*Gaza: lettera ai politici italiani
Lettera della vice presidente del Parlamento europeo** Luisa Morgantini
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http://it.peacereporter.net/articolo/13484/Gaza%3A+lettera+ai+politici+italiani
Non una parola, non un pensiero, non un segno di dolore per le centinaia
di persone uccise, donne, bambini, anziani e militanti di Hamas, anche
loro persone. Case sventrate, palazzi interi, ministeri, scuole,
farmacie, posti di polizia. Ma dove è finita la nostra umanità. Dove
sono i Veltroni, con i loro "I care", come si può tacere o difendere la
politica di aggressione israeliana
La popolazione di Gaza e della Cisgiordania, i palestinesi tutti, pagano
il prezzo dell'incapacità della Comunità Internazionale di far
rispettare ad Israele la legalità internazionale e di cessare la sua
politicale coloniale.
Certo Hamas con il lancio dei razzi impaurisce ed è una minaccia contro
la popolazione civile israeliana, azioni illegali, da condannare.
Bisogna fermarli.
Ma basta con l' impunità di Israele e dei ricatti dei loro gruppi dirigenti.
Dal 1967 Israele occupa militarmente i territori palestinesi, una
occupazione brutale e coloniale. Furto di terra, demolizione di case,
check point dove i palestinesi vengono trattati con disprezzo,
picchiati, umiliati, colonie che crescono a dismisura portando via
terra, acqua, distruggendo coltivazioni. Migliaia di prigionieri
politici, ai quali sono impedite anche le visite dei familiari.
Ma voi dirigenti politici, avete mai visto la disperazione di un
contadino palestinese che si abbraccia al suo albero di olivo mentre un
buldozzer glielo porta via e dei soldati che lo pestano con il fucile
per farglielo lasciare, o una donna che partorisce dietro un masso e il
marito taglia il cordone ombelicale con un sasso perché soldati
israeliani al check point non gli permettono di passare per andare all'
ospedale, o Um Kamel, cacciata dalla sua casa, acquistata con sacrifici
perché fanatici ebrei non sopravissuti all'olocausto ma arrivati da
Brooklin, pensando che quella terra e quindi quella casa sia loro per
diritto divino, sono entrati di forza e l'hanno occupata perché vogliono
costruire in quel quartiere arabo di Gerusalemme un'altra colonia
ebraica. Avete mai visto i bambini dei villaggi circostanti Tuwani a sud
di Hebron che per andare a scuola devono camminare più di un ora e mezza
perché nella strada diretta dal loro villaggio alla scuola si trova un
insediamento e i coloni picchiano ed aggrediscono i bambini, oppure i
pastori di Tuwani che trovano le loro tanche d'acqua o le loro pecore
avvelenate da fanatici coloni, o la città di Hebron ridotta a fantasma
perché nel centro storico difesi da più di mille soldati 400 coloni
hanno cacciato migliaia di palestinesi, costringendo a chiudere più di
870 negozi.
Avete visto il muro che taglia strade e quartieri che toglie terre ai
villaggi che divide palestinesi da palestinesi, che annette territorio
fertile e acqua ad Israele, un muro considerato illegale dalla Corte
Internazionale di giustizia. Avete visto al valico di Eretz i malati di
cancro rimandati indietro per questioni di sicureza, negli ultimi 19
mesi sono 283 le persone morte per mancanze di cure, avrebbero dovuto
essere ricoverate negli ospedali all'estero, ma non sono stati fatti
passare malgrado medici israeliani del gruppo Phisician for Human rights
garantissero per loro. Avete sentito il freddo che penetra nelle ossa
nelle notte gelide di Gaza perché non c'è riscaldamento, non c'è luce, o
i bambini nati prematuri nell'ospedale di Shifa con i loro corpicini che
vogliono vivere e bastano trenta minuti senza elettricità perché muoiano.
Avete visto la paura e il terrore negli occhi dei bambini, i loro corpi
spezzati. Certo anche quelli dei bambini di Sderot, la loro paura non è
diversa, e anche i razzi uccidono ma almeno loro hanno dei rifugi dove
andare e per fortuna non hanno mai visto palazzi sventrati o decine di
cadaveri intorno a loro o aerei che li bombardano a tappeto. Basta un
morto per dire no, ma anche le proporzioni contano dal 2002 ad oggi per
lanci di razzi di estremisti palestinesi sono state uccise 20 persone.
Troppe, ma a Gaza nello stesso tempo sono stati distrutte migliaia e
migliaia di case ed uccise più di tre mila persone tra loro centinaia di
bambini che non tiravano razzi.
Dopo le manifestazioni di Milano dove sono state bruciate bandiere
israeliane, voi dirigenti politici avete tutti manifestato indignazione,
avete urlato la vostra condanna. Ne avete tutto il diritto. Io non
brucio bandiere né israeliane né di altri paesi e penso che Israele
abbia il diritto di esistere come uno Stato normale, uno stato per i
suoi cittadini, con le frontiere del 1967, molto più ampie di quelle
della partizione della Palestina decisa dalla Nazioni Unite del 1947.
Avrei però voluto sentire la vostra indignazione e la vostra umanità e
sentirvi urlare il dolore per tante morti e tanta distruzione, per tanta
arroganza, per tanta disumanità, per tanta violazione del diritto
internazionale e umanitario. Avrei voluto sentirvi dire ai governanti
israeliani: Cessate il fuoco, cessate l'assedio a Gaza, fermate la
costruzione delle colonie in Cisgiordania, finitela con l' occupazione
militare, rispettate e applicate le risoluzioni delle Nazioni Unite,
questo è il modo per togliere ogni spazio ai fondamentalismi e alle
minaccie contro Israele.
Lo dicevano migliaia di israeliani a Tel Aviv; ci rifiutamo di essere
nemici, basta con l'occupazione.
Dio mio in che mondo terribile viviamo.
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*Gaza: Corpo a corpo
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http://it.peacereporter.net/articolo/13481/Corpo+a+corpo>*
*Caos totale per la popolazione civile tra bombe e scontri a fuoco
Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, sostiene che
l'esercito non prende di mira i civili. "Balle!" dice il medico
norvegese Mas Gilbert, giunto a Gaza il terzo giorno dei bombardamenti
per assistere i dottori dello Shifa Hospital, il principiale nosocomio
della Striscia. "Venisse qui a vedere chi sono le vere vittime dei loro
attacchi..." (segue su PeaceReporter)
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Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertold Brecht, Berlino, 1932
(rielaborazione dai versi originali di Martin Niemöller)
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