Autore: Rosario Gallipoli Data: To: forumlecce Oggetto: [Lecce-sf] Fw: La Corte di Cassazione contribuisce all'istituzione
di Tribunali Speciali e alla messa fuorilegge degli
oppositori politici!
Comunicato DIR. NAZ. CARC del 04.12.08
La Corte di Cassazione contribuisce all'istituzione di Tribunali Speciali e alla messa fuorilegge degli oppositori politici! Respingiamo questo attacco all'agibilità politica conquistata con la Resistenza Partigiana, prendendo e facendo prendere posizione pubblicamente contro la condanna degli antifascisti dell'11 marzo! I magistrati democratici non possono restare in silenzio: devono seguire l'esempio del procuratore generale Alfredo Montagna e del Pubblico Ministero Enrico Zucca di Genova! Beppe Grillo, Sabina Guzzanti, Saviano e Travaglio, che si sono distinti per le loro prese di posizione contro il Vaticano, la criminalità organizzata, la banda Berlusconi, possono e devono contribuire alla lotta contro l'istituzione di Tribunali Speciali! Diliberto, Ferrero, Russo Spena (responsabile della giustizia del PRC), Marco Rizzo, Fosco Giannini, Rinaldini (FIOM) e Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile) devono rompere il loro silenzio sulla questione e schierarsi pubblicamente in difesa dei diritti conquistati con la Resistenza Partigiana! I dirigenti ANPI devono esprimere solidarietà agli antifascisti condannati, contrastare la riabilitazione del fascismo, lo sdoganamento dei gruppi nazi-fascisti e i progetti della destra reazionaria ed eversiva! Il 27 novembre la Corte di Cassazione ha confermato le condanne a 4 anni di detenzione per "concorso morale in devastazione e saccheggio" emesse dal Tribunale di Milano (primo grado) e confermate dalla Corte d'Appello (secondo grado) contro 15 antifascisti che l'11 marzo '06 scesero giustamente in strada nella città medaglia d'oro per la Resistenza per impedire la parata nazi-fascista organizzata da Fiamma Tricolore, con l'autorizzazione delle Autorità cittadine e in violazione della Costituzione italiana.
Il verdetto della Corte di Cassazione sancisce
che chi scende in strada per difendere i valori della Resistenza e i diritti che questa ha permesso di strappare e fissare nella Costituzione (in primis la messa fuorilegge del partito fascista e l'apologia di reato per chiunque cerchi di ricostituirlo) non è tutelato delle Autorità, dalla Magistratura, dalle Forze dell'Ordine che, al contrario, tutelano coloro che si macchiano di "apologia di fascismo" che chi si mobilita per difendere i diritti e conquistarne di nuovi può essere accusato di "devastazione e saccheggio" (sia se lotta contro lo sdoganamento dei gruppi fascisti, sia se lotta per difendere il diritto alla casa, al lavoro, alla salute, all'istruzione, ecc.) che chi partecipa ad una manifestazione può essere accusato e condannato ("concorso morale") per tutto quello che succede nel corso della manifestazione: questa misura da "giustizia sommaria" punta da un lato a terrorizzare quanti manifestano e lottano, dall'altro ad isolare le componenti più determinate e combattive dal resto dei manifestanti
Con il suo verdetto, la Corte di Cassazione dimostra la sua subordinazione alla destra reazionaria ed eversiva che punta ad istituire nuovi Tribunali Speciali, a sottomettere la Magistratura ai diktat dell'Esecutivo, a mettere fuorilegge i comunisti e tutti gli oppositori politici, a militarizzare le città. Recentemente il senatore a vita Kossiga, uomo dei servizi segreti, del Vaticano e degli imperialisti USA, ha sintetizzato in maniera chiara e inequivocabile questa linea: "bisogna infiltrare il movimento studentesco con agenti pronti a tutto, lasciarli operare indisturbati e poi picchiare duro studenti e soprattutto professori, che serve a nulla mandarli davanti ai magistrati: questa è la ricetta democratica". La stessa ricetta che nel '77 portò all'esecuzione della giovane Giorgiana Masi e alla "strategia della tensione".
Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Alfredo Montagna, aveva richiesto l'annullamento della condanna emessa a carico degli antifascisti dell'11 marzo, denunciando che "la polizia ha una cultura deviata delle indagini perché pensa che identificare una persona che partecipa a una manifestazione consenta, poi, di attribuirle tutti i reati commessi nell'ambito della stessa manifestazione (.) Nel paese c'è il rischio di una giustizia sommaria (.) La giustizia deve essere amministrata con equità e non con due pesi e due misure: quel che è stato affermato per i poliziotti della Diaz, nel processo di Genova, deve valere anche per il cittadino qualunque e non solo per i colletti bianchi".
Con questa presa di posizione, Alfredo Montagna ha "osato" agire come il Pubblico Ministero Enrico Zucca di Genova che durante il processo per la "macelleria messicana" ha denunciato le responsabilità dei "poteri forti", ha portato al banco degli imputati i vertici della polizia e chiesto il rinvio a giudizio per istigazione alla falsa testimonianza del super-poliziotto Giovanni De Gennaro (promosso poi come capo dei servizi segreti). La Corte di Cassazione non ha tenuto conto della presa di posizione di Montagna, così come il Tribunale di Genova non ha tenuto conto delle accuse di Zucca. Il primo è stato banalizzato, il secondo è stato minacciato. Emerge chiaramente che all'interno della Magistratura si sta consumando una lotta tra diverse posizioni: chi vuol sovvertire l'ordinamento vigente e dare una sterzata autoritaria, mettendo fuorilegge gli oppositori e istituendo Tribunali Speciali e chi, invece, vuol mantenere l'attuale ordinamento "democratico" con la sua repressione selettiva e fraudolenta, mascherata cioè con accuse come "terrorismo", "associazione sovversiva", ecc.
Il verdetto della Corte di Cassazione, così come l'assoluzione dei mandanti e degli esecutori della "macelleria messicana" di Genova, costituisce un pericoloso precedente che deve essere contrastato e ribaltato contro la destra reazionaria e il suo braccio politico, la banda Berlusconi. Il suo punto debole sono gli intellettuali, le personalità pubbliche, i magistrati democratici, gli artisti, i giornalisti, i partigiani, i sindacalisti, i lavoratori, gli studenti, i pensionati, le casalinghe, i disoccupati (la cosiddetta "opinione pubblica"). Per poter realizzare i suoi piani, la destra reazionaria ha bisogno del loro sostegno o della loro rassegnazione.
Prendere posizione pubblicamente contro il verdetto della Corte di Cassazione costituisce l'arma per respingere questo attacco. Bisogna rendere questa condanna un problema politico e ognuno può contribuire attivandosi nel suo ambito e usando gli strumenti a sua disposizione.
Lanciamo l'appello a tutti i magistrati democratici, a tutti gli intellettuali e personalità pubbliche democratiche, a tutti i giornalisti, a tutti i Partigiani e dirigenti dell'ANPI, a tutti i comunisti e sindacalisti onesti a prendere e a far prendere posizione pubblicamente contro la condanna degli antifascisti dell'11 marzo, contro la riabilitazione del fascismo e lo sdoganamento dei gruppi fascisti, contro l'istituzione di Tribunali Speciali e la messa fuorilegge degli oppositori politici!