[Forumlucca] Fwd: Notizie [fair] per Gruppo Gas Piana di Luc…

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Aihe: [Forumlucca] Fwd: Notizie [fair] per Gruppo Gas Piana di Lucca
Carissimi,
consiglio la lettura del notiziario di Fair, la cooperativa sociale che
rifornisce i gruppi d'Acquisto solidale delle equo-felpe.
C'è un articolo molto interessante su "Help Local Trade" che stiamo
promuovendo come Manitese a livello nazionale.

Un abbraccio,
Alessio

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: <infoGAS@???>
Date: 11 dicembre 2008 21.37
Oggetto: Notizie [fair] per Gruppo Gas Piana di Lucca
A: alessiociacci@???


*[fair] InfoGas.
Due righe disordinate per parlare di economia di giustizia
a cura di [fair] www.faircoop.it*

*Piccolo indice a nostro uso e consumo (responsabile)*:

**
*- [fair]Analisi
-- I Paesi in via di sviluppo perderanno oltre 300 miliardi di dollari. Ma
gli aiuti promessi non arriveranno. Crisi, i ricchi del mondo ignorano i
poveri
Monica Di Sisto (da Liberazione)*
**
*- [fair]Progetti
-- Lympha e MadeInNo insieme: filiere sostenibili uniscono le forze
-- Lympha: dal Brasile un'esperienza importante
-- MadeInNo: grazie alla rete il progetto cresce... e una novità sugli
ordini...
-- Ormai sempre pronte e disponibili le FELPE dei GAS *
**
*- [fair]Campagne
-- Ecco a voi Help Local Trade: sosteniamo i mercati locali!*
**
*- [fair]Consigli
-- Il libro del mese: Breve storia del neoliberismo di David Harvey -
edizioni Il Saggiatore
*
------------------------------

