Dedicato a coloro che in nome del ben noto ritornello veltroniano "SIAMO 
PER..._*MA ANCHE*_...PER QUEST'ALTRO" hanno scelto di non stare accanto 
ai palestinesi, alle loro bandiere ed alla loro tragedia (che ha un nome 
solo: GENOCIDIO!) nel presidio odierno di Piazza De Ferrari ma useranno 
la "foglia di fico" arcobaleno domani pomeriggio. Sono ARCIstufo di 
questi giochini di equilibrismo "politicamente corretto"... l' unico 
simbolo che riesco oramai a scorgere sulla bandiera israeliana non è più 
la stella di Davide... ma la svastica!
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Gaza come Falluja?
Strane somiglianze o vere e proprie similitudini?*
http://it.peacereporter.net/articolo/13498/Gaza+come+Falluja%3F
Scritto per noi da
Paolo Busoni
Nelle immagini che fanno da sfondo, "footage" in termini televisivi, 
alle corrispondenze della televisione dalla nuova guerra in Palestina, 
si vedono strani fiori bianchi nel cielo della "Striscia di Gaza".   La 
memoria ci porta alle scarne immagini della seconda battaglia di Falluja 
alla fine del 2004.   L'attacco alla città irachena, roccaforte delle 
milizie "insorgenti", ma anche dimora di parecchie centinaia di civili 
fu portato avanti dalle truppe Usa e irachene con metodologie ben 
sperimentate: secondo il generale Mini si fece ricorso alle tattiche 
della guerra nel Pacifico durante la quale i Marines dovettero stanare i 
giapponesi asserragliati nelle varie isole buca per buca, anfratto per 
anfratto.   Il metodo usato allora fu quello del fuoco, mai come nella 
conquista degli isolotti e poi nello sbarco di Okinawa si era fatto così 
ampio uso di lanciafiamme e di incendiari.   Il Napalm dopo il primo 
impiego in Europa, vide la sua consacrazione nella panoplia 
contemporanea proprio nella guerra "palmo a palmo" tipica dei teatri 
dove agisce un nemico "insorgente".   Il VietNam e la miriade di 
insurrezioni degli ultimi anni hanno solo ripetuto il cliché.
A Falluja si fece ampio uso di incendiari come il ben noto fosforo 
bianco e dei nuovi esplodenti a bassa carica distruttiva, ma con 
notevoli capacità di "flash" termico.   Si tratta di ordigni nei quali i 
componenti sono modulati in modo da massimizzare l'effetto termico 
istantaneo, rispetto all'onda d'urto che si ricerca quando invece si 
hanno necessità di demolizione.
Sia ben chiaro, a fronte della estrema sofisticazione tecnica, si sta 
parlando di armi con effetti tutt'altro che "mirati" e contenuti che 
-anche quando sono ben indirizzate su un obiettivo puntuale- 
inevitabilmente finiscono per coinvolgere chi ci sta intorno.   A 
Falluja un numero ancora imprecisato di non combattenti finì per essere 
coinvolto in questi "effetti collaterali" con le terribili conseguenze 
che possiamo immaginare.
Sembra, ma quando si parla di queste cose la forma dubitativa indica 
tranquillamente la certezza, che a Falluja fossero presenti in qualità 
di esperti/studiosi -dalla parte degli Usa e del governo iracheno- anche 
quadri di Tsahal.   A che cosa serva questo scambio di know how è 
abbastanza chiaro: anche Israele ha uno dei suoi tanti nemici 
prevalentemente insediato in zona cittadina.   Si tratta del peggior 
"insorgente" contro il quale combattere, specie per un governo 
democratico che deve risparmiare al massimo le vite umane dei suoi 
cittadini in armi, perciò ogni tattica -compreso il fuoco- deve essere 
usata per togliere a chi si è asserragliato un po' di questo suo 
vantaggio.  Solo che oggi c'è una differenza: tra le due battaglie di 
Falluja si dette modo, chiaramente a chi poteva permetterselo, di 
scappare dalla città, a Gaza avviene -da anni- l'esatto contrario.
La "Striscia" è una delle zone più densamente popolate della Terra 
(circa 3.900 ab./Kmq) quindi, guardando il footage delle immagini e 
sentendo le corrispondenze deve essere ben chiara una cosa: nella 
trappola per topi di nome Gaza non si può prendere per buona la 
storiella delle "vittime incidentali" o degli "effetti collaterali".
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare. 
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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