Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 31 dicembre dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova, 344° ora in silenzio  per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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Vittorio Arrigoni , militante del Free Gaza Movement, si trova a Gaza in 
queste ore.
Questa è la sua testimonianza
Vittorio da Gaza
La nottata è trascorsa insonne, non poteva essere diversamente.Boati e 
sirene su tutta la città. Ogni bomba quanti morti  sono?sono stanco di 
ascoltare le esplosionidi contarli, i morti,ma non posso farne a meno. 
Siamo a 290 decessi,ma i feriti, per lo più gravissimi, con arti 
mutilati o maciullati,fanno impennare il bilancio verso l'alto ogni ora. 
Ho bisogno di tranquillanti.Non riesco a levarmi dalla mente i volti 
sorridenti di quei ragazzi che, appena sbarcato, la settimana scorsa con 
la Dignity del Free Gaza Movement, ho abbracciato uno per uno.Giacciono 
ora due metri sotto terra.E attorno a me, nella mia mente, sono come 
fantasmi che non hanno avuto il tempo di un qualunque commiato con le 
loro madri,i loro padri, le loro moglie, le fidanzate. Come 
Tofiq,studente palestinese che abbiamo tratto in libertà dalla più 
grande prigione a cielo aperto del mondo, Gaza,e portato su una delle 
nostre barche (Free Gaza Movement) a Cipro.Tofiq non ha fatto in tempo a 
salutare suo zio prima di partire, ha detto a me, allora,di portare a 
lui da parte sua i suoi più cari saluti. Non ho fatto in tempo neanche 
io.Tofiq Jaber, zio del mio amico Tofiq, capo della polizia di Gaza, è 
morto sotto i bombardamenti di ieri. Le linee telefoniche sono 
intasate,non riesco a contattare tutti i miei amici sparsi sulla 
Striscia. Ieri molti telefoni sono squillati a Gaza, minacce di morte.
Sono andato a trovare un amico, saputa la notizia, abbiamo strappato il 
telefono fisso dal muro. Minacce di notte che di giorni si tramutano in 
orrende realtà. Una bomba è caduta nel giardino di Fida, nostra 
coordinatrice Ism,c'è mancato un pelo.Ma è da parecchie ore che le bombe 
hanno iniziato a cadere a casaccio,avendo demolito ormai solo nella 
giornata di ieri tutti i siti che Israele giudicava "sensibili". Nessuno 
sa quando questo nuovo olocausto vedrà termine,nessuno osa
immaginarlo. Scrivo con una connessione traballante dinnanzi 
all'ospedale di Shifa.
Due ore fa, proprio di fianco all'ospedale, hanno tirato giù una moschea.
Solo mezz'ora fa, duecentometri più avanti, una ha bombardato il 
parlamento e il carcere. Decine i detenuti sotto le macerie.
Non so che succede fuori da questo inferno, ma mi auguro fortemente che 
le masse si mobilitino, così come ad Atene hanno fatto per la morte di 
un ragazzino ucciso da un fascista travestito da poliziotto.
Qui siamo quasi a 300 morti, molte le donne e i bambini. E' il momento 
una volta per tutte di mettere Israele in un angolo, e condannarlo per i 
suoi atroci crimini contro l'umanità. Alzate la vostra voce di 
indignazione, come noi urliamo di dolore e disperazione.
Guernica è uscita dalla tela e si è trafigurata in realtà in questo
inferno.
Vik in Gaza
Vittorio Arrigoni
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