*- [fair]Analisi
-- I Paesi in via di sviluppo perderanno oltre 300 miliardi di dollari. Ma
gli aiuti promessi non arriveranno. Crisi, i ricchi del mondo ignorano i
poveri
Monica Di Sisto (da Liberazione)*
A Washington il 15 novembre scorso hanno fatto a gara per mettersi in posa
nella foto-ricordo. E non solo: Stati Uniti ed Europa si sono impegnati a
spendere circa 4,1 triliardi di dollari (sì, come quelli di Paperone) in
sostegno alle banche e ad altri istituti finanziari.
Una cifra 45 volte superiore a quanto abbiamo speso per i Paesi poveri nel
2007. 313 volte di quei 13,1 miliardi di dollari che ci siamo impegnati a
investire per affrontare i cambiamenti climatici. Ma a Doha, dove a fine
novembre erano attesi i Capi di stato di tutto il mondo per la Conferenza
delle Nazioni unite sulla Finanza per lo sviluppo, la maggior parte di
quelli di Europa, Usa e Canada non ci sono andati, e così come sono mancati
anche i vertici di Banca Mondiale e Fondo monetario. E' questa la brutta
sorpresa che ha accolto i circa 400 delegati al contro-forum della società
civile che da ieri è in corso tra le stesse dune del Qatar. Soprattutto in
un momento di crisi si aspettavano che i loro governanti si assumessero la
responsabilità di decidere come e quanto investire per parare il colpo nei
Paesi impoveriti dalle loro speculazioni.
Il Fondo monetario internazionale stima infatti che i Paesi in via di
sviluppo perderanno oltre 300 miliardi di dollari tra ora e il 2010 per
colpa di questa crisi che non hanno certo provocato, né cercato come invece
hanno fatto i nostri speculatori e imprenditori. Eppure, come ha denunciato
ieri il direttore della Campagna del Millennio Onu Salil Shetty, ospite a
Roma del Comitato interparlamentare per gli Obiettivi del millennio, «il
rischio che molti Governi ricchi si tirino indietro rispetto ai propri
impegni esiste e va contrastato». Ma il problema, come ha spiegato lo stesso
Shetty, «è ormai chiaro a tutti: da questa crisi o si esce insieme o non se
ne esce» e quindi la logica di decidere in G8 o G20 il futuro del pianeta
non funzionerà.
Bufala nella bufala, gli aiuti al commercio: la maggior parte del cosiddetto
Aid for trade – cioè ben 21 miliardi di dollari che i Paesi donatori
dell'area Ocse impegnano in media ogni anno in aiuti diretti ai settori più
strettamente associati al commercio, che secondo il paradigma liberista sono
in realtà fondi "legati": condizionati, cioè, alla stipula di accordi
commerciali, in sede Wto o faccia a faccia, di forniture o contratti con le
aziende dei Paesi donatori.
Da Doha *Help Local Trade* – nuova coalizione promossa da Centro
internazionale Crocevia, M.A.I.S., Mani Tese, Servizio Civile
Internazionale, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Fair e
FairWatch e lanciata in occasione della Conferenza Onu - chiede al
Parlamento e al Governo italiano il coraggio di proporre «uno stop ad aiuti
come questi che, nei fatti, non funzionano, o almeno non per coloro per i
quali sono stati immaginati». Certo, gli aiuti non possono fare miracoli:
stiamo parlando di 3 centesimi di dollaro al giorno per ciascuno dei quasi 3
miliardi di poveri del pianeta. «Ma si potrebbe usarli molto meglio -
spiegano dalla Coalizione - considerato quanto riescono a fare nei mercati
locali e di tasca propria realtà come quelle del commercio equo e solidale,
del biologico o, sul versante consumi, dei gruppi d'acquisto solidali». «I
172 Paesi non membri del G20 vogliono un processo di riforma della
Governance globale che sia il più democratico e inclusivo possibile – spiega
Andrea Baranes di Crbm, che rappresenta a Doha Help local trade - dal
momento che la recessione globale colpisce duramente soprattutto loro».
Per i Paesi Poveri Salil Shetty ha un consiglio: cogliere l'occasione della
"magra", «per migliorare la loro capacità di mobilitare le risorse interne
lottando con più forza la corruzione». I Paesi d'area Ocse tutti insieme,
però, non investono ancora in aiuti nemmeno lo 0,7% del Pil globale. La
cooperazione italiana, dopo la "manovra d'estate", se non riuscirà a
rimediare altri fondi in Finanziaria aumentando l'accisa su alcol e tabacco,
nel 2009 potrà contare solo su 170 milioni di euro, il 23% di quanto
disposto dal Governo Prodi per il 2008. Di questo passo ai presunti corrotti
delle periferie del pianeta non resteranno che i soldi del Monopoli. Oppure
le solite mazzette di banche e corporations, fresche di salvataggio
pubblico. Noblesse, oblige.


*- [fair]Progetti
-- Lympha e MadeInNo insieme: filiere sostenibili uniscono le forze*
Lympha e Made In No: insieme per un futuro sostenibile I due progetti
bioequi di detergenza e di intimo hanno scelto di procedere assieme, un
passo avanti verso la reciproca valorizzazione di due filiere totalmente
sostenibili. L'obiettivo è ambizioso: ritornare alle origini, ricominciare
dalle reti, da soggetti sociali integrati e radicati nei territori, capaci
di costruire filiere sostenibili e di alimentare mercati e circuiti locali.
Per questo la scelta di affiancare i due progetti, presentandoli assieme, in
maniera che possano crescere e progressivamente consolidarsi.*
Made In No* è una delle prime filiere integrate di cotone
biologico-ecologico ed equosolidale, che costruisce ponti di solidarietà e
di partenariato commerciale tra le diverse periferie del mondo. Tra il
Brasile, dove i produttori di Justa Trama alimentano una filiera totalmente
equosolidale ed ecologica, sostenendo in maniera prioritario il mercato
locale; l'India, dove i produttori di Remei BioRe producono un cotone
biologico ed equosolidale di altissima qualità; e Novara, dove i piccoli
artigiani tessili di un distretto oramai in crisi dopo delocalizzazioni e
liberalizzazioni, provano a sostenere e ad impegnarsi in una filiera
totalmente sostenibile, per produrre intimo, pigiami, maglieria di altissima
qualità sociale ed ambientale.
Incrociare le esperienze di *Lympha* con quelle di Made In No vuole dire
creare le condizioni per la crescita di esperienze dal basso, significa
dimostrare che è possibile costruire economie solidali che guardino
all'essenzialità, ai bisogni quotidiani ed ai mercati locali.
*Per maggiori informazioni sui due progetti:
Lympha - **www.lympha.eu* <http://www.lympha.eu/>
*Made In No - **www.made-in-no.com* <http://www.made-in-no.com/>

