Autor: dario.red Data: Para: forumgenova Asunto: [NuovoLab] R: presidio a Genova lunedì 5 Gennaio
Vorrei ricordare una frase di Sando Pertini pronunciata dopo i massacri di Sabra e Chatila nel messaggio presidenziale del 31/12/1983:
"Sono stato in Libano . Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. E' una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime dei quell'orrendo massacro. Il responsabile dell'orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. E' un responsabile che dovrebbe essere bandito dalla società".
Dopo decenni siamo sempre allo stesso punto, continuano ad essere massacrati i palestinesi, con la novità che tutto avviene nella totale assuefazione, per non dire la complicità della comunità internazionale. Sandro Pertini oggi verrebbe denunciato per apologia di terrorismo islamico probabilmente.
Parteciperò senz'altro alla manifestazione di domani, anche se arriverò in ritardo.
Credo sarebbe bene preparare degli striscioni con scritte a carattere cubitali del tipo "israele Stato Criminale", o Israele Vergogna Mondiale", Israele Stato Genocida, portare tamburi, fischietti e cornamuse per farsi sentire più che si può.
Insomma, qualcosa che faccia ben capire alla sonnolenta opinione pubblica, chi è la vittima e chi è l'assassino, perchè nonostante i fatti parlino chiaro sembra esserci ancora un bel po' di confusione.
Credo sia anche importante vedersi dopo, e soprattutto cercare di allargare la partecipazione a più realtà associative e politiche possibili, per studiare possibili forme di iniziativa futura, per coordinarsi con altre realtà territoriali, anche al fine di organizzare la parteciapazione a manifestazioni fuori genova, visto che qui non ci sono sedi ONU, consolati Israeliani o Egiziani, ministeri degli esteri etc.
Genova può però dare una mano alla campagna nazionale che si sta sviluppando.
Faccio fatica a comprendere gli appelli di chi vuole solidarizzare con i palestinesi senza correre il rischio di passare per antiisraeliano, perchè se non ti incazzi con israele ora, mi chiedo con chi devi farlo.
Israele due anni fa ha massacrato un migliaio di civili libanesi, tre anni fa ha massacrato in pochi mesi oltre 500 civili a GAza, solo perchè Hamas aveva vinto le elezioni, il suo esercito uccide quotidianamente da 2 a 5 palestinesi tra Gaza e Cisgiordania, salvo i picchi di questi giorni.
Mi sembra che ce ne sia abbastanza per capire a quale popolo appartenga il sangue che viene versato a fiumi in questi giorni e di quale colore sia la sua bandiera.
E se qualcuno brucia una bandiera israeliana lo trovo un gesto deprecabile non per il significato simbolico che ha (in fondo una bandiera non è che un pezzo di stoffa colorato), ma per l'effetto controproducente dal punto di vista mediatico, visto che la nostra informazione malata finisce sempre per dare più spazio a tre bandiere che alle centinaia di morti e delle migliaia di feriti di questi giorni. Se la protesta è anche comunicazione, bruciare una bandiera è un gesto che di simbolico ha ben poco, ma dal punto di vista comunicativo è un boomerang.
Trovo altrettanto controproducente, da parte di chi solidarizza con i palestinesi come fa Moni Ovadia, sprecare del tempo a criticare chi brucia le bandiere, ci sono già dei professionisti prezzolati della comunicazione che non aspettano altro per guadagnarsi lo stipendio.
dario
Vi allego un messaggio pervenutomi da altra lista che potrebbe essere riportato pari pari sul volantino di domani (eliminando i numeri di telefono dei militanti dell'ISM).
4 gennaio 2009
Attivisti dell'International Solidarity Movement hanno passato la notte scortando le ambulanze di Gaza. Lavoravano con il personale medico durante l'invasione di terra delle forze di occupazione israeliane nel nord della Striscia di Gaza.
“Oltre ai due medici uccisi dall'esercito israeliano il 31 dicembre, oggi altri cinque sono morti per fuoco israeliano. Uno è stato colpito da proiettili a Jabaliya, un altro a Al Sheikh Ejleen. Tre sono stati uccisi quando un missile ha centrato la loro ambulanza nei dintorni di Tal Hawye a Gaza City. I medici sono constantemente in contatto con la Croce Rossa per negoziare i loro movimenti con gli Israeliani, ma questi rifiutano sempre l'autorizzazione.”
Sharon Lock (Australia) – International Solidarity Movement
“Gli Israeliani hanno lanciato una bomba di fronte alla nostra ambulanza per impedirci di avvicinarci ai feriti: una madre, un padre e tre fratelli adolescenti. Uno dei fratelli tentava di coprirne un altro con un lenzuolo. Erano entrambi feriti orribilmente; potevo vedere i polmoni di uno di loro. Mentre aiutavo i dottori a spostarlo dalla barella mi sono ritrovato con la mano nel suo corpo.”
