RepubblicaDal Vaticano monito all´Onu "L´omosessualità resti reato" No alla depenalizzazione proposta dalla Francia, è polemica "Aspettiamo ancora il mea culpa per i roghi del medioevo, non c´è da stupirsi" Padre Lombardi: non siamo i soli a chiederlo Critiche anche dal centrodestra ORAZIO LA ROCCA CITTÀ DEL VATICANO - Sui gay spira aria di crisi tra Onu e Santa Sede. Motivo: l´annunciata dichiarazione sulla depenalizzazione universale dell´omosessualità che a metà dicembre la Francia, a nome dei paesi Ue, presenterà al Palazzo di vetro di New York. Un passo apertamente criticato dall´arcivescovo Celestino Migliore, l´Osservatore permanente della Santa Sede all´Onu, che ieri, all´agenzia stampa francese i.Media, ha preannunciato il voto contrario del Vaticano sostenendo, tra l´altro, che se gli omosessuali venissero inseriti «nelle nuove categorie protette dalle discriminazioni, gli Stati che non riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso saranno oggetto di pressioni e verranno messi alla gogna, e si creeranno nuove ed implacabili discriminazioni». E ancora. Migliore si è detto pure «indignato e rattristato» dal progetto di introdurre l´aborto tra i diritti umani promosso da alcune associazioni sempre all´Onu. Una «barbarie moderna che - teme il presule - smantella le nostre società».A sostegno delle tesi del nunzio all´Onu in serata è intervenuto anche il portavoce papale padre Federico Lombardi per respingere punto per punto le numerose critiche piovute sul Vaticano da quasi tutti i partiti, del centrodestra e del cetrosinistra, e dai rappresentanti di organizzazioni gay storiche come l´Arcilesbica e l´Arcigay che accusano la Santa Sede di «coprire» quei Paesi che prevedono la pena di morte per gli omosessuali. «Non è così - controbatte padre Lombardi - l´intervista di monsignor Migliore dice cose chiare e del tutto condivisibili. Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali. I noti principi del rispetto dei diritti fondamentali della persona e del rifiuto di ogni ingiusta discriminazione, sanciti nello stesso Catechismo della Chiesa cattolica, escludono non solo la pena di morte, ma tutte le legislazioni penali violente o discriminatorie contro gli omosessuali». «Qui però - prosegue - non si tratta solo di depenalizzare l´omosessualità, ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo con cui ogni norma, non solo legale ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi, che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell´uomo». Simili norme «possono diventare - conclude il portavoce di papa Ratzinger - strumenti di pressione o discriminazione per chi, ad esempio, considera il matrimonio fra uomo e donna la forma fondamentale e originaria della vita sociale e come tale da privilegiare. Non per nulla meno di 50 Stati membri dell´Onu hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito. La Santa Sede non è sola». «È una posizione politica inaccettabile e falsa - controbatte Anna Paola Concia del Pd - perché confonde i piani della discussione. Depenalizzare l´omosessualità significa impedire ad alcuni Stati di condannare gli omosessuali alla pena di morte e alla galera: questa è l´ingiusta discriminazione». Analoghe critiche anche dal Pdl con Margherita Boniver, presidente del Comitato Schengen, che si dice «allarmata per la posizione anacronistica del Vaticano, perché la dichiarazione che la Francia presenterà all´Onu è stata già approvata da tutti i 27 governi europei, Italia compresa». Tra le poche voci favorevoli a Migliore, Rocco Buttiglione (Udc), al quale «non risulta che la Chiesa cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità». «La Chiesa - sostiene Buttiglione - si oppone, invece, a una iniziativa di alcuni Stati europei, o forse della burocrazia di Bruxelles, che vuole definire per gli omosessuali uno status privilegiato».L´ex ministro socialista della Repubblica francese: è una presa di posizione