*-- Lympha: dal Brasile un'esperienza importante*
La linea di detergenti equosolidali e biologici Lympha è frutto del lavoro
di rete delle organizzazioni di commercio equo e solidale Cooperativa
Equomercato, Cooperativa sociale Fair, Cooperativa sociale Mondo Solidale,
Cooperativa Sociale Liberomondo e dell'Associazione Assema - Brasile.
I tensioattivi sono ottenuti attraverso la lavorazione di olio di cocco
Babaçú, certificato biologico, prodotto dalla Cooperativa dos pequenos
productores agroex de lago do Junco ltda - Coppaly - Maranahão, socia di
Assema (www.assema.org.br ); il valore sociale del progetto si fonda sulla
collaborazione con l'Associazione Assema, un'organizzazione dello stato del
Maranhão in Brasile impegnata nella difesa delle comunità indigene e di una
pianta essenziale per quelle stesse comunità, il cocco Babaçú.
Questa è considerata "la pianta della vita" perché garantisce la sussistenza
di milioni di persone che vivono nella regione. Tutte le parti dell'albero
hanno un valore economico: il fusto e gli archi fogliari servono per la
costruzione e copertura delle case rurali, le fibre per la fabbricazione di
oggetti in vimini, le foglie per concimare i campi, ma è soprattutto il
frutto che rappresenta la più grande risorsa perché se ne ricavano
importanti sostanze per l'alimentazione umana ed animale e serve per la
produzione del carbone vegetale.
Purtroppo solo tra il 1967 e il 1984, ben 1,35 milioni di ettari di foresta
di babassù sono stati occupati da grandi aziende di allevamento di bestiame.
Ne è derivato non solo la distruzione di un sistema ecologico, ma anche il
peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni indigene la cui
sussistenza è legata all'utilizzo dei prodotti della foresta.
Per garantire alle famiglie rurali la permanenza su queste terre, e
impedirne l'esodo verso le città, le organizzazioni contadine da anni
lottano per il libero accesso alle palme che si trovano nelle terre
pubbliche e private. E' da questa lotta si è già ottenuto in alcuni municipi
dello Stato del Maranhão l'approvazione della legge "Babaçú livre" che non
solo garantisce il libero accesso alla raccolta dei frutti, ma proibisce il
taglio degli alberi e dei caschi di cocco e l'uso di erbicidi.
La lotta delle diverse comunità di contadini e di raccoglitrici di cocco
Babassù è coordinata dall'Associazione Assema, partner di questo progetto.
*Per maggiori informazioni:
Lympha - **www.lympha.eu* <http://www.lympha.eu/>

