Verso lo sciopero generale del 12 Dicembre e molto oltre…
Appello per la costruzione di un’assemblea cittadina “Noi la crisi
non la paghiamo”
Che la crisi economico-finanziaria esplosa in questi mesi fosse estremamente
seria e che le conseguenze sulle condizioni materiali di vita delle persone
sarebbero state pesanti era purtroppo facile da immaginare.
L’ideologia liberista che ci hanno propinato per decenni come
l’unica possibile ora mostra improvvisamente la corda, tanto che gli
stati non esitano a finanziare con soldi pubblici banche, compagnie
assicurative e grandi industrie. Ma se l’idea del “non
intervento” e del liberismo puro viene ridiscussa, nessun governo
occidentale sembra disposto a ridiscutere gli assi portanti
dell’applicazione sociale del liberismo: privatizzazioni, tagli alla
spesa sociale e attacco ai diritti dei lavoratori.
In Italia, nascondendosi dietro piccole misure populiste di facciata come
l’elemosina della Social Card, il Governo Berlusconi finanzia banche e
cordate amiche, insiste nella folle sponsorizzazione della previdenza
complementare privata (nonostante il flop questi anni e i rischi legati alla
crisi) e continua imperterrito l’opera di distruzione dello stato sociale
e dei diritti
La “Riforma” Gelmini vuole smantellare quel che resta del sistema di
istruzione pubblica, peraltro nel solco di 15 anni di controriforme tentate da
governi di entrambi gli schieramenti e spesso bloccate almeno in parte dai
movimenti delle scuole.
La privatizzazione di sanità, trasporti e servizi idrici non si arresta, ed i
tagli alla spesa sociale si confermano elemento centrale di ogni finanziaria.
Il potere di salari e pensioni crolla e le condizioni di vita di precari,
lavoratori dipendenti e pensionati peggiorano continuamente. Nel frattempo si
continua quotidianamente a morire sul lavoro e la questione della sicurezza sul
lavoro viene costantemente derubricata dall’agenda politica.
In questo contesto, Confindustria tenta quello che minaccia di essere realmente
il tassello definitivo dell’opera di precarizzazione del mondo del
lavoro: la distruzione del concetto stesso di contratto collettivo nazionale.
Il movimento No-Gelmini, partendo dalla critica ai provvedimenti del governo in
materia di istruzione, è andato di fatto molto oltre, diventando in questi mesi
l’unico argine alla devastazione sociale e l’unico terreno di reale
opposizione sociale dal basso a questo governo. Ha invaso le piazze al grido
“noi la crisi non la paghiamo”, con una forza ed una trasversalità
difficilmente prevedibili.
È necessario però che il movimento delle scuole e delle università non sia
lasciato solo.
“Noi la crisi non la paghiamo” è uno slogan che può e deve parlare
anche ai precari che tentano disperatamente di arrivare a fine mese, agli
operai che rischiano quotidianamente la cassa integrazione, ai lavoratori
migranti oggetto dello sfruttamento più selvaggio e insieme vittime degli
impulsi razzisti sempre più diffusi in molti quartieri popolari.
“Noi la crisi non la paghiamo” significa anche uscire dal perverso
meccanismo culturale per cui ti chiedono di identificarti con le sorti
dell’azienda in cui lavori, abbandonando ogni idea di conflitto di
classe, e contemporaneamente ti spingono a riversare la tua rabbia verso chi
sta peggio di te.
Lo sciopero generale del 12, convocato dal sindacalismo aut organizzato e di
base per l’intera giornata, rappresenta un primo importantissimo
passaggio, da cui assolutamente deve emergere una soggettività autonoma dei
movimenti sociali rispetto alla mobilitazione della Cgil. Una mobilitazione che
potrà anche risultare imponente e che forse riuscirà ad incanalare buona parte
del dissenso verso questo governo, ma che a noi ricorda drammaticamente la
mobilitazione del Marzo 2002, quella che portò all’unico risultato di
dare il via alla brillante carriera politica di Sergio Cofferati. Ma se il 12
rappresenta una tappa importante, è ancora più importante andare oltre, è
necessario rialzare la testa.
Proponiamo un’assemblea cittadina che possa essere un punto di partenza
per un rilancio dell’iniziativa sociale in città, a partire dai nostri
luoghi di lavoro, dalle nostre strade, dai nostri quartieri. Verso lo sciopero
del 12 e molto oltre.
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Assemblea cittadina
Mercoledì 10 Dicembre ore 20,30 alla sala del Baraccano (Via Santo Stefano 119)
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Confederazione Cobas Bologna
Via San Carlo, 42
fax 0513371864
tel 051241336
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