Alberto Arce (Spagna) – International Solidarity Movement
“Mi hanno chiamata 30 minuti fa, su una linea telefonica disturbata, dicendo che Arafat è morto – ucciso mentre lavorava – sotto fuoco israeliano. Era uno dei medici di emergenza che ho incontrato due notti fa, pieno di compassione, emotivamente forte, e con un incrollabile senso dell'umorismo. Sono più rattristata per la sua morte di quanto possa esprimere”
Eva Bartlett (Canada) – International Solidarity Movement
“Israele pretende che non ci sia una crisi umanitaria solo perchè non ci considera umani.”
Natalie Abu Shakra (Libano) – International Solidarity Movement
“Israele continua a violare le convenzioni internazionali attaccando personale medico. Stanno massacrando la gente di Gaza. Con un crescente numero di vittime civili, Israele deve assicurare che l'assistenza medica sia disponibile. Invece, stanno colpendo intenzionalmente le squadre di medici protette dalle Convenzioni di Ginevra. La comunità internazionale deve pronunciarsi sul disprezzo di Israele per il diritto internazionale.”
Vittorio Arrigoni (Italia) – International Solidarity Movement
“L'invasione di terra della scorsa notte ha portato alla chiusura di Beit Lahiya e Beit Hanoun. Siamo riusciti a entrare a Beit Hanoun per raccogliere i corpi di alcune vittime. Ora ci dirigiamo a Jabaliya per continuare a lavorare all'accompagnamento delle ambulanze. Non c'è alcun posto dove la gente di Gaza possa scappare, i civili non possono uscire e mettersi in sicurezza a causa dell'assedio. Questi prolungati attacchi a Gaza sono terrificanti e l'invasione di terra della scorsa notte da parte delle forze di occupazione israeliane ha portato a un numero altissimo di vittime civili”
Ewa Jasiewicz (Polonia/Inghilterra) – Free Gaza Movement
Contattare:
Ewa Jasiewicz - Polonia/Inghilterra (Polacco, Inglese e Arabo) + 447749421576k
Altri attivisti per i diritti umani presenti ora a Gaza:
Alberto Arce - Spgna - (Spagnolo) - +972 59 8786094
Dr. Haider Eid – Sud Africa (Inglese e Arabo) - + 972 59 9441766
Sharon Lock - Australia (Inglese) - +972 59 8826513
Fida Qishta - Palestina (Inglese e Arabo) +972 599681669
Jenny Linnel - Inghilterra (Inglese) - +972 59 8765377
Natalie Abu Shakra - Libano (Inglese e Arabo) +972 59 8336 328
Vittorio Arrigoni - Italia (Italian) - +973 59 8378945
Eva Bartlett - Canada (Inglese) - +972 59 8836308
Per informazioni generali, contattare:
Adam Taylor - ISM media office a Ramallah - +972 598 503 948
__._,_.___
----Messaggio originale----
Da: elisabettafilippi1@???
Data: 05/01/2009 0.19
A: "Social Forum"<forumgenova@???>
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Associazione Zaatar aderisce al presidio di domani, lunedì 5 gennaio. Di seguito il volantino con le prime adesioni.
Elisabetta
SOLIDARIETÀ AL POPOLO PALESTINESE,
FERMIAMO L'AGGRESSIONE ISRAELIANA
È iniziato il tremendo e feroce attacco da terra, ampiamente previsto, sferrato dallo stato di Israele contro la popolazione palestinese che vive a Gaza.
Una guerra che ha già provocato con i bombardamenti migliaia di vittime civili, fra morti e feriti.
La gente di Gaza è già stremata, segregata e costretta a vivere in un fazzoletto di terra dove vengono negati da parte dello stato sionista ogni diritto, dall'acqua alle cure mediche.
Quello che si sta consumando è un vero proprio atto di genocidio, affamando la popolazione e privandola di ogni genere di prima necessità, cure mediche comprese, impedendo di far entrare gli approvvigionamenti e il carburante indispensabile per far funzionare i generatori degli ospedali.
Israele non intende fermarsi, la Striscia è chiusa, i giornalisti non possono entrare, i palestinesi sono rinchiusi e sottoposti ad un tiro al bersaglio che non lascia vie di scampo.
Ci mobilitiamo per chiedere l'immediato cessate il fuoco ed il ritiro delle forze di invasione Israeliane, la riapertura dei valichi per persone e per cose, ci mobilitiamo per esprimere la nostra solidarietà attiva e promuovere iniziative per far crescere lo schieramento a sostegno del popolo palestinese.
PRESIDIO
LUNEDI 5 GENNAIO ORE 17.30
PIAZZA DE FERRARI
ADERISCONO: ASSOCIAZIONE BENEFICA DI SOLIDARIETA' AL POPOLO PALESTINESE, SOCIALISMO RIVOLUZIONARIO, NEWWEAPONS, RETE28APRILE, ASSOCIAZIONE ZAATAR
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