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LEGAMBIENTE: DUE PUNTI PER LA GRONDA GENOVESE
E' totalmente condivisibile e coerente con i pronunciamenti fatti che il dibattito sulla gronda di ponente assuma un carattere pubblico, partecipato e di massima trasparenza. Tutti devono essere ascoltati e tutti i punti di vista saranno vagliati e soppesati.
A nostro giudizio due sono i punti decisivi che segnano la linea tra una coraggiosa scelta di apertura alla cittadinanza e una politica di marketing sponsorizzata dalla azienda privata di turno.
Innanzitutto la questione dei dati. E' del tutto evidente che una ipotesi cosi' importante e cosi' gravosa per il suo impatto ambientale e per i suoi costi economici debba essere attentamente valutata e soppesata alla ricerca delle soluzioni migliori col minor impatto possibile e il minor costo.
In questo senso la presentazione dei dati sulle entrate e uscite dai caselli autostradali e le provenienze e sui punti di arrivo dei flussi di traffico sono essenziali.
Legambiente chiede che nel corso del Debat Public sulla gronda siano messi a disposizione tutti i dati disponibili, ad iniziare di quelli in possesso dalla Società Autostrade.
Infatti discutere di una infrastruttura della portata della gronda di ponente non ha alcun valore scientifico, meno che meno partecipato, in mancanza di quei dati e della loro analisi, servirebbe solo a finanziare ancora una volta con danaro pubblico in eccesso (come ha ben documentato il sole24 ore pochi giorni or sono per il supertreno veloce comparando i costi italiani a quelli di altre nazioni europee) chi le grandi opere le costruisce, non rispondendo minimamente alla reale domanda di mobilità delle persone e delle merci.
E dunque sulla trasparenza e sul confronto sui dati noi pensiamo di misurare la credibilità della Amministrazione e la correttezza degli imprenditori interessati. Niente di piu', niente di meno di cio' che avviene da molti anni in Francia e in Inghilterra dove queste procedure sono state rese legge (e sottolineiamo da goverdi di destra).
La seconda questione che poniamo è quella del doveroso rispetto della legge.
Infatti nel decreto legislativo 4 del 2008 sta scritto che la VAS - Valutazione Ambientale Strategica - deve essere prevista per tutte le varianti che ricomprendono le opere previste negli allegati ( tra cui la nostra Gronda ). Ma leggendo un poco piu' in basso si puo' leggere anche che il ricorso alla Vas per le infrastrutture non ha limiti ( che si parli di 100 km o dieci metri bisogna farla ) e quindi la Vas deve essere prevista come da legge dello stato.
Leggendo la legge si evince anche che nella procedura della Valutazione Ambientale Strategica è prevista anche l'opzione zero (che vuol dire tenere in considerazione lo stato attuale delle cose come elemento comparativo rispetto alle altre opzioni, e che questa comparazione può anche portare alla fine alla decisione di non realizzazione dell'opera).
Legambiente, nel ritenere uno squisito diritto democratico l'inserimento di questa opzione tra quelle dibattute nel Debat Public (è evidente che questo prescinde da una valutazione nel merito delle scelte da fare, noi di Legambiente non siamo necessariamente per l'opzione zero, vogliamo però discutere di tutte le opzioni) chiede che la nostra Sindaco e l'Assessore comunale facciano altrettanto.
Quindi è necessario che negli atti amministrativi che fondano il prossimo dibattito pubblico questo vincolo giuridico sia recuperato , esplicitato e votato nelle sedi istituzionali opportune onde evitare di impantanarsi in ricorsi e beghe che in questo momento siamo tutti concordi nel voler evitare.
Ecco i nodi in fin dei conti non sono tanti. Cerchiamo di scioglierli.
Stefano Sarti Presidente Regionale Legambiente
Giovanni Spalla Presidente Comitato Scientifico Regionale Legambiente
Andrea Agostini Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente