale durante la disastrosa guerra dell'estate del 2006
contro le milizie sciite di Hezbollah. "Impiegare tali proiettili in
un'area delle aree piu' densamente popolate del mondo come la Striscia
di Gaza - scrive il giornale conservatore - alimenterà ulteriormente le
critiche contro l'offensiva israeliana che ha già causato almeno 2.300
feriti".
*Tessuti bruciati. *
I proiettili danno vita a "esplosioni fantastiche, causano tanto fumo
ostacolando la vista del nemico e consentendo alle nostre truppe di
avanzare", ha spiegato un esperto di sicurezza israeliano. "Se il
fosforo bianco è stato sparato in maniera deliberata sulla la gente
qualcuno finirà alla Corte per i crimini di guerra dell'Aia", ha
commentato l'ex maggiore dell'esercito britannico, Charles Heyman,
perchè "è anche un arma terroristica. Le gocce di fosforo bruciano al
contatto con la pelle". Tsahal ha negato l'uso del fosforo, ma non ha
voluto precisare il tipo di armi adottate limitandosi a ribadire che
"Israele usa munizioni autorizzate dal diritto internazionale", ha detto
il portavoce, capitano Ishai David. Tra i militari il fosforo bianco
viene chiamato 'Willy Pete' fin dalla Prima Guerra mondiale ed è stato
ampiamente utilizzato dagli Usa nel Vietnam. Il fosforo bianco viene
conservato sott'acqua o in azoto perchè a contato con l'ossigeno
presente nell'aria produce anidride fosforica generando calore.
L'anidride fosforica reagisce violentemente con composti contenenti
acqua (come il corpo umano) e li disidrata producendo acido fosforico.
Il calore sviluppato da questa reazione brucia la parte restante del
tessuto molle. Il risultato è la distruzione completa del tessuto organico.
Mgow ha scritto:
> Dedicato a coloro che in nome del ben noto ritornello veltroniano
> "SIAMO PER..._*MA ANCHE*_...PER QUEST'ALTRO" hanno scelto di non stare
> accanto ai palestinesi, alle loro bandiere ed alla loro tragedia (che
> ha un nome solo: GENOCIDIO!) nel presidio odierno di Piazza De Ferrari
> ma useranno la "foglia di fico" arcobaleno domani pomeriggio. Sono
> ARCIstufo di questi giochini di equilibrismo "politicamente
> corretto"... l' unico simbolo che riesco oramai a scorgere sulla
> bandiera israeliana non è più la stella di Davide... ma la svastica!
> *
> Gaza come Falluja?
> Strane somiglianze o vere e proprie similitudini?*
> http://it.peacereporter.net/articolo/13498/Gaza+come+Falluja%3F
> Scritto per noi da
> Paolo Busoni
>
> Nelle immagini che fanno da sfondo, "footage" in termini televisivi,
> alle corrispondenze della televisione dalla nuova guerra in Palestina,
> si vedono strani fiori bianchi nel cielo della "Striscia di Gaza".
> La memoria ci porta alle scarne immagini della seconda battaglia di
> Falluja alla fine del 2004. L'attacco alla città irachena,
> roccaforte delle milizie "insorgenti", ma anche dimora di parecchie
> centinaia di civili fu portato avanti dalle truppe Usa e irachene con
> metodologie ben sperimentate: secondo il generale Mini si fece ricorso
> alle tattiche della guerra nel Pacifico durante la quale i Marines
> dovettero stanare i giapponesi asserragliati nelle varie isole buca
> per buca, anfratto per anfratto. Il metodo usato allora fu quello
> del fuoco, mai come nella conquista degli isolotti e poi nello sbarco
> di Okinawa si era fatto così ampio uso di lanciafiamme e di
> incendiari. Il Napalm dopo il primo impiego in Europa, vide la sua
> consacrazione nella panoplia contemporanea proprio nella guerra "palmo
> a palmo" tipica dei teatri dove agisce un nemico "insorgente". Il
> VietNam e la miriade di insurrezioni degli ultimi anni hanno solo
> ripetuto il cliché.
>
> A Falluja si fece ampio uso di incendiari come il ben noto fosforo
> bianco e dei nuovi esplodenti a bassa carica distruttiva, ma con
> notevoli capacità di "flash" termico. Si tratta di ordigni nei quali
> i componenti sono modulati in modo da massimizzare l'effetto termico
> istantaneo, rispetto all'onda d'urto che si ricerca quando invece si
> hanno necessità di demolizione.
> Sia ben chiaro, a fronte della estrema sofisticazione tecnica, si sta
> parlando di armi con effetti tutt'altro che "mirati" e contenuti che
> -anche quando sono ben indirizzate su un obiettivo puntuale-
> inevitabilmente finiscono per coinvolgere chi ci sta intorno. A
> Falluja un numero ancora imprecisato di non combattenti finì per
> essere coinvolto in questi "effetti collaterali" con le terribili
> conseguenze che possiamo immaginare.
>
> Sembra, ma quando si parla di queste cose la forma dubitativa indica
> tranquillamente la certezza, che a Falluja fossero presenti in qualità
> di esperti/studiosi -dalla parte degli Usa e del governo iracheno-
> anche quadri di Tsahal. A che cosa serva questo scambio di know how
> è abbastanza chiaro: anche Israele ha uno dei suoi tanti nemici
> prevalentemente insediato in zona cittadina. Si tratta del peggior
> "insorgente" contro il quale combattere, specie per un governo
> democratico che deve risparmiare al massimo le vite umane dei suoi
> cittadini in armi, perciò ogni tattica -compreso il fuoco- deve essere
> usata per togliere a chi si è asserragliato un po' di questo suo
> vantaggio. Solo che oggi c'è una differenza: tra le due battaglie di
> Falluja si dette modo, chiaramente a chi poteva permetterselo, di
> scappare dalla città, a Gaza avviene -da anni- l'esatto contrario.
> La "Striscia" è una delle zone più densamente popolate della Terra
> (circa 3.900 ab./Kmq) quindi, guardando il footage delle immagini e
> sentendo le corrispondenze deve essere ben chiara una cosa: nella
> trappola per topi di nome Gaza non si può prendere per buona la
> storiella delle "vittime incidentali" o degli "effetti collaterali".
>
> --
> *************************************************************
> Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
> e fui contento, perché rubacchiavano.
> Poi vennero a prendere gli ebrei
> e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
> Poi vennero a prendere gli omosessuali,
> e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
> Poi vennero a prendere i comunisti,
> ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
> Un giorno vennero a prendere me,
> e non c'era rimasto nessuno a protestare.
>
> Bertold Brecht, Berlino, 1932
> (rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
> *************************************************************
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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