*-- MadeInNo: grazie alla rete il progetto cresce... e una novità sugli
ordini...*
Quando abbiamo lanciato l'esperienza MadeInNo nel maggio scorso, grazie *alla
stretta collaborazione con il gruppo nazionale GAS sul tessile, non avremmo
mai immaginato che la rete d sostegno al progetto potesse crescere così
velocemente. Oltre 50 Gruppi di Acquisto Solidale, una quindicina di
Botteghe del Commercio Equo (come la Bottega della Città dell'Altreconomia
di Roma, Equociqua di Roma, la Bottega LiberoMondo di Brà e tante altre) per
un'idea sperimentale nata per cercare di dare risposte concrete ad una crisi
sociale senza precedenti*.
L'obiettivo era e rimane ambizioso: quello di dimostrare che l'economia nata
dalle esigenze delle persone e sviluppata sui territori e grazie alle reti
dal basso può essere una risposta concreta, può essere sostenibile anche
economicamente dando prospettive future ad esperienze a rischio di
sparizione.
La crescita di MadeInNo, sia nella promozione che nella proposta dei
prodotti, è stata volutamente graduale, a volte ancora limitata, perchè
l'obiettivo prioritario è quello di consolidare il lavoro degli produttori
coinvolti, sia brasiliani, che indiani che italiani, facendo passi ponderati
e ragionati.
Sono tantissimi i Gruppi di Acquisto che hanno scelto di sostenere il
progetto, come ad esempio i *GAS LEGNANO-VARESE-VANZAGHELLO-CASSANO
MAGNAGO-OLEGGIO (DES VARESE), il GAS di CADORAGO (CO), il GAS di CREMONA, il
GAS EQUOBALENO di SESTO FIORENTINO (FI), FILO DI PAGLIA di MILANO, I'GASSE
di SESTO FIORENTINO (FI), il COORDINAMENTO dei GAS FIORENTINI, il GAS SGB di
PARMA, il GAS LA SPIGA di PARMA, TANDEM di ARESE (MI), il GAS di MASSA, il
GAS di COLLI (PD), il GAS di CALVAGESE (BS), il GAS di COLNAGO (MI), GASPARE
di MILANO, i GAS di INTEGRALE e MIAZZINA (VB), INGASATI di CALCI (PI), i GAS
della VALLECAMONICA di DARFO BOARIO TERME, la COMUNITA' DELLA SPORTA di
LECCO, i GAS BASSA VALSERIANA e TORRE BALDONE (BG), il VENEZIANO GAS di
VENEZIA, il GAS di MEZZAGO (MI), il GASMC di MACERATA, il GAS di VIMERCATE,
il GAS di MELZO (MI), il GAS di BRUGHERIO (MI), il GAS di FIDENZA, IL GASINO
di MILANO, il GAS VERSILIA, il GAS PACHAMAMA di VEDANO/MONZA (MI), il GAS
MONTEBELLUNA (TV), il GASATO di NICHELINO (TO), il GASTONE di PARMA,
ALTRAZIONE di MONZA, il GAS SANFRUTTUOSO di MONZA, il GAS di BAGGIO (MI),
GAS CI.LE di LENTATE SUL SEVESO, GASPACHO di CINISELLO BALSAMO (MI),
VISDEGAS di RIMINI, INGASATI di FORLI', il GAS di GUANZATE (CO), MANTO GAS
di MANTOVA, il CARDO SELVATICO di PUSIANO (CO), GASSOSO di BRESCIA, il GAS
di VILLASANTA (MI), il GAS di LODI, il GAS BIRULO' di GENOVA, il GAS di
PAVIA, il GAS MALATESTA di CESENA, i GAS ROMANI (GASPITA-GASS-GASP-GAABE),
il GAS CITTA' STUDI di MILANO, il GAS TORRE di TORRE DEL GRECO (NA), il GAS
di UDINE, il GAS di OSIMO... *ed è un elenco ancora parziale! Grazie a tutti
voi e a tutti i Gruppi che non abbiamo ancora citato. Aggiorneremo la lista
della rete di sostegno nei prossimi mesi.
*E sugli ordini... una novità. Dai primi di dicembre è possibile per tutti i
Gruppi di Acquisto ordinare liberamente senza aspettare ordini programmati.
Su **www.made-in-no.com* <http://www.made-in-no.com/>* trovate tutte le
informazioni, così come troverete il Prezzo Trasparente*

*-- Ormai sempre pronte e disponibli le FELPE dei GAS *
Le felpe E.E.E., il primo progetto sperimentale della Rete nazionale dei
GAS, si è ormai consolidato. Gli ottimi risultati delle prime fasi
permettono ormai la consegna in tempi brevi ai GAS che ordinano adesso: sono
sempre disponibili in Italia le felpe in cotone biologico ed equosolidale
provenienti dal progetto Rajlakshmi e stilizzate dal laboratorio tessile
genovese "Lo Spaventapasseri". Il progetto (ormai lo sapete) è descritto sul
sito www.faircoop.it/equofelpe, sul quale possono essere direttamente
imputati nuovi ordini. Per qualsiasi richiesta potete anche scrivere a
assistenzagas@??? (risponderà Felice).

*- [fair]Campagne
-- Ecco a voi Help Local Trade: sosteniamo i mercati locali!*
Gli Aiuti al Commercio possono aiutare le comunità locali più povere, i loro
contadini e i loro artigiani, a ritessere trame economiche e sociali a
partire dal loro lavoro. Ma possono finire anche in tasca dei "soliti noti"
sostenendo ricette ormai desuete, che sostengono il mercato globale invece
che le comunità locali.
E tu, da che parte stai?
Help Local Trade è un progetto che nasce dalla collaborazione di sette
organizzazioni della società civile (Centro Internazionale Crocevia,
M.A.I.S., Mani Tese, Servizio Civile Internazionale, Campagna per la Riforma
della Banca Mondiale, Fair e FairWatch) da anni impegnate sui temi della
cooperazione internazionale, dell'economia solidale e della critica al
paradigma neoliberale che guida la governance economica internazionale.
La coalizione nasce dalla Campagna Questo Mondo Non E' In Vendita, in cui le
nostre organizzazioni hanno lavorato sulle politiche commerciali
dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc), a partire dalla conferenza
ministeriale di Cancun del 2003. Al monitoraggio dei negoziati
multilaterali, condotto nell'ambito dell'Osservatorio italiano sul commercio
internazionale (www.tradewatch.it), hanno fatto seguito campagne ad hoc
sugli accordi di libero scambio regionale promossi dall'Unione europea, tra
i quali gli Economic Partnership Agreements ( EPAs) negoziati con i Paesi
dell'Africa, dei Carabi e del Pacifico.
Gli obiettivi specifici della Coalizione sono la promozione di un sostegno
istituzionale alle politiche di aiuto al commercio locale e solidale, ma
anche l'aumento della consapevolezza dei cittadini e consumatori italiani
sui meccanismi di cooperazione internazionale - ma anche di produzione e di
distribuzione commerciale - che garantiscano alle comunità del Sud del
mondo, nel modo più efficace, opportunità di autosviluppo, di sostenibilità
e di coesione sociale.
Sul sito: www.helplocaltrade.org trovate tutte le informazioni ed anche i
documenti da scaricare.

*- [fair]Consigli
-- Il libro del mese: Breve storia del neoliberismo di David Harvey -
edizioni Il Saggiatore*
Un'analisi della storia e dello stato attuale del neoliberalismo, che ne
esamina le contraddizioni evidenziando come le "libertà" che offre non
coincidano con i bisogni reali della gente. Dati alla mano, l'autore
dimostra che il neoliberalismo ha restaurato il potere di classe e minaccia
le istanze democratiche. Tutto comincia negli anni tra il 1978 e il 1980,
quando Deng Xiaoping dà il via alla liberalizzazione economica che condurrà
alla Cina di oggi, Paul Volcker cambia drasticamente la politica monetaria
americana, Margaret Thatcher diviene primo ministro e il neoeletto Ronald
Regan concede maggiori libertà alle lobby finanziarie. La cosiddetta
"globalizzazione" ha inizio in quei giorni, quando il benessere dell'umanità
è affidato alla libertà imprenditoriale (supportata da strutture militari o
paramilitari a difesa della proprietà privata). Vent'anni dopo, i
sostenitori di tali strategie occupano posizioni importanti nel campo
dell'educazione, dei media, della politica.

*Volete maggiori informazioni sulle nostre attività o avete bisogno di
materiali, approfondimenti, richieste per incontri pubblici? Scrivete a **
alberto.zoratti@???* <alberto.zoratti@???>

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