arcaica e reazionaria, una discriminazione insopportabile Lang: che errore, così la Chiesa si mette contro i giovani Ma da noi l´opinione pubblica rimarrà del tutto indifferente Alla peggio reagirà con ironia o diffidenza GIAMPIERO MARTINOTTI dal nostro corrispondentePARIGI - Una presa di posizione arcaica che allontana ancor più la Chiesa dai giovani, una dimostrazione di come il Vaticano sia prigioniero di un´ideologia reazionaria che lo isola dalla società contemporanea: Jack Lang, ministro francese della cultura nell´era Mitterand, non ha esitazioni nel giudicare le parole di monsignor Celestino Migliore.Cosa ne pensa di questa storia, di questo "veto" opposto dal Vaticano? «Sono molto contento che la Francia abbia presentato all´Onu questo progetto di risoluzione e mi sembra che la reazione del Vaticano appartenga a un´altra epoca: il riconoscimento della parità, della diversità, della pluralità sessuale è largamente avviato in tutto il mondo. Ovviamente, in certi Paesi esistono forti resistenze, Paesi in cui la religione è utilizzata a fini di repressione morale e sociale. È un discorso che riguarda soprattutto i Paesi musulmani ed è spiacevole che il Vaticano imbocchi la stessa strada. La dichiarazione dell´Onu non obbliga nessuno Stato a prendere misure o votare leggi per riconoscere matrimoni o unioni fra persone dello stesso sesso. Si tratta solo di una dichiarazione che afferma l´eguaglianza fra i sessi, che invita a lottare contro tutte le forme di discriminazione. Gli attacchi contro gli omosessuali sono insopportabili. Penso, per esempio, a quelli contro il Gay Pride in Polonia. Mi piacerebbe immaginare un Vaticano più tollerante. In fondo, Gesù aveva lanciato messaggi di comprensione verso gli altri: mi piacerebbe vedere una Chiesa che torna all´insegnamento originario del vangelo».Ma secondo lei perché la Santa Sede continua a sostenere una politica di chiusura totale su questi temi? «Le Chiese temono di perdere il potere se si aprono, se danno spazio alle libertà individuali. E non parlo solo della Chiesa cattolica, ma di tutte. È un errore, perché si mettono contro milioni di persone, in particolare i giovani, su argomenti sentiti come l´aborto, la pillola, la contraccezione. La Chiesa potrebbe diventare una forza spirituale possente, ma danneggia la sua stessa causa con prese di posizione così arcaiche. È in mano a reazionari e conservatori che vogliono mantenere il loro potere».Come mai le parole di monsignor Migliore suscitano tanto scalpore da noi e praticamente nessuna reazione in Francia? «Nel migliore dei casi, l´opinione pubblica francese sarà indifferente a questa dichiarazione della Santa Sede, nel peggiore reagirà con ironia, sarcasmo, diffidenza. I dirigenti vaticani si prendono il rischio di perdere influenza e rovinare l´immagine della Chiesa. È triste. Non sono credente e quindi la cosa non mi riguarda personalmente, ma è il segno di una Chiesa che si allontana dal mondo di oggi».Vladimir Luxuria, Rifondazione: vergognose quelle parole "Vogliono la pulizia etnica contro chi attenta alla famiglia" ROMA - «Aspettiamo ancora il mea culpa della Chiesa per i roghi degli omosessuali nel Medioevo, come stupirsi allora per dichiarazioni così razziste? Il Vaticano ha lanciato una crociata contro gay e transessuali, iniziando proprio dall´interno, e cioè punendo ed emarginando gli omosessuali cattolici...». È chiara e netta la posizione di Vladimir Luxuria, esponente di Rifondazione Comunista, che non esita a definire «vergognose» le parole della Santa Sede, contro la proposta di depenalizzazione del reato di omosessualità. «È pazzesco che il Vaticano si schieri contro chi chiede che vengano puniti coloro che uccidono, aggrediscono o semplicemente emarginano gay e trans. È contrario proprio alla politica della vita, che la Chiesa dice di difendere. Queste prese di posizione fanno rialzare la testa a chi ritiene che si debba mettere in atto una "pulizia etnica" contro gli omosessuali, visti ormai, grazie a queste campagne terroristiche, come attentatori del sistema basato su famiglia e matrimonio». Conclude con amarezza Vladimir Luxuria: «I reati e le aggressioni contro i gay, ma anche contro le donne, sono in netto aumento, e queste dichiarazioni non fanno che aumentare il senso di impunità di chi li commette». (m.n.d.l.)Fino a cinque anni fa rapporti gay vietati anche in tredici stati Usa. La repressione maggiore nel mondo islamico Frustate, carcere, lapidazione ecco cosa si rischia in novanta paesi In molte nazioni africane comune la condanna del sesso omo, ma solo tra uomini GIAMPAOLO CADALANU ROMA - «È punita la conoscenza carnale di un animale, o di uomo o donna per via orale o anale, anche in chi si sottomette di sua volontà», recita una legge anti-sodomia ancora in vigore. No, non è un provvedimento di applicazione della sharia nei paesi arabi: è una legge della Virginia ancora valida, anche se inapplicabile dopo che la Corte suprema federale ha dichiarato incostituzionali tutte le norme equivalenti negli Stati Uniti.C´è voluta la sentenza "Lawrence contro lo stato del Texas" per spazzar via la legislazione più retriva che ancora in tredici stati americani proibiva di fatto i rapporti omosessuali fra adulti consenzienti, in genere etichettandoli frettolosamente come "atti innaturali". Ed era il 2003, dieci anni dopo che Jonathan Demme aveva portato sugli schermi "Philadelphia", manifesto gay e assieme grido di dolore sull´Aids, e quasi cinquant´anni dopo che il rapporto Kinsey (1948) aveva attribuito esperienze o tendenze omosessuali a un americano su dieci.Anche in Europa i costumi si sono mossi con lentezza. Fino all´82 la civilissima Francia considerava l´omosessualità un´aggravante per gli atti osceni, mentre la Germania regolava diversamente l´età del consenso per gli atti omosessuali fino al ´94. La Gran Bretagna, che sul rum, sulla frusta e sulla sodomia aveva costruito un impero (secondo una definizione attribuita a Winston Churchill), ha parificato davanti alla legge etero e omosex solo negli anni Novanta.Ma se l´Occidente si affretta a dimenticare i "sodomiti" bruciati su un palo nel Medioevo, nel resto del mondo i peccati "contro natura" continuano a suscitare orrore, se non nella popolazione quanto meno nei legislatori. Sono una novantina le nazioni che puniscono penalmente l´omosessualità, in genere accanendosi contro gli atti più che contro l´orientamento sessuale tout court. In Asia e in America latina l´omosessualità trova forti contrasti, ma è inaspettatamente l´Africa, che il luogo comune vede come regno di libertà di costumi e dissolutezze, a mettere in fila una serie di leggi repressive: dall´Angola al Benin, dal Botswana al Burundi, che curiosamente ha introdotto il reato quest´anno con la stessa legge nella quale aboliva la pena di morte. E così tanti altri: Camerun, Uganda - che prevede il carcere a vita - Kenya, Lesotho, Malawi, Zimbabwe... Questi ultimi puniscono solo l´omosessualità maschile, e solo con l´effettiva consumazione dell´atto. Mauritania, Sudan e Nigeria applicano anche la pena di morte per lapidazione: ma va sottolineato che sono paesi islamici o parzialmente islamici (la Nigeria è una federazione con legislazioni diverse fra gli Stati).Il mondo islamico è comunque quello che rifiuta l´omosessualità in maniera più netta e la punisce con grande severità, in diciannove paesi anche con la morte. Il più accanito appare l´Iran, che spesso adopera con gli omosessuali l´accusa di mohareb, "nemici di Dio", oltre a quella di lavat, "sodomia". Per chi la commette, il codice adottato nella repubblica degli ayatollah prevede la pena capitale, se adulto. Chi la subisce, se è minore, viene punito con 74 frustate. Ma a sentire il presidente Mahmoud Ahmadinejad, non è un problema, perché in Iran l´omosessualità non esiste.--
Carlo
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