Autore: FAI Torino Data: To: cerchio Oggetto: [Cerchio] Susa 6 dicembre corteo No Tav
Susa 6 dicembre corteo No Tav
Lo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione
"No Tav. Azione diretta autogestione"
Da Torino appuntamento alle 10 in corso Palermo 46.
Partenza collettiva per Susa alle ore 11
Per info: 338 6594361
La Resistenza continua
Sono trascorsi tre anni dalla notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2005, quando la polizia assalì il presidio No Tav di Venaus, spezzando le barricate, distruggendo le tende e la baracca comune, mandando all'ospedale molti No Tav.
Erano i giorni della resistenza e della rivolta, i giorni in cui un'intera vallata si sollevò contro l'occupazione militare per impedire la devastazione del territorio e il saccheggio delle risorse. L'8 dicembre, dopo tre giorni di blocchi, scioperi e barricate una grande marcia popolare partì da Susa alla volta di Venaus: la polizia distribuì un po' di manganellate ma nessuno si fermò. Lungo i sentieri impervi e ghiacciati si aggirò la polizia e si scese al cantiere. La rete arancio venne giù, la polizia sparò lacrimogeni che il vento disperse, poi, con la coda tra le gambe, andarono via.
Non sono più tornati.
La parola passò alla politica, la prosecuzione, con mezzi più subdoli, della guerra.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti della Dora. Sono stati anni di trattative tra i governi che si sono succeduti e le istituzioni valsusine, chiamate a discutere dopo che la rivolta aveva fermato le ruspe.
La maggioranza dei sindaci si è poco a poco schierata su posizioni "come Tav", abbandonando l'opposizione ad un'opera dannosa, utile solo agli interessi della potente e trasversale lobby del cemento e del tondino.
Ma la gente non ha cambiato idea.
Alla fine di dicembre saranno presentati i tracciati e l'Unione Europea dovrebbe confermare il finanziamento di quasi 700 milioni di euro per la costruzione della tratta transfrontaliera della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon. La fresa è già pronta nei magazzini di una ditta di Quincinetto (TO).
Siamo quindi al dunque.
Berlusconi, come già prima di lui Di Pietro, ha promesso che userà la forza contro chi proverà ad opporsi all'apertura dei cantieri.
Il momento è delicato e cruciale. Secondo i media il movimento No Tav è ormai ridotto ad uno zoccolo duro di estremisti potenzialmente violenti e isolati dalla popolazione, ormai convinta alla ragionevolezza dalla lunga opera di mediazione fatta al Tavolo tecnico sul Tav.
I sindaci hanno tentato di spezzare il fronte No Tav con la proposta del F.A.R.E. (Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti), che cambia nome alle cose per farle restare le stesse.
Hanno fatto i conti senza un movimento popolare che non ha mai fatto sconti a nessuno.
I No Tav sono pronti alla resistenza.
Il 6 dicembre, tre anni dopo l'assalto della polizia alla Libera Repubblica di Venaus, il movimento sarà nuovamente in piazza a Susa per una grande manifestazione. Una manifestazione che coinvolgerà i tanti che, in ogni angolo della penisola, lottano contro i potenti che lucrano sulla vita di noi tutti, distruggendo la terra, l'aria, l'acqua, per appropriarsi di risorse sottratte alla scuola, alla sanità, ai trasporti per chi studia e lavora.
La scommessa, forte, è di essere in tanti a ribadire che il Tav non passerà.
Né con le buone né con le cattive.
L'appuntamento è per le 14,30 alla stazione FS di Susa.
La manifestazione partirà ed arriverà nei pressi della stazione ferroviaria.
Per chi arriva in treno:
Da Torino Porta Nuova treno alle 13,15 per Susa (cambio a Bussoleno).
Chi arriva in auto: dall'autostrada del Frejus uscire a Susa, imboccare la statale 25 e parcheggiare nei pressi della Stazione. C'è un grande parcheggio anche all'inizio del paese.